Quinto lavoro in studio per uno degli ensemble al vertice del panorama tanghero internazionale. Di certo la loro biografia non ha bisogno di troppe presentazioni, formazione fondata nel 2008 dal compositore, cantante e pianista argentino Mariano Speranza e che in oltre 13 anni di carriera ha raccolto grandissimi traguardi in ambito mondiale sul tema. Parliamo oggi di questo lavoro dal titolo “Vamos a la distancia”, autoproduzione pubblicata lo scorso mese di luglio ma che ancora semina grandi riscontri di critica. Un’ampia dedica a Piazzola, tra celebri scritture che dialogano con scritture originali. Un viaggio di grandissima cultura che ha saputo codificare molto della musica popolare del nostro tempo.
Parlare di Tango significa tornare indietro nel tempo, in un passato di grandissima eleganza ma anche di rivoluzione sociale… ma serve anche secondo voi per parlare del futuro?
Il tango, come noi l’intendiamo, è un linguaggio musicale che abbraccia nella sua essenza la danza e che ha nelle sue radici la musica europea, l’influenza creola e una rilevante componente africana. È nato da questa fusione e si è sviluppato dapprima grazie al ballo sociale e poi nello slancio artistico dei grandi musicisti e poeti che ne hanno definito il genere. È una musica di grande identità, con le sue molteplici radici ci avvicina alla dimensione contemporanea ed è capace di parlare di noi stessi, di rispecchiare i sentimenti e le passioni più autentiche. Questa è la chiave del suo perenne successo e pensiamo sia una porta aperta verso la ricerca e la sperimentazione artistica.
Un disco che oggi celebra la figura di Astor Piazzolla. Oltre ai 100 anni dalla sua nascita, quale altro grande significato rappresenta per voi?
Piazzolla, con la sua enorme produzione, come instancabile compositore e creatore di nuove formazioni, come rivoluzionario del linguaggio del tango, è stato l’esempio di un percorso che si costruisce con costanza e determinazione giorno dopo giorno.
Ci ha dato lo stimolo a non fermarci e a proseguire nella creazione musicale nonostante le difficoltà, accettando la sfida di un disco registrato a distanza per diversi mesi e che racchiude diversi nostri brani composti e arrangiati proprio per quest’occasione.
Possiamo dire che ne è valsa la pena, con la soddisfazione di essere riusciti a dare un messaggio di ottimismo e speranza in un momento così difficile com’è stato questo dovuto alla pandemia.
E in che modo i brani inediti incontrano la scrittura e il concept di questo disco e della musica di PIazzolla?
I brani inediti illustrano in varie maniere le nostre qualità e la nostra estetica: in un cammino di molti anni abbiamo assorbito i diversi stili del tango, approfondito l’interpretazione dello stile di Piazzolla e sperimentato nuove sonorità che si legano ai nostri percorsi individuali. La musica di Astor Piazzolla è uno slancio di emozioni forti e chiede ai musicisti una grande preparazione. In questo disco abbiamo voluto giocare con i contrasti, sia timbrici che dinamici, rivivere la struttura musicale del tango e dialogare con Piazzolla accostando atmosfere contrastanti in un linguaggio comune in tanti aspetti.
Ci sembra interessante e necessario esprimere il nostro concetto sia del tango vero e proprio che della composizione e dell’arrangiamento, per tracciare un’altra via possibile per il futuro di questo genere.