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News

Sos Musicisti: appello per la Musica

25 febbraio 2022

Premessa

IL SOMMERSO NELLO SPETTACOLO E LE RIFORME DEL WELFARE (2.2)

A cura di Vittorio Di Menno Di Bucchianico (detto Victor Solaris) – 23.02.2022

Di solito si analizzano prima i problemi, poi le cause e infine le soluzioni.
Essendo le cause del sommerso eccessivamente complesse e volendo mantenere al centro dell’attenzione le nostre proposte, si è deciso di scrivere un ordine diverso: problemi, soluzioni, cause.

IL SOMMERSO E LE RECENTI INIZIATIVE ISTITUZIONALI
(L’Indagine Conoscitiva su Lavoro e Previdenza nello Spettacolo)
Dopo decenni che il mondo dello spettacolo chiedeva attenzione per le note criticità che affliggono il comparto (problemi soprattutto di natura burocratica), finalmente, tra febbraio 2019 e marzo novembre 2021, presso le Commessioni riunite di Cultura e Lavoro della Camera, iniziava una L’INDAGINE CONOSCITIVA SU LAVORO E PREVIDENZA NELLO SPETTACOLO al fine evidente di fare chiarezza e proporre delle mirate riforme.

Ci aspettavamo che, nelle audizioni, il sommerso, considerando l’enormità del fenomeno nello spettacolo d’intrattenimento musicale (il comparto più vasto), avrebbe avuto la priorità, ma così non è stato.
Tranne accenni del dott. Ferdinando Montaldi (ex vicedirettore dell’Enpals), della dott.ssa Vittoria Buratta (ISTAT) e qualche sporadico richiamo di alcuni deputati, si è trattato quasi esclusivamente di pur necessari interventi migliorativi del welfare, che, nei fatti, vanno unicamente in direzione di quei Lavoratori che operano alle dipendenze di quella minoranza di Imprese di Spettacolo dove il sommerso è un problema marginale o assente. Ne cito solo alcune: Teatri stabili sostenuti dal FUS, solide strutture che producono per conto di RAI, MEDIASET e altre reti di rilevanza nazionale, organizzatori di tour con grandi nomi, importanti festival sostenuti da Regioni o altre pubbliche amministrazioni particolarmente ricche, ecc.
Vale la pena di menzionare una eccezione: le cooperative tra artisti, realtà sorte a metà degli anni ’80, dove i lavoratori hanno trovato soluzione auto-versandosi i contributi quali soci-dipendenti, però con aggravio di costi per il sostegno delle spese d’amministrazione delle cooperative stesse.

Oltretutto, anche ad un attento esame delle motivazioni dell’Indagine stessa, si rilevava il medesimo indirizzo, e nelle audizioni è anche apparso evidente che del sommerso, dilagante soprattutto nel sud e centro-sud, poco interessava ai parlamentari commissari e poco ne sapessero gli auditi, tranne la nostra associazione SOS MUSICISTI che, convocata il 27 settembre, rilasciò una dettagliata MEMORIA https://www.sosmusicisti.org/wp-content/uploads/2020/10/MEMORIA-INDAGINE-LAVORO-4.1.pdf

dove il problema del sommerso era al primo posto e dove venivano anche indicate delle soluzioni, tra le quali l’urgente SEMPLIFICAZIONE delle normative INPS/ex-Enpals.
Ma della nostra MEMORIA, nel documento conclusivo rilasciato a marzo 2021, non c’è traccia!

L’ART. 66 del cd. DECRETO SOSTEGNI BIS
A seguire (metà giugno, quasi sottobanco), nel DL. 73/2021, all’art. 66 denominato: Disposizioni urgenti in tema di previdenza e assistenza nel settore dello spettacolo, apparvero alcuni primi interventi migliorativi del welfare. Provvedimenti senz’altro necessari, ma in quanto alla succitata SEMPLIFICAZIONE, nulla di nulla!
Per inciso, le migliorie introdotte (riduzione delle giornate lavorative per maturare una “annualità” previdenziale, indennità di malattia per gli autonomi, Inail, disoccupazione involontaria) sono alla portata unicamente di chi ha la fortuna di lavorare nei succitati ambiti dove ai musicisti vengono versati i contributi o, a fronte di compensi congrui, riescono in qualche modo a versarseli da soli. Una decisa minoranza a fronte della quasi totalità degli artisti dello Spettacolo ai quali, come vedremo, questa fortuna è preclusa.

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IL DDL 2318

A fine giugno, per iniziativa del ministro Dario Franceschini, alcune precedenti proposte di legge d’iniziativa senatoriale già precedentemente unificate (si veda il TESTO UNIFICATO ADOTTATO DALLE COMMISSIONI RIUNITE PER I DISEGNI DI LEGGE N. 2039, 2090, 2127, 2218), confluirono nel DDL 2318, Disegno di Legge tuttora in itinere con una lunga serie di emendamenti.

La sostanza?
Ancora ulteriori perfezionamenti del welfare, ma finalmente qualcosa per la soluzione del sommerso c’è, però, con provvedimenti che, a nostro avviso (e non solo), andrebbero ad aggravare ulteriormente i farraginosi adempimenti INPS/ex-Enpals.
Oltretutto, va rilevato che, a differenza della precedente unificazione, il DDL 2318 è pressoché illeggibile. Parlamento Italiano – Disegno di legge S. 2318 – 18a Legislatura (senato.it)

Lo Sportello Unico dello Spettacolo Occasionale (DDL 2318)

Al fine di verificare se vengono o meno rispettate le normative, un articolo (o un emendamento, non ricordo) dovrebbe istituire lo SPORTELLO UNICO DELLE SPETTACOLO OCCASIONALE, uno sportello (ovviamente telematico) dove dovrebbero essere segnalati in anticipo e per qualsivoglia evento di spettacolo, i locali (o i luoghi) e i nominativi di tutti gli artisti partecipanti, ancorché amatoriali, al fine (tra l’altro) di verificare se vengono versati i contributi. Insomma, una sorta di perfezionamento del servizio Inps/exEnpals per la richiesta del Certificato di Agibilità, già cavilloso di per sé per gli utenti ordinari, figuriamoci per gli occasionali che sono la stragrande maggioranza.

Le elaborazioni a cui sarà sottoposto lo Sportello saranno troppe e il sommerso resterà tale e quale!
Infatti, dati Siae: gli eventi di spettacolo con musica sono quasi un milione e mezzo ogni anno (dati pre-Covid ovviamente), quindi, supponendo la partecipazione (per difetto) di almeno tre artisti, si arriverebbe alla notevole cifra di almeno 4,5 milioni di elaborazioni, una media di 13/14.000, al giorno, un numero enorme!
E già, … se le prerogative resteranno le stesse, per questo sportello dovrebbero transitare anche le innumerevoli prestazioni commercialmente irrilevanti, fuori mercato e più o meno amatoriali. Ci riferiamo a bande, corali e agli eventi musicali nei piccoli pub dove, a gran fatica, si riesce ancora a fare un po’ di musica !?!

Un altro emendamento, contestualmente alla abrogazione del famigerato comma 188

DILETTANTISMO (mancanza di equa regolamentazione) e Comma 188

suggerisce una riduzione del 50% dei costi contributivi per i giovani sotto i 25 anni e l’imposizione a chi ha un doppio lavoro di “suonare” non più di cinque volte in un anno e per un massimo di 2.500 euro, sempre in un anno.
In un mondo dove i controlli sono e saranno impossibili (neanche con lo Sportello Unico) queste proposte sono cervellotiche.

Altra proposta per incentivare la riemersione nei piccoli locali (pub e jazz club):
Detrazioni fiscali. Decisamente una illogicità!
I pub (salvo rare eccezioni) dispongono di pochi posti a sedere, per cui gli incassi sono molto modesti.
C’è da chiedersi: a cosa servirebbero detrazioni fiscali a gestori i quali, a fronte di incassi irrilevanti, pagano imposte a loro volta irrilevanti?
E che dire delle piccole amministrazioni comunali che organizzano eventi, oltretutto “raschiando il fondo del barile”: detrazioni fiscali ai comuni? Risibile.

Le previsioni per il futuro, riflettendo su esperienze del passato

Se queste proposte diventeranno legge, il problema del sommerso resterà irrisolto!
In merito, c’è già una esperienza precedente, quando da parte dell’Enpals, tra il 2001 e il 2011, ci fu un primo tentativo di risolvere il sommerso affidando (dietro compenso) l’incarico di verificatori agli agenti Siae. Cambiò poco o nulla!

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Ai tempi, in una prima fase ci fu un “corri, corri” dei gestori ad affannarsi per richiedere Il Certificato di Agibilità e a versare i primi contributi. Procedure notoriamente complesse in capo a “venditori di birra e panini” che neanche sapevano dell’esistenza dell’Enpals!
Passò meno di un anno e i gestori non ci misero molto a scoprire che le verifiche finivano impolverate sugli scaffali dell’Enpals e tutto finì “a tarallucci e vino”.

Nel 2012 la convenzione non fu rinnovata! … I dirigenti Siae dopo dieci anni si erano resi conto che i loro agenti, che già facevano una gran fatica per far pagare i diritti d’autore nello spiegare ai gestori che c’erano da versare anche i contributi Enpals, ci rimettevano semplicemente la faccia!

LA SOLUZIONE CHE SOS MUSICISTI SUGGERISCE DA ANNI

Posto che lo Sportello Unico possa in qualche modo dare i suoi frutti, occorre ridurre drasticamente l’enorme numero di segnalazioni da elaborare (i 4,5 milioni per difetto) e non c’è altra strada se non una…

Altrimenti, non se ne verrà mai fuori! Gli eventi economicamente irrilevanti, infatti, sono la stragrande maggioranza! Per di più, chi ne subisce (e ne subirà) le conseguenze saranno proprio i professionisti, giacché il mercato è uno solo e senza verifiche e sanzioni, IL SOMMERSO DILAGA E DILAGHERA’ ANCHE IN AMBITI AL DI SOPRA DELLA FASCIA DI ESENZIONE.

Innumerevoli sono casi in cui impresari spregiudicati approfittano della sfuggevolezza per eludere o evadere!

Non è impossibile! Vale la pena di ricordare che non sarebbe la prima volta che in un settore dello spettacolo viene individuata una fascia di esenzione. Infatti, nello sport, che, è spettacolo anche quello (e assoggettato ad Enpals), da sempre c’è una fascia di esenzione, quantomeno in ambiti dilettantistici. Fascia che nel 2006 fu estesa anche a talune figure tra bande, corali e filodrammatiche.

Si tenga inoltre presente che le fasce di esenzione esistono in tutte le nazioni, per non dire che esistono per qualsiasi tipo di lavoro. Persino da noi c’è la fascia di esenzione per lavoro dipendente (fino a 8.145 euro annui), ma non contempla i contributi previdenziali! … Proprio i più costosi (il 33%) e i più complessi da versare.

Vale anche la pena di riflettere sul fatto che il compenso abituale delle band nei piccoli jazz club o nei pub che fanno musica, a causa di incassi esigui, è intorno ai 200 euro, da dividere tra tre, quattro o cinque musicisti. Se i musicisti accettano di lavorare a queste condizioni è perché da qualche parte devono pur suonare, specie dopo aver speso anni ed anni della propria gioventù in Conservatori, Istituti parificati e scuole private.

Infine: ultimamente, pur di suonare ci si sta avviando verso la gratuità o la remunerazione “a cappello”, come già avviene negli USA e in altre nazioni.

Come individuare gli eventi irrilevanti.

Si potrebbe obiettare che nella succitata esenzione nello sport sono le federazioni che separano diligentemente le categorie interessate attraverso il meccanismo dei “campionati”, ma come fare nel comparto dello Spettacolo? Soluzione.
Una mirata convenzione con la Siae, … ovviamente: questa volta, nulla a che vedere con quella fallace del 2001.

  • Nel caso degli esercizi pubblici, ci si orienterà sulla capacità di ospitare il pubblico (tavoli e sedie), se c’è o meno un biglietto d’ingresso o se ci sono congrue maggiorazioni sulle consumazioni.
  • Nel caso degli eventi all’aperto (concerti organizzati dai comuni o da comitati spontanei delle feste patronali nel sud), in base alla esiguità o meno dei compensi (rilevabili dai contratti).

Mirata fascia di esenzione, contributiva e fiscale, per gli eventi commercialmente irrilevanti – soprattutto dal vivo –
dove l’imposizione di tasse e contributi non consentirebbe gli eventi stessi,
il che costituirebbe un danno grave alla diffusione e alla cultura musicale di base.

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Gli agenti Siae, dislocati su tutto il territorio nazionale, sono perfettamente in grado di fornire questi dati, giacché sono lavoratori autonomi (oltretutto: unimandatari) ed è proprio da questi importi che traggono la percentuale per il loro sostegno economico (circa il 10%).

I vantaggi si rifletteranno sulla fattibilità del succitato Sportello Unico dello Spettacolo, infatti, i piccoli esercizi pubblici si rapporterebbero con lo Sportello una sola volta per segnalare i dati sulla capienza per chiedere di appartenere alla fascia di esenzione e non ad ogni singolo evento per l’impossibile comunicazione anticipata dei dati degli artisti.

Per inciso, in merito alle feste patronali con musica (settore florido e di notevoli dimensioni, però quasi esclusivo del sud e centro sud) va rilevato che gli organizzatori sono “comitati spontanei” composti da persone spesso anziane che difficilmente potrebbero rapportarsi telematicamente con lo Sportello Unico. Si suggerisce di affidare agli stessi Agenti Siae l’incarico di segnalare allo Sportello l’irrilevanza o meno dell’evento; in base ad opportune tabelle (i contratti).

Altra obiezione che potrebbe nascere.
“A differenza dello sport dove si presume che nei campionati minori giochino atleti dilettanti, negli eventi irrilevanti capita che suonino anche musicisti professionisti in particolare stato di necessità, ai quali, è noto, “anche i 50 euro fanno comodo”. Come potrebbero mai arrivare ad una pensione?
Soluzione.
Utilizzo dell’avanzo di gestione dell’Enpals di oltre cinque miliardi (cosiddetto “tesoretto”).

I musicisti (salvo coloro che hanno un secondo lavoro) con iniziativa propria, potranno segnalare le prestazioni nei locali in esenzione allo Sportello Unico e richiedere i contributi “a titolo gratuito”.
I musicisti senza un secondo lavoro non sono poi tanti e i cinque miliardi basterebbero per diversi anni a venire. Quei denari sono della categoria ed è giusto che tornino quantomeno agli artisti in difficoltà!

Oltretutto, l’assistenzialismo degli artisti più fragili fu lo spirito per cui nacque l’Enpals nel lontano 1947. Infine, non sarebbe certo la prima volta che a lavoratori in situazioni di precarietà vengono concessi contributi figurativi.

Qualche inciso su associazioni e sindacati che hanno opinioni diverse da Sos Musicisti.

Si tende a spingere per il rigore: Contratti Nazionali di Lavoro, ecc.

“i lavoratori hanno diritto ai contributi, e i contributi li devono pagare i datori di lavoro”.

Mi spiace dirlo, ma questa rigidità rivela mancanza di conoscenza del comparto dell’intrattenimento.
Ma veramente siamo convinti che i piccoli pub possano essere considerati Imprese di Spettacolo?
E i gestori … tutti dei datori di lavoro con l’obbligo farraginoso di versare contributi?
E a chi poi? In maggioranza, a una pletora di musicisti che di quei contributi, in futuro, non saprebbero che farsene, vuoi perché avranno cambiato lavoro, vuoi perché amatoriali!

Il Censimento VITA D’ARTISTI

Per valutare l’estrema atipicità del settore, vale la pena di ricordare che, a fine 2016, proprio da parte di CGIL/SLC fu avviato una indagine dal nome emblematico: Vita d’Artisti, a cui parteciparono 3.856 lavoratori dello spettacolo, quasi tutti attori!
I musicisti? … Poco più di 200, su una popolazione che solo di laureati al Conservatorio supera i 6.000 ogni anno. Questo dato denota una diffusa rassegnazione e mancanza di fiducia nelle istituzioni alla quale bisogna sì cercare una soluzione, ma che non può consistere nell’aumentare il rigore!

Repetita iuvant!
Solo prestando attenzione alla fascia “non in esenzione” si potrà uscire da questa situazione di empasse! E non solo con sanzioni, ma soprattutto con semplificazioni burocratiche per il versamento dei contributi.

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COME SEMPLIFICARE LE NORME PER I VERSAMENTI CONTRIBUTIVI. Seconda soluzione.

Premessa.
Nel 2003 fu introdotta la figura del LAVORATORE AUTONOMO ESERCENTE ATTIVITA’ MUSICALI (cod. Enpals 500). Figura di musicista che può versarsi i contributi da solo.
Provvedimento che probabilmente, al fine di agevolare l’attività, intendeva esonerare gli organizzatori dalla complessa normativa per il versamento dei contributi.
Come dire: ”ti do di più, ma ai tuoi contributi pensaci tu”:
Sorvolando sugli aspetti contradditori di questa figura che ho evidenziato in un video https://www.youtube.com/watch?v=u1nzkFfWuiI
resta il fatto che i musicisti, salvo rari casi, “suonano” in aggregazioni musicali, e la formazione, messa su per motivazioni artistiche, molto spesso dura un unico evento.
Potrebbero mai presentarsi dall’organizzatore a fine serata con ciascuno in mano la propria “fattura” per incassare la propria parte del compenso?
Cerchiamo di immaginare una big band di una quindicina di elementi, o un’orchestra di musica classica messa per un evento di organizzato da un comune. … Risibile?

La soluzione l’ho descritta nel sito web di Sos Musicisti, qualche anno fa

INSTABILITA’ ORCHESTRE E ENPALS

La riassumo in breve:

Difficile? … il comparto è decisamente atipico. OCCORRE CORAGGIO!

LE CAUSE DEL SOMMERSO. Un minimo di storia dell’Enpals.

Se non si parte da lontano diventa difficile capire come e perché si è arrivati al farraginoso sistema previdenziale, ostacolante delle attività e foriero di mancati pensionamenti.

L’Enpals (oggi INPS/FPLS) nasceva nel ‘47 (immediato dopoguerra) come Ente di Previdenza e Assistenza per gli artisti dello spettacolo, con il notevole pregio di essere l’unico ente assistenziale al mondo creato per una categoria fragile e bisognosa di particolare attenzione.
Molto verosimilmente l’Ente fu pensato soprattutto per gli artisti delle compagnie viaggianti stagionali – Varietà e Avanspettacolo – e questo si deduce facilmente dalla istituzione del Certificato di Agibilità e dal deposito cauzionale che il “capocomico” doveva versare prima dell’inizio dell’attività. Infatti, fatta eccezione per le “compagnie di grido” che avevano lavoro in abbondanza nei teatri delle grandi città, le compagnie minori, che giravano nei teatri e nei cinema di provincia, erano spesso “scalcinate” al punto da “chiudere i battenti” prima del previsto, con gli artisti che a malapena riuscivano a farsi pagare i compensi, figuriamoci i contributi!

Un breve inciso: nel sud i contributi Enpals, già all’epoca, erano versati più o meno regolarmente ai musicisti delle cd. Bande da Giro, caratteristica realtà delle Feste Patronali; tradizione ricorrente tutt’ora anche nei più piccoli paesi, anche se, nel frattempo, in questo florido mercato le orchestre spettacolo di musica leggera hanno preso il sopravvento sulle bande musicali.

A partire più o meno dagli anni ‘80, parallelamente alla ormai scomparsa delle compagnie di varietà viaggianti e alla crescente diffusione dell’intrattenimento musicale (soprattutto da ballo e nel nord Italia), con l’avvicendarsi di generiche riforme sul lavoro – che non hanno mai tenuto conto della particolare atipicità del comparto dello spettacolo – l’Ente si è ritrovato costretto ad adeguarsi agli altri enti previdenziali con aggravio di adempimenti

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Al capo-orchestra, che non è un datore di lavoro, né necessariamente il produttore dello spettacolo, dovrà essere consentito di incassare l’intero importo del contratto.
In un secondo, momento i colleghi emetteranno delle “contro-fatture”
con le quali il medesimo risalirà al proprio compenso per sottrazione.

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burocratici non alla portata delle orchestre e decisamente improponibili nei jazz club e nei pub giovanili.
In sostanza l’Ente si è trasformato in ostacolo alle attività degli artisti, generando un sommerso che si presume prossimo al 90%, soprattutto nel sud.
Paradossalmente, le riforme hanno creato mancati introiti fiscali e contributivi allo Stato Stesso.

Ci si chiederà come mai, se il sommerso è così alto, il FPLS è oggi in attivo di oltre cinque miliardi?
Semplice, il motivo è da ricondurre a mancati pensionamenti per insufficienza dei 20 anni contributivi richiesti o agli artisti amatoriali (o che hanno cambiato mestiere) che hanno rinunciato ad avvalersi dei pochi contributi Enpals acquisiti negli anni, ritenendoli irrilevanti.

Ma da dove derivano queste complessità?

Dalla mobilità tipica delle orchestre iniziata più o meno nei succitati anni ’80.
Infatti, in passato, era d’uso che l’attività lavorativa dei musicisti professionisti si svolgesse prevalentemente nei night clubs, in hotel di prestigio nelle località turistiche o anche in piccoli e medi dancing d’estrazione popolare nelle grandi città.
In questi locali “si suonava” in maniera continuativa (sei giorni su sette), con contratti mensili o “a stagione”.
I gestori, dotati di commercialisti competenti in normative Enpals, versavano i contributi “singolarmente” ai componenti della band (allora il termine era “orchestrina”) e, in particolare nei night club, al pari di quanto veniva ottemperato per cabarettisti, artisti di “arte varia”, e/o categorie più fragili, quali ballerine ed entreneuse.
Nelle balere dei piccoli centri del nord (giacché nel sud non ce n’erano affatto), aperte in genere solo nei festivi e prefestivi, era prevalente già da allora il sommerso.

A seguire, i night club (sempre più rari) iniziarono a fare a meno della orchestra dal vivo indirizzandosi verso i DJ, mentre gli hotel delle località turistiche cominciarono ad assumere un solo elemento (nasceva il piano-bar).
Nelle balere del nord – che andavano assumendo dimensioni sempre più notevoli (Romagna docet) – accadeva che le orchestre, sempre più professionali e non più “fisse” (o con contratti mensili), si avvicendavano ad ogni “serata”, con conseguente impossibilità da parte dei gestori di versare i contributi a orchestrali e cantanti per evidenti ragioni tecniche (di tempo).

Non ci volle molto che i gestori, rendendosi sempre di più conto del rischio di far suonare le orchestre “in nero”, cominciarono a pretendere il CERTIFICATO DI AGIBILITA’ e la fattura onnicomprensiva in modo da essere sollevati da qualsiasi responsabilità.
“Siete voi l’impresa spettacolo di voi stessi” e io non sono il vostro datore di lavoro, ma il vostro cliente”, questo era il principio, e in verità era un principio giuridicamente fondato.

Il fenomeno delle cooperative tra artisti.

Fu che allora i “padroncini” delle orchestre (in genere i leader artistici), investiti da queste nuove inaspettate incombenze, cominciarono a indirizzarsi verso la DITTA INDIVIDUALE, la S.N.C. o altre forme societarie.
Ma presto si scoprì che i problemi erano più grandi del previsto, infatti non esiste impresa più instabile di una orchestra e, al di là dei maggiori costi, a dare i maggiori grattacapi erano le continue pratiche burocratiche ad ogni sostituzione di elemento. Si pensi che per costituire una s.n.c. occorre il notaio e ad ogni cambio di elemento: “…di nuovo dal notaio”.

Fu così che alcuni commercialisti (o consulenti del lavoro) li indirizzarono verso la formula della cooperativa, forma di società dove non è così complesso sostituire un elemento. Questa è la sostanza del fenomeno.
A seguire nacquero maxi-cooperative, con all’interno più orchestre, le quali, piaccia o non piaccia, a distanza di una quarantina d’anni, sono la soluzione che funziona di più.

E fin qui ho descritto solo il “settore ballo”, ma proviamo ad immaginare cosa può succedere in una band del jazz (le formazioni jazz sono instabili per antonomasia), o anche in una orchestra di musica classica messa in piedi per un concerto commissionato da un comune nel periodo estivo (raschiando il fondo del barile). In questi casi

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l’instabilità non solo è più elevata, ma spessissimo è la regola.
Nella classica la composizione dell’orchestra è dettata dalle partiture scritte magari duecento anni fa!
Si aggiunga che i compensi sono sempre molto esigui e non consentono l’iscrizione a cooperative, si aggiunga che spesso i musicisti sono insegnanti alle scuole medie o nei conservatori e fanno pochissimi concerti ed è facile capire che, parallelamente alle cooperative, iniziarono a sorgere associazioni di copertura per potere emettere in qualche modo delle ricevute, a volte solo per il rimborso spese. Procedura decisamente border line, ma moralmente più che giustificabile. Dopotutto si tratta di esecuzioni musicali di alta levatura culturale a fronte di compensi irrisori.

IL MUSICISTA LAVORATORE AUTONOMO

Nel 2003 il legislatore istituì la figura del “lavoratore autonomo esercente attività musicali” (L. 350/2003, art. 3 commi 98, 99 e 100) dando la possibilità di ottemperare all’Enpals autonomamente.
Probabilmente fu un tentativo di risolvere l’annoso problema della “instabilità” di cui al paragrafo precedente dando la possibilità di “fatturare” ognuno per conto suo senza dover ricorre a forme societarie.

Su questa questione su cui ho realizzato un video:

Sorvolo sul fatto che ai sensi del Cod. Civile il musicista, salvo rare eccezioni (i grandi cantanti Lirici e i concertisti), ha tutte le caratteristiche del lavoratore subordinato e non del lavoratore autonomo.
Sorvolo anche sul fatto che nei tre succinti e frettolosi commi il legislatore si è dimenticato che il musicista sostiene spese notevoli per la propria attività mentre dovrà pagare l’Enpals sul lordo del compenso.

Sorvolo sul fatto che il musicista autonomo dovrà ottemperare ad un coacervo di ottemperanze per le quali dovrà affrontare anche il costo di un commercialista specializzato in spettacolo, ma proviamo ad immaginare una big band di una quindicina di elementi i quali, dopo un concerto, passano all’incasso ciascuno con in mano ciascuno la propria “fatturina”. Risibile!?!

Si potrebbe concludere che Il lavoratore dello spettacolo, in particolare il musicista, non è né lavoratore autonomo, né subordinato. Una figura, non contemplata nel Cod. Civile. Una figura che riassume in sé il peggio del lavoratore subordinato e il peggio dell’autonomo.
Una figura che necessiterebbe di una normativa che vada decisamente in direzione della SEMPLIFICAZIONE. Occorre una riforma radicale, oserei usare l’aggettivo “copernicana”.
OCCORRE CORAGGIO!

Vittorio Di Menno Di Bucchianico (detto Victor Solaris) – 335 6981277

Sos Musicisti: appello per la Musica was last modified: febbraio 25th, 2022 by Giordano SanGiorgi
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In Anteprima sul MEIweb il nuovo video di @strano_ In Anteprima sul MEIweb il nuovo video di @strano_cantautore del singolo " Dentro te "!

“Dentro te” (Lp Music), è il nuovo singolo di Strano, un brano blues dal sapore anni ’60, “rinfrescato” ed attualizzato e che lo stesso cantautore descrive come un inno all’amor proprio.

Link sul meiweb.it

#music #anteprima #videoclip #strano #dentrote #cantautore
Per l’Anniversario dell’attentato terroristico Per l’Anniversario dell’attentato terroristico in Belgio il 22 Marzo 2016, vi proponiamo il video di @stefanocintimusica 

link video sul meiweb.it 

#music #videoclip #belgio #ricordo
🎤Venerdì 24 marzo prosegue Verso Faenza Rock 4 🎤Venerdì 24 marzo prosegue Verso Faenza Rock 40 Anni al @piccadillyfaenza dove suonano con la musica d'autore al femminile @caterinacropelliofficial e @milenamingotti_music 

Organizzato a cura di Materiali Musicali e Rumore di Fondo con il supporto del Nuovo Imaie e il patrocinio del Comune di Faenza e Regione Emilia Romagna in collaborazione con Casa della Musica e Ali Musicali.

Link nelle storie e sul sito meiweb per prenotare il vostro posto 🎶
21 MARZO 2023 per la giornata internazionale per l 21 MARZO 2023 per la giornata internazionale per l'eliminazione della Discriminazione Razziale, il MEI propone “io non sono razzista, ma…” di Stefano cinti.

Videoclip completo su meiweb.it 

#musica #giornatamondialerazzismo
@enrico_ruggeri sostiene le orchestre da ballo e c @enrico_ruggeri sostiene le orchestre da ballo e chiede più attenzione alla RAI.
Tra gli altri hanno aderito al supporto della richiesta di Obis anche le associazioni discografiche e @ass.audiocoop 

Il video è stato rilasciato in anteprima esclusiva su @allmusicitalia 

#musica #allmusicitalia #orchestredaballo #appello #mei #audiocoop
Dopo l'uscita del debut album "LoudBanner I" e l'u Dopo l'uscita del debut album "LoudBanner I" e l'uscita del videoclip del singolo "In The Mothlab" i @loudbanner presentano le copie fisiche del disco. "In un presente molto fluido", così ha dichiarato il loro portavoce Antonio Cirincione, "vogliamo che qualcosa della nostra musica resti anche tra le mani dei nostri fan".
 
La prima occasione per averne una e farsela autografare?  Beh, è in programma un "Release Party" per dare inizio alla vendita delle copie fisiche, e poi un grande ritorno sui palchi dopo la "pausa post disco" degli ultimi mesi.
 
Stay Loud 🤘🏻😎

#music #album #release
Oggi Festeggiamo il primo anno della Rubrica Parei Oggi Festeggiamo il primo anno della Rubrica Pareidolia Musicale creata dal cantautore palermitano Andrea Gioè in esclusiva per il MEI.

Un anno di storie, d'arte, musica, riflessioni, aneddoti e tanto altro. 

Gli artisti intervistati sono stati ben 201!

Grazie a tutti voi ho imparato davvero tanto e non smetterò mai di ringraziarvi per aver condiviso con me e i lettori del MEI, la vostra arte, la vostra vita i vostri segreti. 

Per questo 2023 vi anticipo alcuni importanti nomi che mi hanno dato l'onore di concedermi un'intervista come Marco Ferradini, Bobby Solo, Francesco Baccini, Davide Shorty, Federico Poggipollini, Finley, Highlander Dj, Tonino Carotone, Giulia Ottonello, La Scelta, Pupi di Surfaro, Luca Bassanese, Vallanzaska, AudioZona, Luigi Iavazzo, EasyPop, Nicolas Bonazzi, Sabu Alaimo, Lina Gervasi, Emisurela, Jo Conti, Fabrizio Tavernelli, Manuela Bollani, Strano, Royal Division e tanti altri... 
... e ovviamente la nostra immensa presidentessa di AIA Roberta Giallo.

Grazie ancora di cuore da 

Andrea Gioè
🎵Venerdi 3 marzo Stelle sotto casa di Lucio, si 🎵Venerdi 3 marzo Stelle sotto casa di Lucio, si aprira’ con la proiezione del documentario di Rai 1 “Lucio, chi sei tu?” di Leonardo Metalli e con il video in esclusiva di una esibizione dal vivo di Paolo Mengoli con Gianni Morandi di quindici anni fa in Caruso e la proposta live di brani di Lucio Dalla reinterpretati da Roberta Giallo e da altri quindici artisti di “area bolognese”.

Articolo completo su meiweb.it 👈🏻
🎤Mezzogiorno in Musica indie - Intervista i Lou 🎤Mezzogiorno in Musica indie - Intervista i Loudbanner 

Trovate su meiweb.it l’intervista che abbiamo fatto con i ragazzi di @loudbanner 🎙️

Link in bio per andare sul sito e leggerla 🔥

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