A distanza di 30 anni dal loro esordio, i piemontesi Unwelcome sono ancora qui, più heavy e liberi che mai! A dimostrarlo, il nuovo disco “Be unwelcome or die”, pubblicato da AMMONIA RECORDS e che sta macinando decine di migliaia di stream su Spotify. Ecco la nostra intervista alla band.
Ciao ragazzi! Cosa significa per voi essere indipendenti?
Andrea: Ciao e grazie per l’ospitalità! Per noi essere indipendenti significa innanzitutto la libertà di fare quello che ci pare, come e soprattutto quando ci pare. Sinceramente non potrei pensare diversamente il nostro rapporto, siamo da sempre dei “cani sciolti”, coi nostri tempi e le nostre idee, ed è proprio questa libertà che ci permette di essere ancora qui dopo quasi 30 anni. L’unica esperienza che abbiamo avuto con una struttura più grande (ai tempi del contratto con Attack Rec.) è stata un vero incubo…e ci siamo detti MAI PIU’!
“Be unwelcome or die” è la vostra nuova release. Un disco che va dritto al punto, surfando su generi diversi e che potremmo definire crossover. Ce ne parlate?
Andrea:Siamo molto soddisfatti del risultato,le recensioni ed in generale la risposta è stata ottima , il disco è piaciuto e di questo siamo certamente contenti…non sapevamo quale sarebbe stata l’accoglienza dopo tanto tempo, c’è sempre un po’ di apprensione ma direi che il riscontro è stato ottimo.In effetti noi ci siamo sempre considerati una band “crossover”, ci è sempre piaciuto travalicare i generi, ibridare, cogliere influenze un po’ ovunque per farne il nostro suono, che abbiamo chiamato “Space-core”: è la definizione che più ci piace. Non ci siamo mai posti dei limiti o dei paletti, non abbiamo mai avuto un suono o un artista di riferimento, come dicevo noi facciamo quello che ci piace senza preoccuparci di nulla. Non ci interessa ripetere una formula all’infinito…siamo liberi di esplorare, ovviamente restando sempre bene o male nell’ambito della formula-canzone, e tenendo sempre in primo piano la melodia, magari “storta”, ma c’è sempre!La scrittura dei pezzi è stata piuttosto semplice: alcuni sono nati improvvisando in sala prove, altri erano dei provini che io oppure Livio (chitarra) abbiamo registrato per conto nostro e poi ci abbiamo lavorato insieme, altri erano solo degli “abbozzi” che in fase di produzione/registrazione sono stati sviluppati…non abbiamo una formula. Direi che l’unica “regola aurea” è che un pezzo deve funzionare da subito…se dobbiamo continuare a lavorarci sopra significa che non funziona e lo lasciamo perdere. Ormai ci conosciamo talmente bene come persone e come musicisti da sapere quando è ora di mettere un break, una strofa, un bridge…ci viene naturale.
Pubblicato per la prima volta per Ammonia Records, label riferimento della scena punk – o non solo – italiana. Quanto è importante avere alle spalle una realtà che funzioni e sappia far funzionare le cose ai propri artisti?
Andrea:Innanzitutto credo che il punk sia stata la mia più grande influenza soprattutto a livello attitudinale: l’’etica del DIY, di fare quello che mi pare e quando/come mi pare. E con Ammonia non ci sono mai scazzi o altro, proprio perchè siamo sulla stessa lunghezza d’onda.In realtà tutto è nato in piena pandemia, quando ci è arrivata la richiesta da parte di Kappa (il boss di AmmoniaRec.) chè un amico di lunga data nonché – come me – un cuore granata, per ri-pubblicare il materiale inedito degli Unwelcome: è così che abbiamo fatto uscire la versione svedese di “Independent Worm Songs” ed anche l’album con tutti gli inediti chiamato “Rifles”, entrambi usciti nel 2020. E da cosa nasce cosa…in realtà non gli abbiamo nemmeno chiesto se era interessato alla pubblicazione di “BeUnwelcomeOrDie”: gli abbiamo spedito una testa di cavallo e tutto è stato più semplice
Non siete una band alle prime armi, siete nati in un periodo nel quale lo streaming non esisteva, eppure su Spotify macinate centinaia di migliaia di ascolti. Come siete riuscite a superare così positivamente la transizione tra fisico e digitale?
Andrea:In verità non lo sappiamo neppure noi! Scherzo, diciamo che lo streaming è il progresso, e non puoi fermarlo. Oggi è tutto tremendamente veloce, escono centinaia di dischi ogni settimana ed è veramente difficile farsi notare. Inoltre i guadagni derivanti dalle vendite dei supporti fisici (cui noi siamo tuttora legati, tant’è che abbiamo pubblicato due differenti versioni di “BeUnwelcomeOrDie” in cd-digipack con una grafica bellissima realizzata da Valerio Berruti, artista di fama internazionale) e dai concerti si sono ridotti drasticamente, per usare un eufemismo, ed è una situazione oggettivamente difficile. Però il rovescio della medaglia è la possibilità di essere ascoltati ovunque nel mondo in ogni momento, ed è per questo che insieme ad Ammonia abbiamo puntato su quel tipo di promozione, e siamo stati anche fortunati a finire su qualche playlist giusta, ma è comunque una cosa che ci lascia sbalorditi pensare che “BeUnwelcomeOrDie” abbia raggiunto quasi centocinquantamila ascolti solo su Spotify! Sono numeri che qualche anno fa sarebbero stati impensabili…
In cosa sarete impegnati nei prossimi mesi?
Andrea: Ci stiamo preparando per i concerti, vogliamo portare “BeUnwelcomeOrDie” in giro, ci manca tantissimo il contatto con il pubblico, suonare dal vivo è la cosa più divertente ed è il modo migliore per una band underground di promuovere la propria musica. Speriamo di riuscire a fare qualcosa già in estate, ma soprattutto di fare un vero tour nei club nella stagione autunnale. Ricordiamo che potete acquistare il cd-digipack a questo link: https://ammoniarecords.it/shop-online/