♪ PAREIDOLIA MUSICALE ♪
Rubrica a cura di Andrea Gioè
- Raccontaci brevemente chi è Diorhà.
Sono una persona che concentra in sé sensibilità e forza, fragilità e coraggio, che riesce a tenere in equilibrio la concretezza e la fantasia, nella vita quotidiana, nella musica, nel lavoro. Diorhà è il mio nome d’arte ma lo sento mio più di qualsiasi altra cosa, racchiude in sé musicalità, energia e calore. Amo e vivo i colori e le sfumature.
- Per la playlist AIA Artists for Spotify ci hai proposto “Altrove”.
Cosa significa per te questa canzone? Quando l’hai composta? Che risultati hai già ottenuto? Dove desideri possa arrivare?
L’ispirazione per questa canzone è arrivata nel Maggio dello scorso anno, dopo il mio ritorno al pubblico con il mio evento Oltre. Venivamo fuori dal secondo lockdown e ho cercato di vivere quell’esperienza in ogni attimo e nel mondo più vero possibile. La pandemia ha creato ancora più distacco, ci ha rilegati in vite sempre più virtuale distaccate. Social, bombardamento mediatico, lavoro, impegni, ci distaccano anche da quello che siamo e sentiamo davvero. Anche l’amore e i rapporti di coppia diventano “da asporto” mordi e fuggi, superficiali. “Altrove” è un invito a chiudere il mondo fuori, a relazionarsi con attenzione, ascoltarsi, è un qui e ora fatto di emozioni vive e sincere. La musica, le canzoni, il palco, sono il mio “Altrove”. Da fine Novembre ad oggi mi ha portato tante cose belle, ha superato i 50mila streams su Spotify, è arrivata oltreOceano e soprattutto ha regalato tante emozioni a chi l’ha ascoltata.
- Per quale buona ragione la gente dovrebbe ascoltare e acquistare la tua musica?
È bello sapere che le mie emozioni e le mie storie arrivino agli altri, c’è chi si riconosce in ciò che scrivo e canto, credo questo sia un buon motivo. Sento tantissimo l’affetto del pubblico che mi segue, un fan finisce per amarti per tutto ciò che fai e che sei, anche oltre la musica.
- Sei mai stata definita la copia di qualcuno?
Mi è capitato in passato che qualcuno trovasse somiglianze con altre artiste, credo accada perché sentiamo sempre l’esigenza di dover riconoscere le cose, di identificarle con altre. Per fortuna in tanti mi riconoscono una forte identità vocale e artistica, frutto, sicuramente, di un lavoro personale e introspettivo.
- Quanto contano veramente per te le tue canzoni?
Le mie canzoni sono il riflesso di me, di quello che vivo, sento e di ciò che mi accade intorno, ma sono anche creatività e leggerezza. Comunque qualcosa di molto importante.
- Sai cos’è la Pareidolia? Mentre stai rispondendo a questa intervista, alza gli occhi al cielo (guarda fuori dalla finestra) e dimmi cosa vedi?
Ammetto di aver approfondito l’argomento! Mi sono definita più volte un alieno con uno “strano” modo di vedere le cose. Ho chiamato il mio evento “Oltre” pensando alla capacità di andare e guardare oltre i limiti, le apparenze, gli schemi e i confini. L’arte ha la capacità di colorare la vita anche fuori dai margini. Se guardo il cielo è questo quello che vedo, le infinite possibilità di inventare ogni giorno la nostra vita.
- Se dovessi definire le tue canzoni come figli, potresti dire di avere un figlio prediletto?
Io definisco sempre le mie canzoni “le mie bimbe” e come tali, ognuna di loro ha la sua storia, il suo percorso, la sua esperienza e la sua unicità.
Le uniche volte in cui faccio una selezione, è in occasione di eventi, festival, in quel caso scelgo in base al contesto e al messaggio legato al brano.
- Qual’è stata l’esperienza musicale più figa che hai vissuto in tutta la tua carriera?
Ho avuto la possibilità e il privilegio di vivere la musica come lavoro, ho cantato ovunque, locali, pub, TV, radio, teatri, piazze. Ho fatto tour, contest, festival, condotto programmi radio, intervistato grandi nomi, incontrato altri colleghi, tutto sempre con grande entusiasmo e coinvolgimento.
Se dovessi pensare alle esperienze più fighe, penso alle volte che ho avuto alle mie spalle un’intera orchestra che suonava le note di una mia canzone, gli inizi di ogni live, la settimana Sanremese durante il festival, l’incontro con Red Ronnie, scendere le scale del ProSceniUm Festival a ritmo di musica.
- Qual’è stato il tuo rimpianto artistico più grande?
Sarebbe potuto essere non dare vita a questo progetto, dargli un nome e la forza incredibile di viaggiare attraverso le emozioni. Ma l’ho fatto e sono felicissima di questo.
- Nel cassetto dei tuoi sogni ci stanno tre duetti. Se potessi dargli un nome, a quale artista preferito li attribuiresti?
Mi sono sempre divertita con le imitazioni, compresa quella di Anna Oxa nel duetto Sanremese con Fausto Leali. Ho avuto il piacere di conoscere Fausto grazie al mio produttore artistico Francesco Loparco, suo chitarrista, non si sa mai che un giorno scappi di imitare la Oxa con il vero Leali.
Tra i duetti che sogno ad occhi aperti ci sono quelli con Concato e Ron e quelli irrealizzabili con Pino Daniele e Lucio Dalla.
Tra le cose più concrete mi piacerebbe realizzare un feat con un amico e collega giovanissimo, ma davvero straordinario, che è Matteo Sica.
- Chi è il tuo fan più fedele e sincero, (a parte il micetto simpaticissimo che ti accompagna su “Gli occhi dei bimbi”)?
Sicuramente il mio papà! Da lui ho preso la passione per la musica, è attento e anche abbastanza critico. Lui c’è sempre stato, conosce il mio impegno e so che è molto orgoglioso di me.
- Eventi e progetti futuri ne abbiamo?
Chi mi conosce sa che non mi fermo mai! Ho buttato giù le basi per una nuova canzone, forse figlia della prossima estate. Sono in programma nuovi impegni sia legati ai live che alla collaborazione con Italian Music News.
- Manda un saluto speciale a tutti i lettori del MEI e dicci dove possiamo trovarti e ascoltarti.
Per chi vorrà seguirmi e ascoltare la mia musica, può andare sul mio sito ufficiale www.diorha.it, o cercarmi su Instagram, Facebook, Spotify e YouTube o semplicemente digitare Diorhà su Google per trovare anche articoli e interviste. Ai lettori del MEI mando un grande abbraccio e l’augurio di circondarsi sempre di arte, musica ed emozioni sincere.