♪ PAREIDOLIA MUSICALE ♪ Rubrica a cura di Andrea Gioè
- Raccontaci brevemente chi è Sem Janela.
Ciao a tutti i lettori e ciao Andrea!
Mi chiamo David, ma da un po’ di tempo a questa parte mi faccio chiamare Sem Janela. Tutto è nato a Lisbona, città che nel 2018 ho vissuto per sei mesi. Avevo affittato una stanza molto economica, ricavata in un’altra stanza con muri in cartongesso, che però non aveva la finestra. Nel quartiere ero diventato “o menino sem janela” (il ragazzo senza finestra). Avevo scelto Lisbona per l’ennesima esperienza all’estero perché si parla portoghese, lingua che avevo un po’ masticato nel 2017 in Brasile dove ho svolto un anno di servizio civile. Canto e mi accompagno con la chitarra, e quando mi frulla qualcosa in testa provo a metterla su carta e a farla diventare una canzone…
- Per la playlist AIA Artists for Spotify ci hai proposto “Pullover”. Cosa significa per te questa canzone? Quando l’hai composta? Che risultati hai già ottenuto? Dove desideri possa arrivare?
Si! Pullover è il mio ultimo singolo ed è uscito il 27 maggio scorso. In termini di ascolti è un singolo che rispetto agli altri sta faticando un po’. Il suo sound estivo (la canzone è stata arrangiata e prodotta da Alessandro Apollo Presti) entra in contrasto con il testo che invece parla di una persona che mi indossa come se io fossi un pullover per riscaldarsi quando sente freddo. L’ho scritta una sera, due anni fa o forse di più. La metafora è venuta da sola visto che la persona in questione aveva sempre un pullover legato alla vita o sopra le spalle. Se volete saperne di più andate ad ascoltarla e capirete come è finita!
- Per quale buona ragione la gente dovrebbe ascoltare e acquistare la tua musica?
Io ci metto tutto me stesso nella mia musica e cerco di raccontare storie, le mie storie, quello che mi succede. A volte le persone si ritrovano in quello che dico e credo sia questo il motore di tutto, quello che ti porta poi ad ascoltare e a comprare la musica di un determinato artista.
- Sei mai stato definito la copia di qualcuno?
Una copia in tutto e per tutto no, mai. Mi dicono spesso che il mio timbro vocale ricorda quello di Calcutta, ma io non ce lo sento così tanto!
- Quanto contano veramente per te le tue canzoni?
Per me ovviamente contano tanto. Sono storie ed esperienze vissute direttamente sulla mia pelle. Come scrivi tu in una delle prossime domande, le canzoni, per chi le scrive e le fa “nascere”, sono come figli!
- Artisticamente parlando … cosa ti ha fatto più incazzare in questi anni?
È difficile farmi incazzare! La rabbia è un sentimento che cerco subito di trasformare in qualcos’altro. Però diciamo che se mi incazzo, a volte, mi incazzo con me stesso. Magari penso che in alcune circostanze avrei potuto dare di più e invece mi sono fatto prendere troppo dall’emozione. Credo però che tutto faccia esperienza e che alla fine, come diceva mia nonna, “se sono rose fioriranno”. Continuo ad impegnarmi, sulla mia strada, e vediamo un po’ se fioriranno mai ste rose!
- Sai cos’è la Pareidolia? Mentre stai rispondendo a questa intervista, alza gli occhi al cielo (guarda fuori dalla finestra) e dimmi cosa vedi?
Devo ammettere che non sapevo cosa fosse la pareidolia ed ho cercato la parola su Google! Ho alzato gli occhi al cielo, ma ciò che vedo ora sono solo tante nuvole nere che si avvicinano minacciose, ed io tra un paio di ore dovrei suonare all’aperto! Sentendo questa parola però, ormai, non posso che collegare il tutto a questa intervista e alla possibilità che mi stai dando per raccontarmi un po’. Grazie!
- Se dovessi definire le tue canzoni come figli, potresti dire di avere un figlio prediletto?
Come dicevo sopra, SI, per me le canzoni sono come figli, ed anche se non ci dovrebbero essere preferenze perché in fin dei conti ogni canzone è unica e racconta qualcosa di diverso dalle altre, posso dire che “LATTE E MIELE” è la mia figlia prediletta. È una canzone che cerca di raccontare le emozioni che ho provato durante i primi incontri con una persona che avevo capito subito essere speciale. Spotify l’ha inserita in due sue playlist editoriali “scuola indie” e “new music friday”.
- Quanto è versatile la tua voce?
Quanto basta per raccontare quello che canto. Non mi identifico come cantante e non faccio della voce il mio punto di forza. Credo che però la mia voce, la mia chitarra e le mie canzoni possano raccontare qualcosa e catturare chi le ascolta!
- Qual’è stata l’esperienza musicale più figa che hai vissuto in tutta la tua carriera? Quasi tutte sono fighe. A parte qualche finto concorso che ti spilla solo soldi faccio tesoro di tutto ciò che vivo! Questa estate che sta giungendo al termine è stata fantastica! Sono riuscito a vivere solo della mia musica, cosa che sognavo da molti anni!
- Qual è stato il tuo rimpianto artistico più grande?
Non ho rimpianti! Se sono arrivato fino a questo punto è perché ho fatto delle scelte! Facendone altre sarebbe andata di sicuro diversamente. Meglio? Peggio? Non lo saprò mai…
- Nel cassetto dei tuoi sogni ci stanno tre duetti. Se potessi dargli un nome, a quale artista preferito li attribuiresti?
Io amo collaborare con altri musicisti. È un arricchimento umano ed artistico, e visto che la musica si fa insieme è sicuramente un’esperienza di crescita e di confronto. Se penso ai primi tre nomi con i quali ad oggi mi piacerebbe duettare c’è sicuramente Marco Mengoni, la voce maschile italiana più bella e versatile. Davide Petrella, conosciuto anche come Tropico, autore di testi di numerosi brani, da Cremonini ad Elisa, da J-Ax a Marracash. Mi piacerebbe molto scrivere qualcosa insieme a lui! Ed infine ti dico Cesare Cremonini. Sono cresciuto con lui e la prima musicassetta che comprai fu proprio Squerez dei Lunapop!
- Chi è il tuo fan più fedele e sincero?
Per causa di forza maggiore, Aki, il mio cane. Sono anni che mi ascolta, nove per l’esattezza, ed è sempre il primo al quale faccio sentire i miei nuovi brani. Vi sembrerà assurdo ma riesco anche a capire quali sono le canzoni che apprezza di più, e in cima a questa lista c’è Caffè Macchiato, una mia vecchia canzone… è la sua preferita. Devo dire che però sono fortunato. Ho molte persone attorno che credono in me e questo mi da tanta, tantissima forza!
- Quanto ti definisci indie?
Beh visto che non ho etichetta discografica, che finanzio interamente io il mio progetto, che ho registrato tutte le chitarre acustiche delle mie canzoni a casa, che faccio le cover dei miei singoli e monto i lyrics video, credo di essere abbastanza indipendente!
- Eventi e progetti futuri ne abbiamo?
Assolutamente si. Collegandomi alla domanda precedente vorrei trovare un’etichetta che possa supportarmi. Continuerò a suonare in giro per locali (ho in mente di fare anche un piccolo street tour, magari la prossima estate) e se trovassi una booking agency per ampliare il mio raggio di azione sarebbe il top. Ovviamente in autunno si riprende il lavoro in studio e tra fine 2022 ed inizio 2023 usciranno nuovi brani!
- Manda un saluto speciale a tutti i lettori del MEI e dicci dove possiamo trovarti e ascoltarti.
Molte grazie per questa chiacchierata, grazie al Mei e grazie a te Andrea!
Potete trovarmi su Spotify e su tutti i digital store, su YouTube, e per aggiornamenti sui miei eventi live su Instagram e Facebook. Basta cercare SEM JANELA!
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Pullover di Sem Janela è presente in AIA Artists for Spotify Vol.9 https://open.spotify.