Torna d’attualità il tema della reciprocità internazionale sui diritti di pubblica esecuzione, già affrontato lo scorso giugno dall’associazione di etichette indipendenti europee IMPALA alla vigilia del vertice tra UE e Stati Uniti: la presidente della commissione culturale del parlamento di Bruxelles Sabine Verheyen ha fatto appello al commissario per il mercato interno Thierry Breton affinché venga avviato uno studio specifico annunciato già lo scorso mese di luglio ma – a oggi – mai messo in atto. “Il tempo è essenziale se vogliamo evitare un disastro finanziario per il settore musicale”, ha dichiarato, al proposito, Verheyen.
Il nodo della reciprocità internazionale verte sul’intermediazione dei diritti di pubblica esecuzioni tra paesi che riconoscono tale diritto ai titolari di diritto d’autore e altri che non lo riconoscono. Nel momento in cui un brano scritto di un artista americano viene eseguito pubblicamente in Italia – tramite broadcast, o diffusione di locali pubblici – la collecting operante in Italia riscuote i proventi dei diritti e li “gira” all’omologa statunitense alla quale è associato il titolare dei diritti. Il processo, tuttavia, non viene replicato in una situazione speculare – brano di artista italiano eseguito pubblicamente negli USA – perché gli Stati Uniti sono tra quei paesi che non associano il diritto d’autore a quello di pubblica esecuzione. Secondo uno studio di IMPALA, i mancati ricavi dal solo mercato americano ammonterebbero a 125 milioni di euro l’anno.
“L’Unione Europea deve risolvere urgentemente questa situazione in modo che gli Stati membri dell’UE possano continuare a decidere individualmente se vogliono applicare questo principio, come hanno fatto per decenni”, aveva chiarito, in una nota, l’associazione l’estate scorsa: “Ora è essenziale per gli Stati Uniti allineare la propria legislazione nazionale con l’UE”.
Fonte: Rockol