“Gone Too Soon (Song for a Singing Greek)” è il nuovo singolo del cantautore toscano
https://www.youtube.com/watch?v=OFYOmBinN9c
Ciao Benedetto, partiamo da questo nuovo singolo “Gone Too Soon (Song for a Singing Greek)”, come nasce e cosa rappresenta per te.
Ciao Simone, bentrovato.
Capita spesso che alcune canzoni si leghino in maniera strettissima a persone e a momenti particolari della nostra vita e bastano poi poche note a distanza di anni per riportarceli alla memoria. E’ quello che mi è successo nel giugno dello scorso anno in un gioco di rimandi incrociati tra ricordi della mia adolescenza e la musica di George Michael. Da lì è nato lo spunto per “Gone Too Soon (Song for a Singing Greek)”, un pezzo venato da una dolce e delicata malinconia, in cui il piano del ricordo di questo grande artista (scomparso nel giorno di Natale 2016) si sovrappone continuamente a quello personale, cosa che ho cercato di rendere anche attraverso lo storyboard del video. Un brano dedicato a lui, ma anche alla mia generazione cresciuta con la sua musica, ormai sulla soglia dei 50 anni, per cui arriva il tempo dei primi importanti bilanci.
In genere canto in italiano, ma in questo caso è venuto naturale scrivere il testo in inglese… ed è stata una bella sfida! Per l’arrangiamento con Lorenzo Fiorentino (coautore della musica) abbiamo cercato di ricatturare le atmosfere di alcuni classici di G.M., quali “You Have Been Loved” e “Older”, caratterizzati dalla presenza della tromba come protagonista assoluta delle parti strumentali.
E’ un brano che mi ha coinvolto molto dal punto di vista emotivo nella fase di composizione e di produzione e spero sinceramente che quelle emozioni arrivino a chi vorrà ascoltare.
3 aggettivi per descrivere la tua musica
Domanda difficile… penso comunque di poterla definire:
– sincera: le mie canzoni non sono costruite a tavolino, ma nascono da un’autentica spinta emotiva, più o meno autobiografica;
– introspettiva;
– elegante: termine impegnativo, ma che mi permetto in quanto utilizzato più volte dalla mia indimenticata insegnante di canto, la professoressa Ida Neuheusler Masini.
Dovessi scegliere un artista con cui collaborare, con chi ti piacerebbe duettare?
Ce ne sono davvero tanti che ammiro e con cui sarei veramente felice di duettare… tra i grandi del panorama italiano faccio due nomi per rispettare la parità di genere: Danilo Sacco e Fiorella Mannoia, due voci bellissime con cui penso il mio stile interpretativo potrebbe sposarsi bene.
Tra i più giovani Brunori Sas e la mia concittadina La Rappresentante di Lista.
Se poi invece ci spingiamo nel campo dei sogni irrealizzabili… Whitney Houston e George Michael, e credo non serva aggiungere altro…
Hai mai pensato di scrivere per altri cantanti?
Certamente! In realtà ho anche già scritto alcuni brani pensati proprio per altri interpreti, ma per il momento le collaborazioni non si sono concretizzate. Mi auguro possa succedere in un futuro prossimo perché è davvero stimolante vedere come sensibilità diverse dalla mia possano trovare sfumature interpretative che in fase di composizione magari non avevo immaginato, una grande occasione di crescita e di arricchimento.
La Musica com’è entrata nella tua vita e cosa vuoi trasmettere in generale con le tue canzoni.
Posso dire che la musica nella mia vita c’è sempre stata. Da bambino piccolissimo giocavo con finti microfoni e finte chitarre di plastica, cantando le sigle dei cartoni animati. Da adolescente poi ho cominciato a scrivere testi e a studiare canto, a 17 anni il primo concorso canoro che ricordo ancora come fosse ieri nonostante siano passati più di 30 anni (portai “Ricordati di me” di Venditti).
Vedo le mie canzoni come piccoli racconti di vita, alcune più incentrate sui sentimenti (non necessariamente autobiografiche), altre invece legate ad eventi particolari, come ad esempio “Giura”, quasi una cronaca della notte del disastro ferroviario che nel 2009 ha devastato la mia cittadina (Viareggio). Ciò che credo le accomuni un po’ tutte sia il lato emozionale, perché penso che la musica debba trasmettere emozioni (a chi la fa e a chi la ascolta) e magari farti anche riflettere un po’…
A settembre uscirà L’Ep, puoi parlarci di questo progetto?
Le canzoni hanno un filo conduttore?
Sì, salvo ulteriori imprevisti, con un anno di ritardo, a fine settembre vedrà luce il mio primo Ep che si intitolerà “Fuori tempo Vol.1 Barchette di carta”. E’ un progetto a cui tengo molto e che ben fotografa le diverse facce del mio mondo musicale: 5 brani, scritti in momenti diversi della mia vita, che affondano le proprie radici nella musica pop-cantautorale degli anni ‘70/’80… Si va dalla ballata piano e voce al pop/rock punteggiato da assoli di chitarra elettrica, passando per il pop/folk e per il pop più leggero e ritmato. Atmosfere diverse, ma legate tra loro da una coerenza interpretativa e di sonorità. Miei i testi, mentre per la parte musicale sono stato affiancato dagli amici Simone D’Argliano, Luigi Messina e Lorenzo Fiorentino (che si è occupato anche dell’arrangiamento e della produzione audio). La copertina, anche in questo caso, è opera dell’amico Alfredo Orlandi (disegnatore di Martin Mystère, Sergio Bonelli Editore).
Per quanto riguarda le tematiche non c’è un vero e proprio filo conduttore, ma i rapporti umani e il tempo che passa inesorabile sono tra i protagonisti di queste canzoni. Per quanto riguarda il lato compositivo, invece, pur nella varietà presentano sicuramente elementi di continuità nel linguaggio e nel modo di leggere e interpretare la realtà che ci circonda.
Ovviamente il Vol.1 presente nel titolo dell’Ep suggerisce che prima o poi ci sarà un Vol.2, su cui abbiamo già cominciato a lavorare.
Un saluto a te Simone e a tutti i lettori che hanno avuto la pazienza di arrivare fino in fondo.
Alla prossima.
Gone Too Soon (Song for a Singing Greek) [Video Ufficiale]
Fuori tempo Vol.1 Barchette di carta [Preview]
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