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Per i lettori che non vi conoscono chi sono gli AKIRA?
Ciao, chi sono gli Akira: gli Akira sono un gruppo di 5 persone amanti della musica e della voglia di creare e sperimentare. La formazione ha subito alcuni cambi, ma al momento ha trovato la sua conformazione definitiva in Stefano alla chitarra, Angelo alle tastiere, cori e programmazioni, Roberto alla batteria e programmazioni, Roberto al basso e Francesco a chitarra e voce.
Quando nasce la vostra collaborazione?
La collaborazione nel progetto nasce a fine 2012, inizio 2013. L’idea era di formare un quartetto di forte ispirazione british, che partisse dal brit pop e dall’alternative per spaziare poi anche ad altre commistioni di genere. Ci si è poi spostati su territori più pop e new wave dal 2016 con l’ingresso in via definitiva di Angelo nella band.
Come descrivereste il vostro modo di fare musica?
Una costante ricerca dell’area grigia che sta al di fuori dalla cosiddetta comfort zone: questo è l’aspetto cardine per cercare di essere creativi, sempre rimanendo però legati al format canzone ‘tradizionale’.
C’è un filo conduttore che lega i vostri brani?
Sicuramente: musicalmente la voglia di creare scenari e spazi che permettano all’ascoltatore di riempirli con le sue sensazioni, una sorta di tela su cui ognuno possa proiettare sè stesso (alla fine una canzone è tua finché non è ascoltata, a quel punto diventa di chi ascolta che la fa sua e la lega ai suoi momenti di vita). Anche dal punto di vista dei testi, più che ad espedienti “narrativi” magari più tipici della tradizione cantautoriale, tendiamo a scrivere più per immagini, proprio per contribuire alla creazione di quegli scenari a cui accennavamo poco fa. Ogni canzone è quindi un insieme di polaroid, quasi uno storyboard, più che una storia o una riflessione completa.
Parlateci un po’ dei vostri ultimi album pubblicati.
#1 è il primo lavoro discografico che abbiamo realizzato, e dentro si sente tanta ingenuità – buona – e innocenza. Le canzoni sono belle, si sente l’inesperienza (cosa positiva, perché fa trasparire tanta tanta spontaneità e genuino stupore). Ha un sound più grezzo e diretto. Con Kaleidoscope, che nasce dalle stesse session di prova, abbiamo iniziato a comporre e scrivere con un metodo più strutturato, e il risultato finale lo dimostra. I brani hanno avuto molta più cura nell’arrangiamento, nelle preproduzioni e nella scelta dei suoni. Inoltre, Kaleidoscope ci ha portato ai nostri primi due video ufficiali e ad una maturazione importante come musicisti.
Descrivete la vostra musica in solo tre parole.
Sincerità, contemporaneità, emozione.
Ci sono nuovi progetti all’orizzonte?
Tantissimi, anche se il biennio di pandemia ha causato tanti problemi, soprattutto nell’attività live. Ci aspettiamo di tornare a suonare su qualche bel palco, a far sentire la nostra voce e le nostre canzoni. Nel 2021 abbiamo pubblicato 4 brani (Orizzonte Vuoto, Seeds of Poison, LIbera e Non Lasciarmi Andare) + uno a inizio 2022 (When the Sky Falls Down), in cui si manifesta ancora di più la volontà di trasformare il sound e sperimentare, scoprire. Abbiamo iniziato a scrivere in italiano oltre che in inglese e ci sono nuovi pezzi su cui stiamo lavorando che sono davvero fighi e non vediamo l’ora di poterli registrare e far ascoltare.
Seguiteli:
Spotify link to previous albums:
#1 (album) https://open.spotify.com/album/1J6fYSXPJr0Ymxl20Y7vsS?si=aaW-ll1rS5ap91O9ESjziw
Kaleidoscope (album)https://open.spotify.com/album/439UyokPTEqTUIxpus9uyy?si=AQeW4qgXQ3aqnidYZb4pUQ