Cantare l’amore come qualcosa di primordiale che sta all’origine del tutto, disegnarlo come un flusso senza fine che ci avvolge dall’inizio del tempo: questo l’obiettivo di MATTEO MAIONE con il suo terzo singolo, “MAGMA”, un brano nato per raccontare l’amore, mistero assoluto della nostra vita, usando gli elementi della natura – l’acqua e il fuoco, le rocce e la terra, la lava e il vulcano – a simboleggiare in modo sensoriale, visivo e uditivo, l’eruzione di questo sentimento, la fuoriuscita di quell’ardente magma che altro non è che la nostra stessa esistenza.
– Ciao! Benvenuto sul MEIweb. Per coloro che ancora non ti conoscono parlaci un po’ di te e della tua passione per la musica.
La musica mi ha accompagnato durante tutta la mia vita, fin da bambino, quando, suonando il pianoforte, ho capito che avrei potuto esprimere le sensazioni e gli stati d’animo più profondi e nascosti. In seguito c’è stato l’amore per il cinema e la voglia di creare melodie che potessero essere un connubio armonico con le immagini. Poi qualche anno fa ho sentito l’esigenza di raccontare le esperienze di una vita, trasformando l’esistenza stessa in una grande colonna sonora, in cui la musica fosse il cuore e le parole il racconto lucido di un presente senza tempo. E così, subito dopo il primo lockdown, ho deciso di cominciare a pubblicare e condividere tutte quelle canzoni che avevo scritto in quel periodo proprio per superare quei turbamenti, quelle inquietudini e quello smarrimento, trasformandoli in un messaggio di speranza e di ritorno alla normalità
– “MAGMA” è il nuovo singolo, da poco uscito. Come nasce l’idea di questa canzone? Cosa vuoi trasmettere a chi l’ascolta?
È brano, nato durante il primo lockdown, che parla dell’amore inteso come qualcosa di primordiale, all’origine del tutto, un flusso senza fine che ci avvolge e accompagna dall’inizio del tempo. Volevo raccontare dunque questo mistero assoluto della nostra vita, usando gli elementi della natura – l’acqua e il fuoco, le rocce e la terra, la lava e il vulcano – a simboleggiare in modo sensoriale, visivo e uditivo, l’eruzione di questo sentimento, la fuoriuscita di quell’ardente magma che poi non è altro che la nostra stessa esistenza. Fino al momento in cui quella massa incandescente, frutto della nostra stessa passione, non si incenerira’ per darne vita ad un’altra ancora, in un ciclo senza fine, ritornando così finalmente all’inizio, o alla fine?
È stato registrato anche un videoclip per questo singolo. Come è stato realizzato? Ce ne parli?
Ho selezionato prima delle riprese scaricate da internet e successivamente mi sono occupato del montaggio. L’idea era quella di mostrare il conflitto tra il ghiaccio e il fuoco, eterne forze opposte a confronto; in questa lotta impari, nella quale appunto nessuno dei due sembra prevalere sull’altro, appare una donna che, come in una favola senza tempo, si sveglia in un luogo forse a lei s/conosciuto, corre sulla neve, è gioiosa e triste allo stesso tempo; ha sofferto ma i suoi occhi sembrano cercare ancora qualcosa o qualcuno che potrebbe però non arrivare mai; e allora non può che ritornare sui suoi passi, ripercorrere quella stessa strada presa all’inizio, ritornare indietro per andare avanti, rifluire come un magma bollente tra le fredde nevi del suo cuore, sperando di poter finalmente ritrovare ciò che aveva perduto, per riperderlo ancora e poi ritrovarlo nuovamente.
Ci sono nuovi progetti all’orizzonte?
Ho cominciato a pensare ad un mio primo album già da un po’ di tempo, dato che ho composto un buon numero di brani con i quali poter tracciare un percorso più completo di ciò che mi sono prefisso fin dall’inizio.