La prima puntata di Audition ha visto esordire la nuova giuria e la nuova conduttrice
Torna X Factor . Si ripresenta sull’onda di una passata stagione non certo memorabile, condotta da un Ludovico Tersigni bocciato e rimandato a settembre. A sostituirlo, il talent si gioca la carta rischiosa di Francesca Michielin.
Intanto, per dare nuova linfa, i produttori dello show ripescano il veterano Fedez che, a distanza di quattro anni dall’ultima volta, torna a sedere al tavolo dei giudici con una diversa maturità e la consapevolezza dell’artista (e dell’uomo) navigato. Facile qui vedere il frutto dell’operazione chirurgica cui si è sottoposto la scorsa primavera e che, a sua detta, gli ha rivelato un nuovo modo di stare al mondo. Accanto a sé, il rapper è stato circondato dall’amico fidato Dargen D’Amico, da «l’unico rapper che non parla male di me» Rkomi, oltre che della wildcard Ambra Angiolini.
Per quanto riguarda la proposta musicale, la serata ha regalato come highlight assoluto la cover di Coraline dei Måneskin, ad opera della diciottenne Linda Liverditi. Al pianoforte, con un piglio decisamente itpop ha impiegato poche note per far commuovere la giuria (Fedez primo fra tutti, of course) e, a meno di 24 ore di distanza, beccarsi i complimenti di Damiano con un tweet d’apprezzamento. Più interessante ci è parsa la proposta della modenese Irene Pignatti che ha portato sul palco la sua versione voce e telecaster di Youth di Daughter.
Potenziale non espresso, invece, quello di Manal Harchiche, la cui scelta di New Body di Kanye West non ha appassionato i giudici, ma che invece appare il classico diamante grezzo destinato a migliorare. Tanti applausi per gli Omini, trio composto da due figli di Alex Loggia degli Statuto. Niente revival mod come ci saremmo aspettati, ma tanta energia rock veicolata attraverso una bella esecuzione di Tick Tick Boom dei The Hives.
Ultimi da segnalare sono i Santi Francesi, duo synth-pop che ha proposto un inedito in zona Tommaso Paradiso, e Lucrezia Fioritti, la cui Molecole, sebbene si sia portata a casa quattro sì, ricorda troppo spiccatamente la scrittura de I Cani e Calcutta. Tutto sommato tutto abbastanza scontato e noioso che puo’ piacere solo agli hipster indie tv milanesi.