Da oggi, venerdì 15 ottobre è disponibile nei negozi, sulle piattaforme digitali e in tutti i digital stores “RADICE” (Maninalto!/I dischi del Minollo), il nuovo album della band bresciana IL VUOTO ELETTRICO.
«Per noi scrivere e comporre questo disco è stato difficilissimo. – dichiara la band – trovare una sintesi dei precedenti due album e cercare di spingerci in una direzione nuova è stato impegnativo ma di grande soddisfazione finale. Abbiamo lavorato con Marco Lega, uno dei migliori produttori italiani e lo abbiamo voluto fermamente perchè secondo noi è stato in grado di spingerci nella direzione corretta, con chitarre in prima linea e una produzione quasi sartoriale, analogica e dedicata nel dettaglio a fare emergere le cose più importanti di questo disco. Adesso aspettiamo di sapere se la “trilogia dell’esistenza” avrà un capitolo finale degno di questo nome. Noi ne siamo convinti».
Ciao! Benvenuti sul MEIweb. Per i lettori che non vi conoscono: chi è Il Vuoto Elettrico? Quando nasce questo progetto? Da dove nasce il vostro nome?
Il Vuoto Elettrico è un gruppo di rock ‘n roll che dal 2014 scrive in italiano, fa rumore con le chitarre e pesta con basso e batteria. Detta così, forse qualcuno potrebbe avere la tentazione di buttarci nel calderone insieme a tutti gli altri, e poi dentro un secchio e alla fine nello scarico del cesso. In realtà rivendichiamo un nostro preciso senso estetico ed etico nel fare musica, cose che non sembrano andare troppo di moda in questo periodo storico. Abbiamo sempre avuto delle idee molto precise su come fare musica, magari fuori tempo massimo nell’era dell’autotune, questo sì… ma non è detto che sia una cosa così disdicevole. D’altronde di idee ne erano pregni anche i Six Minute War Madness, gruppo milanese autore di un album rivoluzionario per la musica italiana da cui abbiamo preso il nome.
“Radice” è il nuovo album, da poco uscito. Quando nasce questo disco? Per coloro che lo ascolteranno, qual è il messaggio che volete venga percepito?
Nasce come conseguenza dei precedenti due, tanto che tutti e tre costituiscono quella che noi chiamiamo “Trilogia dell’esistenza”. In particolare Radice parla di Assenza, Mancanza e Perdita dedicando a ciascuna di queste parole tre canzoni. Ce n’è una decima, la title track, che rappresenta invece la chiave per districare la matassa: come superare nel corso della vita queste tre situazioni? Abbiamo la presunzione di volerlo spiegare in poco meno di quattro minuti e questo lo trovo francamente insopportabile visto che c’è gente che dopo ottanta anni di vita su questo pianeta non è ancora in grado di capirlo.
Descrivete la vostra musica, con soli 3 aggettivi. Quali sarebbero?
Rabbiosa: perché non c’è niente da fare: frustrazione e fallimenti creano rabbia
Pensata: perché non c’è nulla di improvvisato, nemmeno le fotografie del booklet
Contocorrente: perché navighiamo contro il paracul-rock che è una meraviglia, vedendoci sbattere in faccia porte su porte (e rispondendo con il dito medio bene in vista).
Ci sono nuovi progetti all’orizzonte, nuove date live in cui potremmo ascoltare la vostra musica?
Stiamo tentando di organizzare un tour promozionale, con grandi difficoltà. Il 03 dicembre apriremo alla Feltrinelli di Milano a Omar Pedrini in versione acustica, poi si sta programmando qualcosa per dicembre e gennaio. Non abbiamo altri progetti se non quello di portare sul palco Radice, anche se abbiamo già scritto un pezzo nuovo e abbiamo in testa di girare il secondo video con la collaborazione di Pierpaolo Capovilla de Il Teatro degli Orrori. Vedremo come andrà a finire… .
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