Covid: Silb, 10.000 euro una tantum a locali è un insulto
Spese fisse mensili oltre 30.000 euro. A Ibiza già date aperture
BOLOGNA
(ANSA) – BOLOGNA, 24 GEN – Alla luce di costi fissi che
travalicano i “30.000 euro al mese”, i ristori da “10.000 euro
una tantum ad impresa stanziati nell’ultimo decreto sono un
insulto alla nostra categoria”. E’ lapidario, Gianni Indino,
presidente del Silb dell’Emilia-Romagna che “per capire quanto
le discoteche e i locali da ballo stiano soffrendo e siano
davvero ad un passo dal baratro”, ha fatto “i conti in tasca
alle imprese” di un settore tra i più colpiti dall’emergenza
Covid.
“Questi sono i costi mensili di gestione di un locale –
osserva -: le spese fisse superano i 30.000 euro al mese. Per
questo i 10.000 euro una tantum ad impresa stanziati nell’ultimo
decreto sono un insulto alla nostra categoria, che ancora
aspetta un tavolo di concertazione e misure strutturali. I
locali di Ibiza – argomenta – hanno già annunciato le date
delle aperture primaverili, noi lo faremo quando tutti hanno già
prenotato le vacanze?”
I locali da ballo, sottolinea Indino, “vengono da due anni
di chiusure forzate e da riaperture a intermittenza e con tante
limitazioni. Tutte hanno perso i periodi migliori di lavoro come
le feste natalizie e di Capodanno e tutte non riescono a
programmare il futuro perché davanti hanno solamente incertezza
sulla possibilità di riprendere l’attività. Ai nostri
imprenditori rimangono solo le spese da affrontare: se fino a
questo momento i locali hanno resistito, è solo perché hanno
investito ulteriori fondi propri per rimanere in piedi e anche
per garantire ai propri dipendenti la possibilità di futuro”.
Quindi, puntualizza il presidente del Silb
emiliano-romagnolo “le cose devono cambiare in fretta.
Continuiamo a chiedere a gran voce ormai da anni un tavolo di
concertazione in cui parlare di misure strutturali per il
settore. La nostra dignità di imprenditori è stata calpestata;
non siamo un comparto di serie B e vogliamo rispetto per la
nostra professione e per le nostre imprese”. (ANSA).
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