♪ PAREIDOLIA MUSICALE ♪
Rubrica a cura di Andrea Gioè
- Raccontaci brevemente chi è Vima.
Vincenzo Marco Mugavero, nasce al centro della Sicilia nel bel mezzo degli anni ’90 durante un mezzogiorno di metà anno. Romantico coi piedi e il cuore per terra, sviluppa fin da piccolo l’amore per le ballad anni ’80 guardando i filmini del matrimonio dei suoi genitori. Questi lo costringono ad imparare il pianoforte all’età di 6 anni, fino a che crescendo comincia a studiare gli spartiti dei suoi artisti preferiti al posto di quelli che gli vengono imposti in conservatorio. Dopo aver trasformato il Liceo Artistico che frequenta in un mero palcoscenico per migliorarsi, comincia a comporre semplici melodie e a spalmarci sopra la sua voce per capire che sapore abbiano. Da lì a poco arriva l’esigenza, anche durante i pasti, di scrivere canzoni che diano un senso a tutto ciò che gli capita, giorno dopo mezzogiorno. Proprio dal suo mezzogiorno ben presto si sposterà per inseguire il sogno che aveva da bambino mentre guardava il Festivalbar, magari provando anche ad essere costante in qualcos’altro che non sia la musica (ma con scarsi risultati).
- Per la playlist AIA Artists for Spotify ci hai proposto “Gin Kelly”.
Cosa significa per te questa canzone? Quando l’hai composta? Che risultati hai già ottenuto? Dove desideri possa arrivare?
Il pezzo, composto nell’ormai lontana estate del 2018, è una canzone fresca, orecchiabile e anche ricca di immagini relazionali e giovanili, raccontate attraverso l’insolita dichiarazione d’amore nei confronti di un’amante: “Non sei come lei, però mi fai sentire meglio”. Si parte dalle scuse per alcune foto cancellate per arrivare all’incosciente euforia che fa cantare un uomo per strada. Sentirsi vivi è la priorità in “Gin Kelly”: una priorità forse apparente e precaria, ma in cui ci si adagia lo stesso pur sapendo bene che potrebbe finire da un momento all’altro. Magari una pioggia talmente forte romperà uno o entrambi gli ombrelli sotto cui ripararsi, ma finché c’è tutto in ballo perché non ballare? Non a caso i due protagonisti vivono con leggerezza “qualcosa che non sia un impegno” e lo fanno “in una camera d’albergo”, consapevoli di una transitorietà che “sembra” una casa, una costruzione di sicurezza e quindi di un rapporto serio e duraturo. Musicalmente il tutto è introdotto da un disco che rallenta per mancanza di energia elettrica, ma allo stesso tempo prosegue in modo costante come un carillon che attraversa la canzone intera, simboleggiando un ricordo allegro e a tratti statico, destinato a finire proprio come preannunciato. L’invito a godersi le conseguenze dei propri sbagli è permeato quindi da quell’amara consapevolezza che è meglio affrettarsi nel ricordare a qualcuno quanto ci faccia stare bene, prima di “affogare”, prima che sia troppo tardi.
La canzone è stata selezionata tra i brani finalisti, insieme a Biancameme, per la scorsa edizione del concorso nazionale per autori di canzoni “Genova Per Voi”, ma sono certo che il suo percorso sia appena iniziato.
- Per quale buona ragione la gente dovrebbe ascoltare e acquistare la tua musica?
Per l’autenticità del suo contenuto che ne permea ogni tassello, dall’incastro di testi e musica, che non viene mai lasciato al caso nemmeno per una singola parola, ai sentimenti di speranza che riesce a trasmettere. Quale sentimento più spontaneo e autentico della speranza può permeare ogni singola azione umana volta al progresso e al miglioramento? Spero che la gente possa aver bisogno della mia musica come io per primo ne ho bisogno. Per utilizzare un parallelismo, definisco la mia musica quasi il Be-real dei social attuali, un anti-finzione che potrebbe farsi strada senza troppi problemi una volta accolto sul mercato (o almeno questa è la speranza).
- Sei mai stato definito la copia di qualcuno?
Fortunatamente non ancora, ma riesco a trasformarmi da cantautore a cantautoma se necessario, vista la passione per le imitazioni che mi porto dietro fin da piccolo. Quindi beh… possono definirmi “la copia di qualcuno” ogni volta che voglio e per un lasso di tempo di cui io stesso scelgo la durata 😂
- Quanto contano veramente per te le tue canzoni?
Le mie canzoni sono strettamente legate alla mia vita, tanto quanto i miei familiari, le mie scelte e la gente che frequento. Sono il ricettacolo di tutte le mie esperienze più o meno importanti e decisive per il mio sviluppo, come uomo e come musicista. Sono un promemoria, sono il mio diario e persino il mio testamento. Quindi direi che contano veramente moltissimo per me.
- Hai vinto il Meeting Music Contest! Complimenti! Vuoi condividere con i lettori del MEI le emozioni che hai provato e perché no regalarci qualche inedito aneddoto di quei momenti magici?
Innanzitutto ringrazio l’eccezionale lavoro di talent scouting del MEI, che attraverso il suo Patron Giordano Sangiorgi ha ormai da anni una delle mission più autentiche e nobili di questo settore. Sono onorato di essere stato reclutato e di aver potuto dare il mio massimo in un contesto così motivante e prestigioso. Posso affermare che nonostante alti e bassi, io sia sempre stato il primo a credere in me stesso (seguito da famiglia, amici e qualche passeggero), ma quando anche dei professionisti di un certo calibro cominciano a farlo… è lì che cambia tutto e che arrivano le vere e proprie svolte. Ecco, penso questa sia a pieno titolo una di quelle, anzi, visti i bellissimi premi che mi aspettano da questa inaspettata vittoria, credo sia LA SVOLTA a lettere maiuscole. Forse è normale visto che è passato pochissimo tempo, ma sento ancora sulla pelle ogni singolo brivido provocato quell’annuncio al microfono. Caricheró al più presto sul mio canale YouTube il video intero della proclamazione, così che tutti possano vedermi in stato confusionale (in nome dell’autenticità e delle emozioni vere). Il livello artistico e umano degli altri miei colleghi finalisti era alto tanto quanto il livello di adrenalina e incredulità nel ritirare quella targa. Mi ha colpito un sacco il fatto di aver stretto un legame di stima e affetto reciproci coi sopracitati “sfidanti”: giovani che come me che ce la mettono tutta per farsi strada in questo percorso tortuosamente bello che è la musica. Sono sicuro che ci sarà un futuro radioso ad attendere ognuno di questi talenti (e anche il MEI ne è convinto).
- Sai cos’è la Pareidolia? Mentre stai rispondendo a questa intervista, alza gli occhi al cielo (guarda fuori dalla finestra) e dimmi cosa vedi?
La pareidolia è “la tendenza istintiva e automatica del cervello a trovare strutture ordinate e forme familiari in immagini disordinate; l’associazione si manifesta in special modo verso le figure e i volti umani”. Così recita wikipedia, ma sto per laurearmi in psicologia e avevo già studiato questo fenomeno fondato sulle teorie della Gestalt (pur non ricordandomene il nome). Tuttavia guardando in alto fuori dalla finestra vedo un cielo “sempre più blu” e canticchio istintivamente Rino Gaetano. Vedo la bellezza del cielo, un cielo uguale per tutti, sotto il quale tutto cambia, compresa la forma delle nuvole a cui attribuiamo mille significati, ma che ci ricorda quanto relativa sia ogni realtà sotto di esso.
- Se dovessi definire le tue canzoni come figli, potresti dire di avere un figlio prediletto?
Credo che prima o poi ognuno di questi figli avrà il suo momento di gloria, chi più chi meno. Certo è che se qualcuno di questi richiederà un investimento maggiore di tempo e denaro, non esiterò a concederglielo. Il fatto che li abbia messi al mondo già di base conferisce ad ognuno di essi pari dignità e possibilità, ma essendo la vita un cocktail di fortuna e occasioni… chissà. Ad alcuni di loro verrà detto “tu sei per pochi” e altri piaceranno a tutti immediatamente, senza nemmeno doversi sforzare più di tanto per entrare nel cuore della gente. Magari il pezzo inizialmente più “timido e impacciato” della famiglia potrebbe avere alla lunga il futuro più roseo e glorioso in assoluto. Quindi è bello non avere di base un figlio prediletto e puntare su tutti in egual maniera, vestendoli nel miglior modo possibile fin da piccoli. Alcuni si arrangeranno in maniera diversa rispetto ad altri, ma il bello di vederli crescere mentre vanno sulle proprie gambe è proprio questo. Diró sempre, anche a quelli che nasceranno, “andate figli miei, e fate la differenza” (poi sta a loro farlo e ai gusti della gente del loro tempo).
- Quanto è versatile la tua voce?
Ad occhio e croce direi parecchio. Sono varie le forme che puó assumere grazie agli anni in cui mi dedicavo ad altre forme d’intrattenimento. L’ho condotta attraverso il cabaret, il teatro, il beatbox, il musical e soprattutto le imitazioni e la conduzione stessa. Ci gioco da una vita con lei, proprio come gioco con le parole: è la mia più fedele compagna di viaggio, unita al mio pianoforte. Su di esso la adagio quando è stanca, ma soprattutto quando voglio farla ripartire in maniera esplosiva, sarcastica, rabbiosa, divertente, suadente o delicata (talvolta anche parlando e recitando il contenuto delle canzoni, se serve).
- Qual’è stata l’esperienza musicale più figa che hai vissuto in tutta la tua carriera?
Probabilmente proprio il Meeting Music Contest di Rimini, di cui ho parlato sopra. Mi ha dato una carica inimmaginabile sotto ogni punto di vista. Dall’alchimia col pubblico a quella coi giurati: tutto sembrava perfetto a livello energetico. Ho avuto un riscontro con ogni persona seduta lì davanti al palco che mai avrei potuto immaginare, arrivando persino a firmare qualche autografo (roba che non pensavo mai potesse accadere). Per la prima volta nella mia artistica mi sono trovato al posto giusto nel momento giusto. Mi sono sentito “visto” e soprattutto capito come mai prima d’ora, complice forse anche la scelta dei pezzi e l’intensità con la quale li ho eseguiti in entrambe le serate. È stato tutto una figata, anche il supporto emotivo dei ragazzi che lavoravano all’evento e che non mi hanno fatto mancare nulla. Ecco, questo ha contribuito tantissimo alla riuscita della serata: essere stati messi nelle condizioni più adatte e favorevoli a dare il massimo di noi stessi.
- Qual è stato il tuo rimpianto artistico più grande?
Aver citato mio nonno in una canzone soltanto dopo la sua scomparsa. Lui amava le miecanzoni (comprese le prime, quelle leggere e spensierate) e sarebbe stato felice di ritrovarsi in uno dei miei testi, all’interno di uno dei CD che ascoltava in macchina (quelli masterizzati in casa e contenenti varie mie demo, per intenderci). È mancato tre anni fa e soltanto adesso sono riuscito a dedicargli un verso di un mio pezzo: il pezzo che mi ha fatto trionfare al Meeting Music Contest. In futuro mi piacerebbe scrivere di più su di lui, vista la sua rocambolesca vita e l’esempio di bontà che è stato per me fin da bambino. Non ho mai metabolizzato del tutto la sua scomparsa, forse perché non mi ha mai lasciato davvero. Mi piacerebbe che la mia vita e le mie canzoni fossero la prova anche di questo, di come una persona amata possa continuare ad esistere indipendentemente dalla sua presenza fisica. Sul quel palco a Rimini mio nonno Stefano era con me.
- Nel cassetto dei tuoi sogni ci stanno tre duetti. Se potessi dargli un nome, a quale artista preferito li attribuiresti?
Mi limiterò a citare, molto faticosamente, soltanto artisti del panorama musicale attuale, viste le innumerevoli influenze che ho subito fin da piccolo e la svariata quantità di idoli immortali che continuo ad ascoltare per motivarmi e stare bene. Uno di questi duetti lo realizzerei col maestro Dario Brunori, colui che in tempi abbastanza recenti mi ha ridato speranza nel cantautorato italiano puro (o forse non me l’ha mai fatta spegnere completamente). Un altro featuring di sicuro lo vorrei col grande Fabri Fibra, colui il quale mi ha fatto innamorare del mondo hip-hop nostrano, contribuendo a trasmettermi in maniera definitiva l’amore per le assonanze e i giochi di parole (e di parolacce). Lo reputo una geniale fonte d’ispirazione per come riesce a non prendersi mai troppo sul serio, collegando argomenti anche seri ma diversissimi tra loro. E infine, last but not least… MIKA, il mio primo vero amore artistico, sia per la positività dei suoi giri armonici che per le ballad estremamente orecchiabili, commoventi e mai statiche. Nel suo sound riconosco tutto il meglio delle influenze internazionali che amo di più (pianistiche e non), dai Beatles ad Elton John, passando per i Queen, Bowie, Lou Reed, Robbie Williams e Dan Black. Inutile dire che è uno dei performer migliori in circolazione (Eurovision 2022 docet).
- Chi è il tuo fan più fedele e sincero?
Sicuramente mio padre, con cui ho un rapporto parecchio singolare. A lui forse non piace il fatto che lo dica pubblicamente, ma le volte che l’ho sentito letteralmente piangere come un bambino al telefono per i miei traguardi musicali (raggiunti quasi sempre fuori casa) sono tra i momenti più significativi della mia vita. Eppure litighiamo tantissimo per motivi futili o per il fatto che spesso mi vorrebbe “sistemato” (e non intendo a livello sentimentale ma piuttosto lavorativo). È un uomo oggettivamente forte che non mi risparmia nessuna critica pur di farmi crescere (qualità che ha trasmesso anche a mia sorella). Nonostante tutte le incompatibilità caratteriali e i suoi modi “da orso”, ha un cuore d’oro che ci rende più simili di quanto pensiamo. Non smette mai di vantarmi con amici e colleghi, ma in quasi tutte le nostre conversazioni mi tiene ancorato a terra, e con gli occhi aperti di fronte ad un imminente pericolo. Essendo un vigile del fuoco, ma anche una persona che si è realizzata da sola, avverte l’odore di bruciato della vita a chilometri di distanza.
È questo l’aspetto di lui che impatta maggiormente col mio animo da sognatore, ma allo stesso tempo rappresenta il mio “settimo senso” in ogni strada nuova che intraprendo. Comunque andrà la mia carriera una cosa è certa: lui non mi abbandonerà mai e insieme a mia madre troverà il modo di esserci. Sempre.
- Quanto ti definisci indie?
Tanto, a tal punto da non potermi definire in altri modi. Lo sono nell’anima, nei modi di fare e nelle sonorità. Lo sono perché indipendente dall’industria discografica e dai modelli culturali correnti. Lo sono perché, come dico anche in Gin Kelly, non seguo la moda. Lo sono da quando ho capito che esserlo era l’unico modo per vivermela meglio e guadagnarci qualcosa (in creatività e salute ovviamente).
- Eventi e progetti futuri ne abbiamo?
Impossibile non citare come primo “impegno” il MEI 25, che si terrà a Faenza dal 30 Settembre al 2 Ottobre. Mi esibirò con alcuni dei miei pezzi in mezzo ad una fantastica kermesse sul Palco Giovani di Piazza Del Duomo, grazie alla recente vittoria del Meeting Music Contest di Rimini.
Non vedo l’ora di emozionarmi e di emozionare ancora con la mia musica quante più persone possibili. In questi giorni sto organizzando la scaletta della mia performance, in cui non mancheranno di certo momenti più intimi e acustici.
Successivamente mi aspetta la finalissima del Premio Pierangelo Bertoli al Teatro Storchi di Modena nei giorni 31 ottobre e 1 novembre. Mi esibirò accompagnato da una band composta da alcuni musicisti storici del compianto cantautore e diretta da Marco Dieci, che vanta la più lunga carriera musicale al suo fianco.
Per il resto mi attende una borsa di studio artistica presso la Music Academy di Rimini, una settimana in sala di registrazione presso il Lotostudio di Ravenna di Gianluca Lo Presti e tutti i rimanenti premi derivati dalla vittoria al Meeting Music Contest. Inciderò il mio progetto musicale che verrà sia distribuito digitalmente che stampato sotto forma di CD. Il tutto a cura del MEI, che mi darà la possibilità di affiancarmi all’Ufficio Stampa L’Altoparlante e ad una promo radio. Per quanto riguarda invece uno dei singoli che uscirà nei prossimi mesi, registrazione e distribuzione saranno curate da Parodoi Dischi, la quale si occuperà anche di realizzarne un videoclip.
- Manda un saluto speciale a tutti i lettori del MEI e dicci dove possiamo trovarti e ascoltarti.
“See you sound” amici MEI! Ascoltatemi, se vi va, su tutte le piattaforme digitali e restate sintonizzati sul mio profilo instagram @vima.it per novità di ogni tipo riguardanti me e la mia musica. Un abbraccio e grazie di cuore a tutti 😘
Gin Kelly di Vima è presente in AIA Artists for Spotify Vol.8 https://open.spotify.