Nel corso dell’ultima riunione del proprio consiglio di amministrazione la società di rappresentanza delle etichette indipendenti europee Impala ha ribadito la propria contrarietà all’introduzione di un’equa remunerazione per lo streaming musicale, uno dei provvedimenti più richiesti da artisti e titolari dei diritti raccomandato sull’ultima inchiesta del governo britannico sul mercato della musica digitale.
Secondo Impala l’introduzione di una regolamentazione inerente i compensi “danneggerebbe la capacità di investimento delle etichette, danneggerebbe il settore in forte crescita degli artisti che si auto-procedono” e metterebbe addirittura a rischio le entrate degli artisti in virtù delle dinamiche di ripartizione dei ricavi interne ad alcune società.
Secondo l’associazione discografica, inoltre, l’introduzione dell’equa remunerazione nell’ambito dello streaming “avrebbe un impatto negativo sulla diversità, aspetto – questo – che sarà analizzato più nel dettaglio nel prossimo rapporto di Impala relativo a equità, diversità e inclusione”: “Il rischio di un approccio del genere – conclude la nota di Impala – sarebbe quello di creare un ‘investment gap’, perché i ricavi verrebbero drenati dal versante discografico dell’attività, fenomeno che varrebbe anche per artisti che si autoproducono”.
Fonte: Rockol