Tempi bui. Tempi di ripartenze illusorie e-o problematiche. Tempi di attese, di ridefinizione, di sogni perduti, e di speranze nuove(per i più ottimisti). Tempi di date annullate o solo rimandate. Tempi di semi-rivolte e di lasciapassare acquisiti: tempi di caos, di mistificazioni, di salotti TV monotematici, tempi non troppo tranquilli, tempi stagnanti, perché quello che dovrebbe cambiare resta come è, e nuoce un po’ a tutti(o quasi).
In questo scenario, si palesa chi della “perdita”, elabora un manifesto, una dichiarazione consapevole, una presa di coscienza da non tacere, ma da dichiarare: “ho perso la bellezza di mia madre, ho perso la fermezza di mio padre… ho immolato la mia attesa a un altro altare”, canta Giulia Ventisette, con dolcezza arresa ma allo stesso tempo con il coraggio di chi dà voce limpida alle fragilità, esponendo le proprie, rammentandoci come possa servire, alle volte, smettere di fare “i superman” o le superwoman.
E questa presa di coscienza, declinata nei versi della canzone, “ho perso” diventa una testimonianza di questi tempi incerti e un po’ miseri, un lascito da considerare e con cui empatizzare, per non sentirsi soli, o perduti, o maledettamente sfortunati.
Abbiamo perso tutti qualcosa, e questo singolo-apripista dell’album che è in gestazione, forse ci consola, ci lascia abbandonare al pianto senza paura, senza che qualcosa ci faccia sentire in colpa per i bersagli mancati, per i progetti interrotti, per la discontinuità di risultato con la generazione che ci ha preceduto e generato.
In questo singolo commovente, Giulia è figlia, cantautrice, giovane donna, e voce della coscienza collettiva presente (era covid), che non tace il paradosso dell’esistere, ma illuminandolo nelle cicatrici più profonde, “paradossalmente” ci rasserena.
Esponendosi al giudizio, Giulia si “immola” quasi-serenamente, perché ha compreso che l’esistere comporta il perdere… ma nei casi più riusciti, mi vien da pensare, ascolto dopo ascolto, questa perdita raccontata diventa un dono prezioso per gli altri, stretti l-e-avvicinati, nella condivisione e nell’accettazione matura del costante paradosso che è il nostro umano e quotidiano vivere.
Una bella canzone, una voce sincera, un pianto rasserenante e confortante.
Attendiamo l’album!
Questo il link al videoclip.
