Fuori “Le prigioni di Jaco”, il nuovo singolo di S.C.I.O., progetto strumentale nato da un’idea di Stefano Scioni. C’è un elemento comune che lega tutti i suoi brani: non vengono usate chitarre ma esclusivamente il basso elettrico.Dopo un periodo di pausa dalla musica, nel 2021 Stefano è tornato pubblicando un singolo dopo l’altro. I suoi pezzi, completamente strumentali, sono spesso un viaggio nella psiche umana. Le parole non servono, la musica urla forte e chiaro il suo messaggio. “Le prigioni di Jaco” è il suo nuovo brano e nasce dopo la visione del documentario dedicato a Jaco Pastorius, prodotto da Robert Trujillo bassista dei Metallica.
Ciao! Benvenut* nel Meiweb. Per coloro che non ti conoscono ancora: chi è SCIO? Quando nasce la tua passione per la musica? Da dove deriva il tuo nome?
Ciao e grazie a voi per l’invito è un piacere essere qui. SCIO è Stefano Scioni…il nome del progetto ovviamente deriva dal mio cognome. È il soprannome con cui mi chiamano tutti. La passione per la musica inizia da bambino, all’ epoca avevo sempre il “mangiacassette” pronto a registrare i brani che passava la radio, come facevamo un po’ tutti ai tempi. E così mi creavo le prime compilation. Poi più avanti a 14 anni ho iniziato a suonare il basso con i miei amici.
“Le prigioni di Jaco” è il nuovo singolo, da poco uscito. Come nasce l’idea della sua realizzazione? Qual è il messaggio che vuoi trasmettere?
Le prigioni di Jaco nasce durante la visione del documentario sulla vita di Jaco Pastorius. C’è una scena dove il figlio di Pastorius racconta di aver visto il padre che vagava in stato confusionale nel parco dove abitualmente viveva…ho immaginato la sofferenza dei loro sguardi che s’incrociavano, entrambi sarebbero voluti evadere da quella situazione, da lì è nato il concetto di prigione. Un concetto applicabile ad ampio raggio all’interno di altre realtà. Il brano infatti è uscito il 25 Novembre, la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Un tema a me molto caro. Alla fine il mio è un messaggio di rabbia e di dispiacere per tutte quelle persone che a causa di una pessima educazione sociale ed un mancato sforzo istituzionale non riescono a vivere una normale quotidianità.
Hai mai pensato di fare qualche collaborazione? Con chi ti piacerebbe collaborare?
Si, qualcosa in quella direzione si sta muovendo in effetti. A me piace sperimentare, quindi non metto limiti alle collaborazioni.
Ci sono nuovi progetti all’orizzonte?
Si ce n’è sono… oltre a suonare live mi piacerebbe fare uscire un album…e quindi la parola d’ordine è studiare seguendo i preziosissimi insegnamenti del mio maestro Andrea Torresani che mi sta guidando al perfezionamento strumentale e di Alessandro Zaccheroni per quello che riguarda il lavoro di produzione scrittura e arrangiamento. Vi ringrazio tanto per avermi dedicato questo spazio.
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