Dal blues alla bossa, dalle forme di jazz a qualche ombra di pop. Ed il suono colpisce, quel suono americano, quel modo di fare elegante che non disturba la quiete e non si rende mai eccessivo. Vellutato e un poco ostinato dalla sua, riverberato di mille direzioni e colorato anche di fusion digitale, anche grazie alle miscele e agli arrangiamenti firmati da Stèphane Marrec. Il nuovo disco di Nicola Albano è “Albano’s Blues” e noi come al solito cerchiamo di scendere oltre la superficie.
Il blues, il jazz, la bossa… saresti d’accordo ad usare la parola Fusion? Nel senso ampio del termine…
Si, sono d’accordo ad usare la parola fusion. Nel mio modo di comporre e suonare attuo molti elementi musicali di derivazione da stili diversi, grazie a una mia visione molto aperta della materia musicale, che si fondono insieme dando vita a un genere fusion.
Che poi in questo disco arriva decisa e protagonista anche l’elettronica. Passato e futuro. Come hai trovato questa commistione?
In questo album abbiamo utilizzato l’elettronica per sperimentare insieme le atmosfere analogiche del contrabbasso e della chitarra con quelle della batteria elettronica. Il mood e il groove sono molto simili a quelle di una batteria vera anche se per Stèphane Marrec non è stato facile montare un background di batteria elettronica su delle tracce di strumenti reali.
Improvvisazione… che peso le hai dato e che spazio ha avuto nel disco?
L’ improvvisazione è il cuore di questo album in quanto le parti scritte sono solo i temi principali il resto è tutta improvvisazione. Credo che l’improvvisazione è un aspetto molto importante che deve esistere non solo nel jazz ma anche in altri stili musicali.
E pensando ad un video ufficiale? Uscirà o non pensi sia un passaggio per questo lavoro?
In realtà io e Stèphane Marrec non avevamo pensato alla realizzazione di un video, però penso che in futuro realizzeremo un video per questo progetto musicale.