♪ PAREIDOLIA MUSICALE ♪
Rubrica a cura di Andrea Gioè
- Raccontaci brevemente chi è Andrea Rana.
Beh, artisticamente parlando, sono nato circa 20 anni fa, iniziando a muovere i primi passi con un gruppo di amici e ancora prima scrivendo poesie… ne è passata di acqua sotto i ponti da allora. Credo però sia meglio non guardarsi troppo indietro e pensare sempre alla prossima stazione del viaggio.
- Per la playlist AIA Artists for Spotify ci hai proposto “Immagini dal mondo”. Cosa significa per te questa canzone? Quando l’hai composta?
È un brano composto qualche mese fa, uscito così, all’improvviso, come del resto quasi tutti i miei brani. Gli ho dato la precedenza rispetto ad altri pezzi che avevo in cantiere perché mi è piaciuto fin da subito, spingendomi a scrivere il testo e a sistemare la sua struttura. Musicalmente “Immagini dal Mondo” è un po’ un ritorno a casa, dopo diversi vagabondaggi più in ambito pop… ma in fondo il bello è proprio questo. Non mi piace essere etichettato con un genere musicale.
- Per quale buona ragione la gente dovrebbe ascoltare e acquistare la tua musica?
Non ho alcuna buona ragione da suggerire. Non sono un buon venditore di me stesso.
- Sei mai stato definito la copia di qualcuno?
Copia di qualcuno forse no, ma il gioco del “sai che mi ricordi…” è sempre attuale e mi accompagna dagli inizi. Da Ligabue, Pelú, passando per i Nomadi e Guccini… tutti grandissimi nomi, un po’ troppo grandi per me…
- Quanto contano veramente per te le tue canzoni?
Ti risponderei con delle ovvietà. Sono profumi, sensazioni, pensieri nascosti, momenti di vita: credo sia superfluo specificare quanto contano.
- Sai cos’è la Pareidolia? Mentre stai rispondendo a questa intervista, alza gli occhi al cielo (guarda fuori dalla finestra) e dimmi cosa vedi?
Sai che, in tutta sincerità, non mi ricordavo cosa fosse? Ho intuito, leggendo “alza gli occhi al cielo e dimmi cosa vedi”, che fosse ciò che effettivamente è. Detto questo, mi sono affacciato e ho visto una nuvola a forma di testa di drago con gli occhi chiusi!
- Quali sono le tue radici musicali?
Il cantautorato italiano e il rock anni ’90, su tutti. Almeno credo!
- Se dovessi definire le tue canzoni come figli, potresti dire di avere un figlio prediletto?
Sì, sono particolarmente legato a “Ti sento, Musica”, un brano contenuto nell’EP “Mentre fuori piove”, non tanto per il brano in sé, ma per ciò che ha rappresentato per me. È stato realizzato in un momento particolarmente difficile, circa 10 anni fa, nel quale cambiarono molte cose nella mia vita. Quel brano è stato per me simbolo di rinascita, una sorta di ponte fra la mia vita precedente e quella nuova. È stato inoltre il primo passo verso una produzione musicale più professionale e consapevole, cercando di dare il meglio, nei limiti dei miei mezzi e delle mie capacità.
- Qual è stata l’esperienza musicale più figa che hai vissuto in tutta la tua carriera?
Mah, ci sono alcuni aneddoti carini, ma non me li ricordo tutti. Il primo che mi viene in mente è legato a un concerto di molti anni fa, un concorso musicale nel milanese con la mia ex band “Erie”. Durante l’intro di un brano lanciai un preservativo (confezionato, n.d.r.) alla gente, mentre cantavo liriche contro la demonizzazione di quell’oggetto. Ovviamente una provocazione. Al termine del concerto, mentre ci si recava a un bar nei dintorni, alcune signore borbottavano, guardandoci sdegnate. Forse non figo, ma sicuramente divertente!
- Qual è stato il tuo rimpianto artistico più grande?
Non essere mai stato al posto giusto, al momento giusto. Sono recidivo sotto questo aspetto, purtroppo.
- Nel cassetto dei tuoi sogni ci stanno tre duetti. Se potessi dargli un nome, a quale artista preferito li attribuiresti?
Uno solo? Omar Pedrini. Per ciò che, per me, rappresenta sia artisticamente che umanamente.
- Chi è il tuo fan più fedele e sincero?
Purtroppo non c’è più da molti anni. Forse l’unica persona a credere in me, non solo artisticamente. Nonostante non fosse più giovanissimo, veniva spesso ai concerti e mi spronava ripetendomi: “Se vuoi farlo devi farlo adesso, altrimenti dopo è già tardi”. Spero che, ovunque sia, possa vedere ciò che ho fatto da allora, non tanto in ambito musicale, ma soprattutto nella vita, dal momento che all’epoca gli diedi molte delusioni.
- Eventi e progetti futuri ne abbiamo?
Eventi non ancora, progetti sempre! Mi viene automatico pensare a ciò che verrà ogni volta che qualcosa sta per essere ultimata.
- Manda un saluto speciale a tutti i lettori del MEI e dicci dove possiamo trovarti e ascoltarti.
Se siete arrivati a leggere fin qui, complimenti sinceri! Io non so se mi leggerei fino in fondo. Grazie davvero per la vostra attenzione, nel caso voleste sentire ciò che faccio, dal sito www.andrearana.it troverete tutti i link necessari per seguirmi e ascoltarmi. Grazie al MEI e ad Andrea Gioè per questa intervista, alla prossima!