Ciao! Benvenut* nel Meiweb. Per i lettori che non ti conoscono: Chi è Pietro Gandetto?
Ciao grazie! Mi chiamo Pietro, sono un cantautore. Sono nato ad Alessandria, cresciuto a Gavi, un paesino famoso per il vino, che preferisco bere piuttosto che produrre o parlarne. Ho studiato a Genova Conservatorio e Giurisprudenza. Con una laurea in mano e un quasi diploma di pianoforte sono arrivato a Milano nel 2008, che per me all’epoca era una piccola NY, e vivo lì da 13 anni.
Canto. Da sempre. A sei anni cantavo nel coro delle voci bianche e mi sembrava la cosa più normale del mondo. Mentre gli altri giocavano a calcio io suonavo i walzer di Chopin. Prima lezione di canto credo a 16 anni.
Ho fatto il corista, il solista, ho cantato in grandi teatri e nei bar di paese, nei ristoranti stellati e su Rai2 a The Voice of Italy nel 2018. Sono cresciuto attraversando mondi musicali lontanissimi e la curiosità è sempre stata la mia molla. Sono anche avvocato a Milano e scrivo poesie. Non ci si annoia mai.
“Come in un film” è il tuo nuovo EP. Come nasce?
Questo EP è una fotografia del presente. Più che cercare un genere, ho cercato di definire un’identità musicale che sento. Vorrei che chi mi ascolta ritrovasse in questo lavoro delle “immagini” musicali in cui immedesimarsi. Ho parlato della disgregazione del consumismo relazionale, della crisi del concetto di coppia, del climate change e di un modo di vivere senza troppi programmi. Viviamo un periodo oggettivamente complesso, e volevo trattare questi temi con ironia, cercando un sound che desse energia e un testo semplice che dica le cose come stanno senza troppi rimandi o giri di parole.
Dovessi scegliere due canzoni di altri, quali vorresti aver scritto e perché?
Mi viene in mente, per esempio, Duemilavolte di Marco Mengoni è una canzone che amo molto perché ha tutto, groove, poesia, testo, dinamica e poi bella voce di Marco.
Poi un’altra canzone che vorrei aver scritto è Lieto fine di Franco126. Per me Federico è poeta contemporaneo e i suoi testi mi portano in un’altra dimensione. Lieto fine è semplicemente un racconto sulla vita, un dialogo con se stessi. Una chitarra e una voce, nient’altro. Li vedi il grande talento, un brano che funziona sta in piedi con una voce e uno strumento. E’ un brano nostalgico ma estremamente “luminoso”, ha groove, ritmo, e ha un motivo facile che ti entra dentro e non ti lascia più..
Ci sono nuovi progetti all’orizzonte?
Sto scrivendo molto, probabilmente uscirà un singolo per l’estate e in autunno un nuovo album. Ci sono diverse collaborazioni in pipeline. Poi finalmente stanno riprendendo lentamente i live, cantare in pubblico è la cosa più bella per noi. Non c’è diretta o social che possa sostituire l’emozione di cantare con il pubblico in carne e ossa!!
Scopri il disco su Spotify: https://spoti.fi/30u134y