È infine stato annunciato che a prendere parte all’Eurovision saranno almeno due brani italiani. Infatti, se si qualificherà per la serata finale, in programma a Torino il prossimo 14 maggio, Achille Lauro si troverà nuovamente a confronto con la coppia Mahmood-Blanco dando vita a una piccola replica del Festival di Sanremo. Un’eventualità, questa, resa particolarmente interessante dal fatto che Lauro rappresenterà San Marino all’interno della competizione mentre i suoi connazionali saranno invece i portavoce dell’Italia. Come forse sapete, chi vince all’Ariston non passa per le serate preliminari di 10 e 12 maggio in virtù del fatto che l’Italia, assieme a Germania, Francia, Spagna e Regno Unito, è una delle nazioni fondatrici dell’evento. Achille Lauro è quindi ufficialmente diventato un concorrente ma non è ancora un finalista a Torino.
Un’altra curiosità importante, poiché legittima la candidatura di un cantante italiano da parte di San Marino, è che le nazioni partecipanti non sono tenute, secondo il regolamento dell’Eurovision, a portare in gara un concorrente provvisto del loro passaporto (vedi Céline Dion che vince per la Svizzera nel 1988 per quello che riguarda forse il caso più eclatante a questo proposito). In secondo luogo, Achille Lauro ha presentato la canzone Stripper al concorso Una Voce Per San Marino, che ha smesso di accettare proposte in data 11 gennaio 2022, ben prima di conoscere l’esito della propria campagna sanremese.
Questa grande libertà di scelta che viene concessa alle nazioni partecipanti per i propri artisti è sicuramente curiosa in quanto non risulta evidente come possano alcuni rappresentare nazioni diverse da quella di appartenenza in assenza, inoltre, dell’obbligo a cantare nella lingua nazionale (per quanto tra Italia e San Marino non ci sia, ovviamente, alcuna barriera linguistica). Se quindi Stripper si laureasse come vincitrice del concorso, che basi avrebbe San Marino per parlare di orgoglio nazionale? Si trova un valido motivo per questa possibilità se si considera che, così facendo, vengono sponsorizzati interpreti che non avrebbero altrimenti avuto la possibilità di prendere parte al concorso. I benefici sono in entrambi i sensi in quanto permettono anche a realtà più piccole come proprio San Marino di inserirsi in importanti contesti internazionali. In questo senso, il più grande merito di questo rilassamento del codice va a rafforzare l’immagine di coesione europea che è stata così spesso corrotta negli ultimi tempi e che è però alla base della competizione. Si sminuisce quell’idea di rappresentazione quale avanzamento di un orgoglio legato a confini geografici e convenzionali a favore di un’affermazione di gusto. È già in un certo senso come una prima votazione a favore di un prodotto preso solamente in considerazione per la sua componente di merito artistico. L’orgoglio che spetta alla nazione vincitrice, nel caso in cui sia rappresentata da uno “straniero” è quindi di carattere più squisitamente morale.
Il brano in sé, inoltre, si presenta come una valida aggiunta per ciò che riguarda il palinsesto della competizione. È un singolo molto rock che bene si inserisce all’interno delle produzioni più recenti di Lauro, con un forte riff e un assolo di chitarra semplice e con un bel mordente in chiusura. Il sound è molto internazionale (non sfigura, insomma, nemmeno a livello di produzione) e si potrebbe ritenere il giusto erede di Zitti e Buoni in termini di similitudine del genere e delle tematiche che affrontano i due brani. Uscito il 4 marzo scorso, è accompagnato su YouTube da una serie di video che ripercorrono tutta la carriera di Lauro mettendo in evidenza la sua evoluzione artistica e stando forse a significare, messi in parallelo con il testo carico di menzioni di nomi e titoli celebri, che con una sorta di irriverente autoreferenzialità (che sarebbe assolutamente in linea con il suo personaggio, per quanto si tratti piuttosto di una nuova provocazione) Lauro non voglia solamente fare loro un tributo (all I need is love è un verso che pone il brano in un rapporto diretto di filiazione musicale con i Beatles; è un’ammissione della verità del “motto” del quartetto di Liverpool) quanto invece elevarsi al loro stesso livello. Per quel che riguarda il resto delle parole, Lauro rivendica ancora una volta il valore della libertà di espressione individuale a confronto con l’ambiente critico della società circostante. Rappresenta, insomma, un interessante contrappunto rispetto alla proposta sentimentale incarnata da Brividi. Non ci resta che sperare che venga ritenuta meritevole di raggiungere quest’ultima canzone in finale il 14 maggio.