Definire Aura Nebiolo non è facile: la sua musica è così poliedrica da abbracciare molti generi, dal jazz al pop. Noi abbiamo provato ad entrare nel suo mondo facendole alcune domande. Occasione per parlare anche del nuovo disco “A kind of folk”.
Ciao Aura e ben trovata!Hai recentemente pubblicato il nuovo EP “A kind of folk”. Emozioni?
Ciao a voi, e grazie! Uhh, mille emozioni anche contrastanti,c’è stata inizialmente la paura del giudizio altrui, soprattutto prima dell’uscita del singolo GoodRoots, poi l’incredulità di essere stata inserita in una playlist mondiale da Spotify. Continuavo a domandarmi: “ma davvero? Ma com’è possibile?”.Ora che è uscito in realtà mi sento un po’ vuota.. Dovrò già pensare al prossimo mi sa!
Facciamo un passo indietro: per chi ancora non ti conoscesse, come descriveresti la tua musica e il tuo background?
Sicuramente un meltingpot! Ho iniziato da bambina a suonare il pianoforte, musica classica prevalentemente, poi qualche anno di violino, fino ad arrivare durante l’adolescenza al canto. Ma non mi è stato subito chiaro cosa volessi fare da grande..tutt’ora me lo domando spesso! Quindi dopo la maturità classica ho preso una laurea in chimica e solo successivamente mi sono iscritta al conservatorio di Cuneo, canto Jazz con Tiziana Ghiglioni. Il biennio poi l’ho fatto di composizione con Enrico Fazio ad Alessandria, ora frequento il biennio sempre ad Alessandria di Canto Jazz. Pur definendomi una cantante jazz, canto ed insegno pop. Tutte queste esperienze ovviamente poi sono entrate nella mia musica, che quindi è un mix di jazz, funk, pop, richiami alla musica classica..
“A kind of folk” è il primo lavoro che hai curato di persona sotto ogni aspetto. Quando hai iniziato a lavorarci e quanto ci è voluto, in fatto di tempo, passione e fatica?
Ho iniziato a lavorarci nel 2019, è nato come progetto di tesi in composizione, ma ci tenevo che mi rappresentasse veramente in ogni aspetto. Beh, è costato tanto soprattutto perché in quel periodo, dovendo approfondire meglio composizione e arrangiamento, ho tralasciato un po’ il mio strumento principale, la voce. Non appena è stato possibile registrarlo, anche per via della pandemia, mi sono rimessa a studiare tecnica vocale.. Ne avevo un gran bisogno! Penso che il prossimo lavoro sarà più incentrato sulla voce.. Chissà!
Come hai scelto i musicisti che ti accompagnano in questo lavoro? Siamo certi sia stata meticolosa la scelta dei nomi…
Molti di loro li conoscevo solo di nome e fama. Il criterio fondamentale è stato scegliere musicisti che stessero bene dentro la mia musica, quindi eclettici, che passassero dallo swing al funk ma rimanendo sempre riconoscibili. Il disco è volutamente strumentale e non c’è un solista unico. Ognuno di loro è stato solista in vari momenti del disco ma mantenendo comunque sempre la voce orchestrale. Volevo che fossero riconoscibili, unici, all’interno di una sola voce compatta orchestrale. Quindi li ringrazio anche qui, tutti: Simone Garino, GledisonZabote, Simone Blasioli, Luca Zennaro (sassofoni), Cesare Mecca e Dario Avagnina (trombe), Enrico Allavena e Alberto Borio (tromboni), Nicola Meloni (piano), Veronica Perego (contrabbasso) e Francesco Brancato (batteria).
Su quali palchi porterai queste nuove canzoni?
Beh, la pandemia non ha aiutato e il fatto di aver composto un repertorio prettamente orchestrale non giova. Al momento non ho concerti già stabiliti con questo ensemble e portare questo lavoro riducendolo a trio o quartetto, trovo non abbia molto senso.
Spero ci saranno in futuro altre occasioni per portarlo sul palco, perché questa formazione mi piace davvero un sacco!
Concludiamo chidendoti di salutare i nostri lettori a modo tuo. A te la parola!
Innanzitutto grazie mille a voi per avermi ospitata in questo spazio e grazie ai lettori che sono arrivati fin qui!
Vi saluto chiedendovi di supportare sempre gli artisti, anche quelli meno conosciuti, andando ai concerti e anche comprando (ancora!) i dischi..perché in questo nostro lavoro artistico c’è una grandissima parte di noi stessi e spesso abbiamo tanta voglia di esprimerci e ci riusciamo al meglio molte volte solo attraverso le nostre note!
Vi abbraccio