- Raccontaci brevemente chi è Erika Giannusa.
Erika Giannusa è una pianista classica, cantante leggera e lirica, compositrice palermitana, classe 1993. Dopo gli studi di pianoforte al Conservatorio di Palermo, l’esperienza giovanile al Coro delle Voci Bianche del Conservatorio di Palermo e gli studi di canto lirico svolti privatamente, si reca in Germania come pianista presso il Ph Freiburg, poi torna in Italia per studiare Composizione classica al Conservatorio di Udine. Successivamente si reca in Austria, a Vienna, dove inizia una collaborazione con gli artisti del Musical, dell’accademia Jam Music Lab. Proprio a Vienna, sentendo la nostalgia della Sicilia, Erika scrive le prime canzoni in dialetto Siciliano, e si avvicina al mondo della canzone. Ritorna in Italia dove attualmente è docente di pianoforte presso il Liceo Musicale “Percoto” di Udine e Pianista per la Danza presso il Liceo Coreutico “Uccellis”. Studia canto leggero dapprima da autodidatta e successivamente attraverso i corsi di Cheryl Porter. Attualmente è impegnata anche nella produzione discografica, occupandosi a 360° della scrittura musicale dei brani, della parte pianistica, di interagire con gli arrangiatori per trasferire la sua idea di arrangiamento, fin nei minimi dettagli; cura la realizzazione dei videoclip, spesso scrivendo la sceneggiatura e definendone la regia.
- Per la playlist AIA Artists for Spotify ci hai proposto “Errore Mondiale”.
Cosa significa per te questa canzone? Quando l’hai composta? Che risultati hai già ottenuto? Dove desideri possa arrivare?
Errore Mondiale è una canzone scritta di getto, dopo averla sognata, molto istintiva. Mi alzai, dopo varie contorsioni, dal mio letto, con un desiderio di mettere su carta quel testo e di comporre una melodia. È una canzone malinconica e ironica, mi sento di essere una persona che ama ridere anche delle sue difficoltà, per superarle meglio. Questo brano ha avuto tanti ascolti su Spotify e anche su YouTube; essendo il primo singolo che ho prodotto con una etichetta, mi ritengo soddisfatta. Vuole essere anche un brano dissacrante, rompere gli schemi di una “uniformità testuale” e del politically correct in amore. Non so dove potrà arrivare… desidero che arrivi al cuore delle persone!
- Con il video live acoustic della tua “Migrante” sei stata selezionata tra i 50 artisti che si sono esibiti il 18 Marzo per MEI for Peace. Personalmente l’ho trovata un’esibizione semplice e decisa che ha messo in risalto la tua bella pasta vocale. Questa maratona che emozioni ti ha lasciato nel cuore?
Per me la Maratona della pace è stato un momento sfidante: ero reduce da un’operazione ai denti, per cui ho messo da parte le mie difficoltà di salute per una giusta causa, cioè quella di portare un messaggio di pace. Le emozioni che mi ha lasciato riguardano la gioia della condivisione e anche l’opportunità di conoscere come noi artisti stiamo reagendo a questo momento storico difficile.
- Per quale buona ragione la gente dovrebbe ascoltare e acquistare la tua musica?
La gente dovrebbe ascoltare la mia musica semplicemente perché trova piacere e godimento nell’ascolto a livello emozionale ed intellettuale; potrebbe voler ascoltare la mia musica per nutrire una curiosità verso il nuovo, o per vedere i miei sviluppi canori e musicali…
Cerco di proporre un prodotto che pur se soggetto ai parametri del mercato musicale, possa avere anche un valore artistico e desti interesse nel pubblico. In genere si acquista la musica per sostenere gli artisti, ma io non amo farmi pubblicità in questo senso! Mi dispiace legare strettamente la musica al denaro, cioè se c’è un guadagno, tanto meglio per assicurarsi una sussistenza e continuare a produrre musica, ma non amo pensare il denaro come scopo ultimo della mia arte.
- Sei mai stata definita la copia di qualcuno?
No, fino ad adesso no. Mi hanno paragonato ad altri artisti, o perlomeno mi sono giunte voci in tal senso. Qualcuno mi ha paragonato a Giuni Russo, qualcun altro mi ha accostato alla “versione femminile” del cantautore Ultimo. Personalmente non mi piace copiare gli altri, cerco sempre di filtrare le mie idee musicali attraverso una mia riconoscibilità timbrica e musicale.
- Quanto contano veramente per te le tue canzoni?
Questa domanda non mi è mai stata posta: è curiosa! Per me la canzone è un mezzo di espressione artistica come tanti altri che padroneggio. L’importante per me è esprimermi.
- Sai cos’è la Pareidolia? Mentre stai rispondendo a questa intervista, alza gli occhi al cielo (guarda fuori dalla finestra) e dimmi cosa vedi?
Un test di Rorschach? Ahahah… l’ho cercato su internet sono sincera! È la tendenza del cervello a dare una interpretazione razionale a macchie o forme indistinte. Vedo il cortile di una palazzo, un’immagine più prosastica che poetica!
- Se dovessi definire le tue canzoni come figli, potresti dire di avere un figlio prediletto?
Non è giusto fare disparità tra i figli, sia pure musicali! Ahahaha… per me le mie canzoni sono tutte importanti, sto tracciando un percorso! Ad ogni modo l’ultimo brano in uscita il 6 aprile chiamato “L’ Ascensore del Paradiso” è sicuramente uno dei più riusciti e complessi vocalmente.
- Quanto influisce sulla tua emotività e sulle tue creazioni musicali il fatto di vivere lontano dalla tua Palermo?
Quando scrivo le canzoni in dialetto siciliano per me è un momento nostalgico, ma anche spensierato, è una sorta macchina del tempo e dello spazio che mi riporta tra i colori vividi della mia terra. Quando suono o scrivo musica la nozione del tempo si dilata sempre, è come se si creasse un momento atemporale, che pure vive nel tempo ed è scandito da questo.
Quando scrivo musica penso spesso alla mia Palermo, ed anche se non ci penso il suo influsso trapela nel mio modo di cantare, di scrivere le melodie, di creare la struttura musicale, di sperimentare attraverso commistione di stili diversi e sollecitazioni diverse, nel mio essere. L’architettura Palermitana è un esempio di ricchezza per il barocco siciliano che nella mia musica diventa spesso un horror vacui, una paura del silenzio.
Sappiamo poi che il pluristilismo è tipico delle architetture arabo-normanne che generano in me la volontà di sperimentare attraverso stili diversi. Il mio legame con la poesia e la letteratura deriva probabilmente da quello che caratterizza la nostra cultura fin dai tempi di Federico II° con la Scuola poetica Siciliana!
- Qual è stata l’esperienza musicale più figa che hai vissuto in tutta la tua carriera?
Ricorderò sempre la mia tournée in Russia, a Mosca, a 12 anni con il Coro di Voci Bianche del Conservatorio di Palermo. Mi colpì la magnificenza di Mosca, con le sue contraddizioni: la compresenza di sfarzo e di povertà. Noi coristi fummo accolti con grande rispetto e con tutti gli onori: fu la prima volta (e l’ultima) che dormii in una suite d’albergo! Una full immersion nella cultura popolare russa: tradizioni di antichi mestieri e tradizioni musicali. Ho avuto l’opportunità di stringere amicizie che durano ancora oggi. A prescindere dai fatti storici attuali, la popolazione russa si dimostrò di grande accoglienza, a ricordarci che spesso le guerre sono volute solo dai potenti e non dal popolo.
- Qual’è stato il tuo rimpianto artistico più grande?
Rimpianti artistici non ne ho, mi sto comportando come una musicista abbastanza viziata: studio e suono e canto tutto quello che ho voglia di fare! (Ahahaha) Dato questo mio atteggiamento, mi sembra logico che io possa puntare ad essere una performer musicale più che una pura concertista tradizionalmente intesa.
- Per il tuo nuovo singolo “L’ascensore del Paradiso”, nel videoclip ti vesti come un Angelo Bianco. Parlaci di questa meravigliosa ultima fatica musicale
Nel videoclip ho due abbigliamenti: un abito blu elettrico molto principesco, ed un secondo abito da Angelo. In questo senso interpreto due personaggi: me stessa ed una presenza divina! Il mio singolo parla di un ipotetico viaggio verso il Paradiso, per ricongiungermi a mio nonno paterno, che non ho mai potuto conoscere a causa di una malattia rara che lo ha portato via prematuramente.
Il brano è stato scritto in 2 giorni, in stile Sanremese, vicino a qualche sonorità del cantautore Ultimo, ma sempre con una mia impronta timbrica vocale ed un mio linguaggio melodico riconoscibile. In questo brano ho aggiunto una parte più concitata, quasi rap come special e dopo di questo un frammento nuovo e del tutto estraneo, solo vocalizzato, per poi tornare al ritornello conclusivo.
La fatica musicale per me non è stata scrivere il brano ma sovrintendere a tutti i lavori : dall’arrangiamento al mix e mastering, alla realizzazione del videoclip e tanto altro!
- Nel cassetto dei tuoi sogni ci stanno tre duetti. Se potessi dargli un nome, a quale artista preferito li attribuiresti?
Christina Aguilera
Elton John
Zucchero
- Chi è il tuo fan più fedele e sincero?
Tutti!!!! Io comunque ho un fan numero 0, cioè il primo in assoluto del mio pubblico, ma non vi dico chi è!
- Eventi e progetti futuri ne abbiamo?
Una breve partenza in Belgio inerente il mio lavoro di pianista, con altri miei colleghi musicisti! Ci sono state diverse proposte di concerti per me, anche a Palermo: devo solo organizzarmi possibilmente da fine maggio in poi e definire delle date! Spero in una futura collaborazione discografica, una volta terminata quella attuale, che dia seguito al mio percorso anche nel campo della canzone.
- Manda un saluto speciale a tutti i lettori del MEI e dicci dove possiamo trovarti e ascoltarti.
Mi potete trovare su Facebook come Erika Giannusa (pagina artista), su Instagram come @erikagiannusa, su Twitter e Tiktok. I miei brani sono disponibili su tutti i digital stores (es. Spotify) e su YouTube al canale “Ghiro Records”. Ho inoltre un canale YouTube personale, per chi volesse curiosare!
Un grande abbraccio a tutti gli amici del MEI, una Associazione che promuove veramente gli artisti ed i musicisti con adesioni da tutta l’Italia! Ringrazio tra gli altri Andrea Gioè e Roberta Giallo che si stanno prodigando tantissimo per l’arte e gli artisti emergenti ed indipendenti… Un abbraccio grande! Ciao!