E’ stata un’edizione molto energica, con una grande voglia di ritornare alla normalità e soprattutto di tornare a cantare nei palchi del teatro San Giuseppe, dove si effettuano le eliminatorie, e del teatro Masini dove si tiene la finalissima. E proprio sul palco del prestigioso teatro faentino, oltre alla vincitrice del concorso, che si è aggiudicata il piatto in ceramica creato da Goffredo Gaeta, realizzato poche settimane prima della sua dipartita, si sono imposte anche Iris Cimatti nella categoria A con “Occhiali tondi“, Francesca Mordenti nella categoria B1 con il brano “Il mio canto libero“, la talentuosa Sara Calamelli nella categoria B2 con “Something’s got a hold on me” e Matilde Montanari nella categoria C con “I know where I’ve been“.
Oltre alle categorie sono stati assegnati il premio simpatia a Carlo Martini, il premio critica a Nora Montevecchi e il premio fedeltà a Cecilia Menetti.
Incredula la vincitrice del concorso, Reneè Messeng: “Non mi aspettavo questa vittoria, c’era molta qualità nelle canzoni delle altre concorrenti. Sono felicissima, mi sto dedicando da diversi anni allo studio del canto grazie alla mia insegnante Natascia Placci, un motivo in più per credere nei miei mezzi e continuare ad applicarmi. Questa vittoria oltre al bellissimo e prestigioso piatto in ceramica, mi ha regalato anche la pubblicazione di un brano inedito messo a disposizione dalla Casa della musica e dal Meeting delle etichette indipendenti, cercheremo di sfruttare al meglio anche questa opportunità”.
Nelle prime due file della platea erano presenti una ventina di profughi ucraini, ospitati dalla parrocchia delle “Celle” e da quella di Sant’Antonino di cui è parroco Don Marco Ferrini.
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