Sono undici gli emendamenti presentati alla Camera al disegno di legge “delega al Governo in materia di spettacolo” (già approvato dal Senato a metà maggio) al momento all’esame delle Commissioni riunite VII (Cultura) e XI (Lavoro) e che a settembre dovrà approdare nell’aula di Montecitorio per l’approvazione definitiva. Allo stato attuale, la possibilità che le proposte di modifica vengano accolte sono pressoché inesistenti perché vorrebbe dire far tornare in terza lettura a Palazzo Madama il testo modificato dalla Camera in concomitanza con la Legge di Bilancio e con la legislatura ormai agli sgoccioli. I relatori del provvedimento alla Camera sono Alessandra Carbonaro, per la Commissione Cultura, e Chiara Gribaudo, per la Commissione Lavoro.
GLI EMENDAMENTI
Le proposte di modifica al testo licenziato dal Senato – che Agenzia CULT è in grado di anticipare – sono state presentate tutte dal centrodestra e soprattutto da Fratelli d’Italia. Gli emendamenti sono tutti all’articolo 2, quello che contiene le vere e proprie deleghe al Governo per il riordino delle disposizioni di legge in materia di spettacolo e per il riordino e la revisione degli strumenti di sostegno in favore dei lavoratori del settore nonché per il riconoscimento di nuove tutele in materia di contratti di lavoro e di equo compenso per i lavoratori autonomi.
Si va, per fare qualche esempio, da alcune modifiche tecniche proposte da Valentina Aprea e dal gruppo di Forza Italia alla previsione per gli anni 2020 e 2021 di un bonus per gli attori, chiesto dalla Lega con un emendamento a prima firma Germano Racchella, “pari ai contributi previdenziali nominali necessari al raggiungimento del numero di giornate lavorative annuali richieste per maturare il diritto al trattamento previdenziale”.
Il capogruppo Fdi in commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone, è il deputato che ha presentato il maggior numero di emendamenti. Ad esempio, una sua proposta prevede: “Il Governo è delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi per l’istituzione, nell’ambito dell’organizzazione del Ministero della cultura, del Fondo per le Arti Nazionali, riformando il sistema di contribuzione pubblica dello spettacolo dal vivo” nel rispetto di specifici criteri e principi direttivi che illustra nel suo emendamento. Oppure: “Il Governo è delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi per l’istituzione, nell’ambito dell’organizzazione del Ministero della cultura, di specifici organi consultivi, in seno alla Direzione Generale Spettacolo, definiti “Consiglio Generale per le Arti Sceniche” e le “Commissioni Consultive per le Arti Sceniche”. La Consulta per lo spettacolo svolge funzioni di consulenza e verifica in ordine alla elaborazione e attuazione delle politiche di settore e in particolare con riferimento alla predisposizione di indirizzi e di criteri generali relativi alla destinazione delle risorse statali per il sostegno alle attività dello spettacolo. E’ composta da quattro sezioni, per le arti sceniche, ciascuna competente per musica, danza, prosa, attività circensi e spettacolo viaggiante. Le Commissioni consultive per lo spettacolo dal vivo (per la musica, per il teatro, per la danza, e per i circhi e lo spettacolo viaggiante) hanno funzione consultiva, possono aumentare o diminuire il contributo in base a percentuali prestabilite, in ordine alla valutazione degli aspetti qualitativi dei progetti e delle iniziative afferenti alle richieste di contributo nei settori di rispettiva competenza. Le Commissioni con il parere non escludere istanze dai contributi.
Sempre Mollicone chiede anche l’istituzione della Direzione generale Musica nella struttura del Ministero della Cultura. E interviene anche sulle Fondazioni lirico-sinfoniche: “Il Governo è delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi per garantire che, nell’ambito della normativa sulle Fondazioni Lirico-Sinfoniche, sia istituito un Osservatorio sulla gestione dei finanziamenti. Il Governo è delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi per garantire che, nell’ambito della normativa sulle Fondazioni Lirico-Sinfoniche, nella pianta organica siano presenti quattro complessi artistici: orchestra, coro, ballo e tecnici, pena la decadenza dello status”.
Mollicone chiede poi “l’istituzione del “Consorzio Lirico”, ente pubblico economico a base associativa, tra i tre maggiori teatri calabresi (Teatro Rendano di Cosenza, Fondazione Politeama di Catanzaro, Teatro Cilea di Reggio Calabria)” e “’istituzione dell’Accademia Italiana di equitazione al fine di tutelare la conservazione e il tramandamento delle tradizioni specifiche; l’addestramento degli equini secondo gli insegnamenti caprilliani, con una forte visione etologica atta a promulgare il rispetto del cavallo secondo le più recenti teorie; la formazione dei cavalieri secondo i canoni caprilliani; la valorizzazione del turismo legato allo spettacolo equestre”.
Inoltre, il capogruppo Fdi in commissione Cultura torna ancora una volta a chiedere “la detrazione del consumo culturale nell’ambito del sistema fiscale nazionale”. La Lega, sempre con il deputato Racchella, chiede infine che “a decorrere dall’anno scolastico 2022/ 2023” sia “istituito il liceo delle arti e dei mestieri dello spettacolo, di durata quinquennale”.