♪ PAREIDOLIA MUSICALE ♪
Rubrica a cura di Andrea Gioè
- Raccontaci brevemente chi è Lorenzo Baglioni.
Lorenzo Baglioni è un ragazzo di ormai 36 anni che si sta divertendo a fare delle cose che riguardano il mondo dello spettacolo. Spero di potermi divertire ancora in futuro. Mi occupo di comunicazione attraverso la musica, le canzoni, i libri … ma anche teatro e varie cose.
- Per la playlist MEI Call for Spotify ci hai proposto “La nazionale”.
Cosa significa per te questa canzone? Quando l’hai composta? Che risultati hai già ottenuto? Dove desideri possa arrivare?
La nazionale è uscita il 10 Luglio 2021, un giorno prima della finale dell’Italia contro l’Inghilterra agli Europei. Nasce in maniera estremamente spontanea senza nessuna pretesa, solo con la voglia di far nascere un momento di unione e collettività. La nazionale per noi è quello. È il momento in cui tutti noi ci sentiamo un veramente parte di un qualcosa di comune della stessa famiglia.
L’ho scritta con Michele (mio fratello) in maniera spontanea come spontanea è stata la sua uscita avendo girato il videoclip col cellulare senza troppe pretese. La canzone è andata molto forte pertanto successivamente ne abbiamo fatto una versione un pò più ricercata dal punto di vista di produzione musicale e l’abbiamo pubblicata su tutti i digital stores. Non mi aspetto nient’altro da questa canzone se non continuare a fare quello che sta già facendo e la possibilità di continuare a suonarla live quando il pubblico la richiede e poter far emozionare e sorridere tutti coloro che la ascoltano.
- Per quale buona ragione la gente dovrebbe ascoltare e acquistare la tua musica?
Mah … questa è una domanda a cui posso rispondere difficilmente io. Per tutte le buone ragioni per cui noi decidiamo di ascoltare un cantante piuttosto che un’altro oppure di andare a vedere un film invece che un altro … qualcosa che ci spinge a fare delle scelte sia in campo artistico che nella vita quotidiana. C’è chi preferisce il sushi alla pizza ad esempio. (Mi resta difficile crederci … ahahah ).
La musica rientra nei personalissimi gusti di ognuno di noi e quello che proviamo a fare con la nostra musica è veicolare dei messaggi a volte che non sono canonici per le canzoni che parlano di tematiche più standardizzate e alcune canzoni in cui andiamo a musicare delle tematiche che possono essere musicalmente originali. Questo potrebbe essere un buon motivo per cui qualcuno scelga di ascoltare le mie canzoni.
- Sei mai stato definito la copia di qualcuno?
Che io sappia no, in quanto eseguo canzoni abbastanza particolari. Potrò somigliare a qualche referenza che diamo e cantiamo spesso di brano in brano usando proprio la musica come mezzo per raccontare un qualcosa.
- Sai cos’è la Pareidolia? Mentre stai rispondendo a questa intervista, alza gli occhi al cielo (guarda fuori dalla finestra) e dimmi cosa vedi?
No, non conosco il termine. Guardando fuori dalla finestra vedo il giardino di casa mia. Sin da bambini giochiamo con le nuvole … è un pò il meccanismo del cervello con le sue percezioni distorte della realtà a riportare con le cose che conosce e rivedere delle forme come nelle nuvole. Siamo più tranquilli a riportarli in forme che conosciamo come appunto nelle nuvole, è un meccanismo normale di difesa della società.
- Se dovessi definire le tue canzoni come figli, potresti dire di avere un figlio prediletto?
Ci sono alcune canzoni che hanno avuto un ruolo più importante di altre. Ovviamente “Il congiuntivo” perché ci ha dato tanto, è stato un brano molto fortunato che ci ha fatto arrivare al palco di Sanremo, la canzone che abbiamo fatto con Iacopo Melio “Canto anch’io”” sulle note di “Vengo anch’io, no tu no” di Iannacci, è stata una canzone che ci ha fatto capire che potevamo affrontare tematiche sociali con la musica e ci ha fatto passare da un pubblico più regionale a un pubblico più nazionale. La canzone “Che cos’è” mi ha fatto capire che si potevano scrivere brani credibili anche se fossero diversi dall’ironia quindi cercando a volte delle cose più emozionanti … emozionali. - Qual’è stata l’esperienza musicale più figa che hai vissuto in assoluto in tutta la tua carriera?
Così su due piedi senza pensarci troppo e dovendo sceglierne una … sicuramente il Festival di Sanremo così densa di emozioni, di suoni, di colori, di persone. Per chi fa questo mestiere è uno dei palchi più importanti che vale la pena di calcare almeno una volta nella vita; é pure vero che poi ogni esperienza, anche la più piccola che ti porti a casa, ti fa crescere e ti regala qualcosa di importante. - Quanto ti definiresti “Istrione”?
Questa è una domanda a cui faccio fatica a rispondere un pò da solo perché nella quotidianità non me ne rendo conto. Sicuramente prima lo ero molto di più prima che potesse diventare il mio mestiere. Probabilmente perché l’essere su un palco mi limita la voglia di essere attore al centro dell’attenzione nella vita di tutti i giorni rispetto a quanto ero più piccolino era una caratteristica “l’esibizionismo” che faceva parte di me e che mi portava ad essere al centro dell’attenzione. Ora molto meno perché lo sfogo in altre tematiche.
- Qual’è stato il tuo rimpianto artistico più grande?
Al momento non mi viene nessuna risposta, se mi soffermo a cercare o pensare qualcosa vuol dire che tanto grande non dev’essere. Non ho grandi rimpianti. Al momento ho fatto un percorso lineare in cui mi ritrovo e mi ci riconosco, mi ha fatto divertire, mi ha fatto crescere. Sicuramente spero che possa continuare ad essere un percorso lineare nel tempo che mi possa fare crescere ed io a crescere con lui. - Nel cassetto dei tuoi sogni ci stanno tre duetti. Se potessi dargli un nome, a quale artista preferito li attribuiresti?
La Storia: Francesco De Gregori.
La Novità: I Pinguini Tattici Nucleari, li trovo davvero interessanti.
La Parte più Ironica: Elio e le storie tese. (che caratterizza molto anche il mio percorso artistico)
- Chi è il tuo fan più fedele e sincero?
Fedele: il mio nonno.
Sincera: la mia mamma.
Mio fratello è il mio punto d’appoggio più grande dato che stiamo facendo questo viaggio a due, quindi fedele, presente e affezionato a quello che faccio dato che è un fan. Quando qualcosa esce e gli piace parecchio perché l’ha scritta anche lui e di conseguenza l’ha approvata.
- Qual’è la tua canzone del cuore e che avresti voluto comporre al posto del suo original creatore musicale?
Anime salve di Fabrizio De André.
- In chiusura del MEI, il 2 Ottobre con “Una Musica Può Fare” sei stato il protagonista a Piazza del Popolo a Faenza? Che esperienze hai portato nel cuore di questi momenti?
Il MEI è una manifestazione troppo grande che conosco purtroppo da troppi pochi anni. C’è passata la storia della musica dal MEI di Faenza. Ho portato a casa da quella serata l’energia di tanti giovani (più o meno giovani) che decidono di mettersi sulle ali della musica che è un pò il mezzo di comunicazione più efficace ch abbiamo da sempre o almeno così la penso io. - Artisticamente parlando … cosa ti ha fatto più incazzare in questi anni?
Non è un emozione che mi appartiene tantissimo nella vita. Sono sempre stato per la via della moderazione. Da poco ha chiuso il Teatro Nuovo di Milano di cui ho dei bellissimi ricordi (un pò a conseguenza della sofferenza relativa al periodo post covid) e quindi vedere la fatica che fanno certi posti, certe realtà, certe compagnie per rimanere in piedi di certo mi da molto fastidio e mi dispiace parecchio che non vengano riconosciuti appieno questi ruoli importanti dalla società che non vengono spesso neanche considerati. - Dopo “Il congiuntivo” e l’esclusiva esperienza Sanremese non pensi che qualcuna con “il corsivo” ti abbia un po’ involontariamente rubato la geniale idea?
Ahahah … è un trend del momento quello del “corsivo”, è un gioco nato tra dei giovani attraverso una piattaforma usato in modo assolutamente consapevole che poi viene un pò preso troppo sul serio dai giornalisti e addetti allo spettacolo che lo criticano eccessivamente alla volte crocifiggendo e facendo del bullismo e del male a dei giovanissimi che hanno fatto una cosa fatta per puro scherzo e divertimento.
Non ci vedo assolutamente niente di male. Non so se si saranno veramente ispirati a me e alla mia canzone … gli do un grande sincero abbraccio anche perché nella realtà nessuno di loro parla in quel modo. - Eventi e progetti futuri ne abbiamo?
Ne abbiamo molti. Stiamo scrivendo un nuovo libro per Mondadori Ragazzi che uscirà a breve su RAI Play nel programma che ho condotto … ma non posso spoilerare nulla. Sicuramente è stata un’esperienza molto bella. Uscirà nel 2023 tanta nuova musica … ma tanta tanta e quindi non vedo l’ora di parlarne, di farla uscire, di farla ascoltare. - Manda un saluto speciale a tutti i lettori del MEI e dicci dove possiamo trovarti e ascoltarti.
Un grandissimo saluto a tutti numerosi i lettori del MEI che potranno trovarmi su tutti i miei canali principali.
La Nazionale di Lorenzo Baglioni è presente in MEI CALL https://open.spotify.com/