“Non mi considero una cantautrice, scrivo per impulso, non con metodo”.
E. C.
Se non definisco Elvira Caobelli cantautrice, una ragione c’è: lei stessa non “ama”definirsi così.
Questo me l’ha detto al telefono un paio di settimane fa… chissà tra un mese o un anno, cosa mi potrebbe dire a riguardo?
Ma cosa importa, alla fine, definirsi, quando il proprio animo tende a mettersi in gioco e all’esperimento, senza riserve?
Non toglie forse possibilità di sperimentazione ogni definizione/delimitazione precisa del proprio potenziale?
Per me importa dirvi che Elvira sul palco dimostra di essere una grande interprete, generosa e talentuosa, capace di donarsi completamente, “di Essere”, senza riserve.
In quella telefonata mi ha anche “confessato” di aver tentato l’esperimento della scrittura per il bisogno di “esternare” i propri sentimenti, e di esserci riuscita grazie all’aiuto maieutico della sua produttrice, Veronica Marchi, che l’ha supportata “nell’operazione” del tirar fuori le parole.
(… le parole, e, aggiungerei, i sentimenti che le parole dicono; poiché se non le vestissimo di pathos, cosa sarebbero, poi, le parole?)
“Grazie a Dio ne sono fuori”, è la canzone con cui ho conosciuto il pathos e la dirompente forza performativa di Elvira, che con la sua esibizione mi ha colpita e letteralmente attaccata alla sedia!
Ringrazio ancora Musicultura per avermi chiamata ad ascoltare tante anime belle passate di là, tra le quali Elvira è una di quelle che a mio avviso ha brillato di più…
E sulla canzone che “mi ha appiccicata alla sedia”, Elvira ci fa dono di un’altra confessione:
“Questo brano è un vero e proprio sfogo.
La sua creazione è stato un rito catartico.
Mi sento davvero fortunata a poter dare voce alla rabbia e il dolore che io e tante altre donne, malauguratamente, abbiamo provato.
Ogni volta che la canto dal vivo, c’è qualcuno che mi ringrazia per aver dato voce anche alle sue parole soffocate dalla paura.
Questa cosa mi dà il coraggio e la voglia di continuare ad essere sincera nei miei testi, senza vergogna.”
Riconosco a questa artista un grande e singolarissimo potenziale, unito al coraggio di spendersi fino in fondo, con la voce e con il corpo, attingendo all’intimità del proprio sentire.
E le riconosco anche una bruciante sincerità espressiva, che è “quell’oltre” la tecnica, quell’oltre la voce bella, di cui peraltro è dotata.
Elvira va conosciuta e supportata, perché anche se non lo sa, potrebbe prendere ancora più coraggio e diventare una cantautrice consapevole, e regalarci ancora tante storie, magari sue, magari di altre, di altri… per poi interpretarle col suo singolare pathos “violentemente simbolico” e privo di vergogna.
Chi sul palco sa donarsi fino in fondo può salvare chi l’ascolta: dal tedio, dall’inconfessabile che lacera, dall’apatia dei sentimenti repressi o addormentati.
Elvira salva ed è un po’ come la sua chioma: indomata, folle, e un po’ felina, rispecchia la sua anima libera, ipersensibile e forse-fragile, indubbiamente coraggiosissima e combattiva.
“Non riesco ad immaginare un luogo più concreto e sicuro dell’arte, in cui sentirmi libera di esternare la mia intimità.
La sensazione di gioia e potenza che provo, ogni volta che riesco a far vivere alle persone che mi ascoltano le emozioni che voglio trasmettere, non l’ho ancora trovata da nessun’altra parte: la ricerco anche nella scrittura dei miei brani. Mi concedo di essere libera, di dire davvero qualcosa di me, per permettere alle persone di capirmi, di vedere esattamente chi sono.
La mia musica è il luogo in cui sono più sincera. Voglio pensare che chi mi ascolta, torna a casa con una vera parte di me.”
Viva il porto sicuro e protetto dell’arte, viva gli artisti nudi, che “immolano” se stessi sul palco per donare sollievo e conforto, attraverso le proprie autentiche confessioni.
In bocca al lupo per tutto Elvira, ti chiamo tra un anno, e vediamo che mi dici…!
A martedì,
vostra,
Roberta Giallo.
E questo è il link dell’esibizione che vi attaccherà alla sedia:
Biografia Artistica Elvira Caobelli
Elvira Caobelli è una cantante e insegnante di canto nata a Verona nel 1992.
Durante gli anni di liceo frequenta lezioni di canto individuali per poi seguire i corsi BTEC in Music con cui ottiene due diplomi professionali.
Inizia ad esibirsi a sedici anni, con vari gruppi.
A 20 anni inizia l’esperienza con Maryposh (gruppo veronese che propone brani rock originali in italiano) durata 3 anni, incidendo con loro nel 2015 il suo primo disco, Burrasca. In questi anni inizia anche ad insegnare canto, lavoro che la stimola a migliorarsi sempre di più sia come cantante sia come persona.
Nel 2016 è a Leeds, in Inghilterra, per registrare tre suoi brani in inglese, prodotti da Luca Fagagnini e usciti in Italia l’anno seguente.
Il suo progetto solista attuale prende forma nel 2018, grazie all’incontro con Veronica Marchi, con la quale scrive a quattro mani l’album “Come una Palla di Cannone” che uscirà nel 2020 con Maieutica Dischi.
Nel 2021 è finalista con la canzone “Grazie a Dio ne Sono Fuori” al concorso Musicultura.
Laureata in Scienze Filosofiche, Roberta Giallo è cantautrice, scrittrice, performer teatrale, pittrice etc. Si definisce un “ufo” o “un’aliena perennemente in viaggio”. Ha già scritto di musica per Vinile e All music Italia, “Web Love Story” è il suo romanzo d’esordio. Musica in Giallo è la sua prima rubrica musicale per MeiWeb.