Ciao Martina: innanzitutto facciamo le presentazioni…
Ciao a tutti, mi chiamo Martina Galletta, sono un’attrice – e a quanto pare anche un’autrice – milanese (anche se da anni vivo a Roma).
Parlaci del tuo romanzo, “La dimora degli Dei” in uscita oggi 24 febbraio per Infinito Edizioni: di cosa parla?
“La dimora degli Dei” è innanzitutto una storia di emancipazione femminile: la protagonista, Britta, all’inizio del romanzo è una giovane donna, una ragazza, che si sta dirigendo a Berlino insieme al fidanzato, Rudi, che è un astro nascente del partito nazionalsocialista – sì, perché il libro è ambientato nel ’38. Britta ha una famiglia facoltosa e, appunto, un fidanzato e tutta la società che le vuole imporre cosa dire, cosa fare, come vestirsi e come parlare. Britta è invece una donna colta, una donna intelligente, una donna che vorrebbe emanciparsi e poter prendere le proprie decisioni, ma… una nevicata eccezionale che la bloccherà e in un resort di alta montagna e l’incontro con una persona altrettanto eccezionale cambierà il corso degli eventi (ma non vi dico di più).
La tua protagonista, Britta, è una ragazza “ribelle” per la sua epoca: quali sono le sue “armi”?
Penso che anche Britta, soprattutto all’inizio del romanzo, cerchi una fuga, un rifugio nella cultura e nella letteratura dalla realtà che la circonda fino a che poi, sia grazie alla letteratura sia grazie a vari incontri che farà, cercherà di modificare attivamente la propria realtà e non soltanto di sfuggire.
Come credi che il tuo libro possa contribuire alla discussione sul tema dell’emancipazione femminile?
È innegabile che nella nostra società ci siano ancora tantissimi modelli decisamente arcaici di donna: lo vediamo nelle pubblicità, nelle fiabe per bambini, lo vediamo nei giocattoli che sono diversi per i bambini e per le bambine. Penso che sia nostra responsabilità – nostra, in quanto persone di cultura, attori, artisti, scrittori – cambiare questo tipo di cose, ma non per una questione morale: proprio perché è un falso storico che ci sia questa differenza. Ovvio che ci sia differenza tra genere maschile e genere femminile, nessuno lo mette in dubbio, ma non c’è differenza di valore. Quindi io penso che dal punto di vista artistico dobbiamo produrre il più possibile materiale – storie, fiabe, tutto quello che possiamo – per dare alle nuove generazioni e anche a noi stessi gli strumenti per uscire da questo stereotipo e per iniziare a vivere una realtà di parità effettiva. Una parità intellettuale che non vuol dire essere identici – perché nessuno di noi, grazie al cielo, è identico all’altro, né uomo né donna. Quindi spero che nel mio piccolo, il mio romanzo “La dimora degli Dei” – che esce il 24 febbraio con Infinito Edizioni – abbia contribuito a creare quel piccolo pezzettino di storia in più che ci aiuterà a cambiare tutti questi pregiudizi, questi arcaismi, che ancora permeano la nostra società.