Dal dialetto romagnolo «buliroun”, termine che descrive un’esplosione, “Booliron” racconta la storia dell’hip hop nella riviera romagnola degli anni Novanta. Il documentario e’ scritto dal deejay e musicista Kambo, all’anagrafe Francesco Figliola, e dal rapper Word, nome d’arte di Stefano Serio, che a metà anni Novanta incise un tributo alla discoteca Melody Mecca intitolato proprio “Booliron”, e firma parte della colonna sonora.
Afferma Kambo: «Gli argomenti trattati saranno caratterizzati da una visione artistica e storica della Romagna, di tutti quei luoghi che oggi rappresentano il patrimonio culturale del territorio».
Nel documentario infatti gli autori seguiranno lo sviluppo dell’hip hop in riviera: dallo Slego, locale storico di Viserba, alla disco Barcelona. Protagonista anche l’ex sindaco Andrea Gnassi che nei primi anni Novanta aiutò la scena riminese ad organizzare Indelebile ’94, una delle prime, grandi convention italiane della scena rap underground. Il documentario racconterà anche di Leonardo Montecchi, che avviò un progetto ricreativo assieme a un gruppo di psicoterapeuti del Sert, coinvolgendo proprio la crew dei B-boy riminesi, dando vita al laboratorio Centrovia di Covignano.
“Booliron” è pensato proprio come una raccolta di storie apparentemente caotiche. Le riprese saranno effettuate per la maggior parte nella città di Rimini. I luoghi che faranno da retroscena alle interviste saranno: l’ala moderna del museo, il Part, il teatro Galli, la biblioteca Gambalunga e il nuovissimo Museo Fellini. L’area di interesse si sposterà anche nella vicina Ravenna, e in particolare al Museo Arcivescovile, alla Basilica di Sant’Apollinare e nell’antica Piazza del Popolo. In attesa di conoscere la data di uscita del documentario “Booliron”, gli sceneggiatori e ideatori del progetto si raccontano al Corriere Romagna.