Pop, country, folk e ancora rock. Sono diversi i generi musicali che hanno dedicato delle strofe o intere canzoni al gioco del poker. Proprio il gioco di carte tanto in voga prima nelle sale da gioco, e adesso online, è una metafora della vita spesso utilizzata da cantanti e band per narrare momenti di vita reale. Vediamo tre canzoni che parlano di assi, donne e cuori.
Viva Las Vegas, e se lo dice Elvis è così
Non potrebbe essere altrimenti: la prima canzone per narrare del connubio fra musica e poker è “Viva Las Vegas” di “The King” uscita nel 1964 e colonna sonora dell’omonimo film. Scritta, interpretata e arrangiata da Elvis Presley il pezzo è un inno alla terra dei casinò, del poker e del gioco d’azzardo, dove tutto è possibile e, al giorno d’oggi, dove potersi divertire con la sua magia anche online. Proprio in una delle sale da gioco classiche di Las Vegas c’è Presley, che nella pellicola interpreta Lucky Jackson, e che vince un’importante somma con cui vorrebbe comprare un motore nuovo. Il “re del Rock’n’Roll” vorrebbe gareggiare al Gran Premio di Las Vegas, ma una serie di eventi ridimensioneranno le sue ambizioni.
Ivan Graziani con “Il chitarrista”
La seconda canzone scelta per sviscerare il rapporto fra musica e carte di poker viene dall’Italia, ed è “Il chitarrista” del talentuoso cantautore di Teramo, classe 1945, Ivan Graziani. Nel testo della canzone contenuta nell’album “Ivan Graziani” del 1983, il cantautore inscena un fittizio discorso con “Dio”, in cui prega il “Signore” di perdonarlo per aver non soltanto barato a poker, ma per averlo fatto con il fine ultimo di “rubare” la donna all’uomo contro cui stava giocando, e che egli stesso aveva invitato a giocare a carte in un bar. Un pezzo di una magia unica, con un testo ironico, sincero e malinconico per uno dei più grandi cantautori italiani degli anni ‘70 e ‘80.
Losing Hand – il poker ancora metafora di vita anche per Ray Charles
Lo abbiamo anticipato. Il poker è una metafora di vita utilizzata non soltanto nella musica, e nei film, ma anche in romanzi e libri. La terza canzone scelta per celebrare il rapporto fra note e carte da poker è di Ray Charles Robinson, uno dei più grandi pionieri, promotori e interpreti del genere soul. La canzone “Losing hand”, il cui titolo tradotto in italiano significa “mano perdente”, è un pezzo soul blues registrato nel 1953, mentre Ray Charles lavorava con Atlantic Records. Il testo, scritto da Jesse Stone, è una poesia romantica dedicata a una donna su cui chi canta aveva “scommesso”, appunto, venendo poi deluso e ottenendo una “mano perdente”. Anche nel pezzo di Ray Charles il poker ancora una volta viene usato come metafora, questa volta per descrivere un amore per una donna non andato a buon fine.
Insomma generi differenti, artisti ed epoche diverse, ma un argomento come minimo comune denominatore. Il poker, questo gioco di carte così in voga nelle sale da gioco, e altrettanto online, è stato negli anni “cantato” e utilizzato per spiegare, descrivere e talvolta nascondere debolezze e paure della natura umana.