Sviluppare la capacità di attrarre sostenitori privati e sociali che investano nel settore culturale è un’azione strategica di valore economico e sociale non più rinviabile, per uscire dalla crisi provocata dalla pandemia e riportare la cultura a essere un “bene comune”: sarà questo il tema al centro della seconda edizione di “Più fundraising più cultura”, in programma a Roma dal 13 al 16 dicembre.
Il fundraising come risposta immunitaria” e organizzato dalla Scuola di Fundraising di Roma, l’evento coinvolgerà i principali stakeholder pubblici, privati e non profit del mondo della cultura.
Nel corso dell’iniziativa si discuterà di criticità e opportunità, analizzando il contesto italiano a partire dalla consapevolezza che il Paese si debba dotare di policy che favoriscano la crescita quantitativa e qualitativa del fundraising. “L’Italia è ritenuta da tutti la prima potenza culturale del mondo. Tuttavia, questa potenza è priva di un esercito e di armi adeguate a sostenere economicamente il nostro patrimonio culturale materiale e immateriale. L’esercito è rappresentato dalle risorse umane professionali da dedicare al fundraising, le armi sono gli strumenti organizzativi, tecnici, amministrativi, fiscali per fare bene fundraising” dichiara Massimo Coen Cagli, direttore scientifico della Scuola di Fundraising di Roma
Fonte: Ansa