Il Coordinamento StaGe! scrive al MIC – Ministro Franceschini e Direttore Parente – e segnala l’urgenza di un provvedimento, come da richiesta di molti Comuni e molti Promoter, Associazioni e Artisti, per aprire le Piazze e i Centri delle Citta’ per il Capodanno 2022
Sono intervenuti: Giordano Sangiorgi, Ferdinando Tozzi, Rita Monticelli, Piotta, Luca Fornari, Claudia Barcellona, Rita Zappador, Giuliano Biasin, Fabio Dell’Aversana, Massimo Della Pelle, Giuseppe Marasco, Enrico Capuano, Franco Silvestri, Claudio Formisano, Paolo Damiani, Andrea Pettinelli, Giorgio Zanolini, Franco Zino, Matteo Marenduzzo, Filippo Regis, Deborah De Angelis e tanti altri in rappresentanza di oltre 40 realta’ associative.
Con la presente a seguito riunione Coordinamento StaGe! – La Filiera della Musica e Spettacolo Indipendente ed Emergente associato, con circa 100 associazioni che radunano tutta la filiera fatta di autori ed editori, produttori, artisti interpreti esecutori, musicisti, cantanti, dj e band, festival e contest, kermesse ed eventi, agenzie, booking, promoter, tour, club, discoteche, balere, circoli, dancing, associazioni, impianti audio e luci, videomaker, studi tecnici e grafici e fotografici, uffici stampa, social media manager, rider, rigger, negozi di dischi, negozi di strumenti musicali, distributori digitali e fisici e tanto altro, preceduto dal Saluto del Direttore Generale dello Spettacolo dal Vivo Dott. Antonio Parente che ringraziamo per la Sua attenzione per conto del Ministero della Cultura alla nostra realta’, si segnalano i seguenti punti critici per una ripartenza completa e si inviano sotto gli interventi piu’ significativi con altri punti di richiesta e si coglie l’occasione per chiedere un Tavolo di confronto con la nostra realta’ che rappresenta i piu’ piccoli della filiera:
- Serve con la massima urgenza il Codice dello Spettacolo dal Vivo attivo con fondi dedicati e una Riforma del Welfare dello Spettacolo che non lasci a casa circa 70 mila persone (come accaduto in questi 20 mesi) e metta a chiusura certa oltre il 30% delle piccole realta’ indipendenti (club, agenzie, produttori, promoter, band, festival, contest, etc.) con il rischio di arrivare alla meta’ delle realta’
- E’ necessario sostenere con nuovi bandi, sostegni, ristori, bonus e cassa integrazione almeno fino a marzo 2022 il settore perche’ in gran parte non e’ ancora ripartito o se e’ ripartito lo ha fatto in parte e in perdita o ad andare bene in pareggio
- E’ necessario sostenere chi e’ ripartito con fondi specifici , bonus come l’art bonus e sgravi come il tax credit senplificati e campagna e scontistiche per il pubblico
- FUS: indispensabile tenere aperto il Fus nella prossima triennalita’ a tutti coloro che hanno avuto accesso ai ristori senza piu’ escludere nessuno
- Progetti Speciali: Aumento esponenziale di Progetti Speciali che coinvolgano tutti i settori pop, rock, rap, folk, blues, cori e bande, oltre il jazz, anche con specifici bandi e progetti
- PNRR: partire quanto prima coi bandi sull’Innovazione Digitale per la Discografia e per la Rete della Musica dal Vivo ( a tale proposito abbiamo inviato gia’ due documenti a firma AudioCoop realizzati da Claudia Barcellona e Rita Zappador e un altro si allega di ADj a cura di Deborah De Angelis)
- Collecting: in una fase delicata come questa va sostenuta la pluralita’ della diffusione musicale su tutti i canali, assistiamo invece a una maggiore diffusione e fatturato su diritti, vendite , royalties e altro da parte delle major (piu’ 30%) e a un identico calo degli indipendenti con forti perdite per il Made in Italy: va recuperato con interventi in Rai e Grandi Media privati per il pluralismo, Suddivisione diritti arrivando fino al piu’ piccolo, un fondo solo per le collecting piu’ piccole, l’obbligo di web tax, maggiore equo compenso e reinvestimenti in Italia nel settore musica da parte delle major del disco, live, del biglietto e digitale con sede in Italia ma capitali all’estero.
- Ufficializzazione di una Vetrina Nazionale dei Giovani Artisti Indipendenti ed Emergenti come Manifestazione Ufficiale del MIC a favore dei Giovani Musicisti Italiani di tutti i Generi segnalando come candidato il MEI – Meeting delle Etichette Indipendenti in questo importante ruolo, visto la valorizzazione del festival anche in USA recentemente.
A disposizione per un incontro si resta in attesa e a disposizione per ogni approfondimento, cordialmente,
Coordinamento StaGe!
Giordano Sangiorgi (Portavoce)
Al documento si allegano le proposte per il PNRR realizzate da AudioCoop con Claudia Barcellona, AudioCoop con Rete dei Festival realizzate da Rita Zappador e da ADj con Deborah De Angelis.
Inoltre Ecco gli altri interventi piu’ importanti:
Tra gli interventi si segnalano:
FRANCO SILVESTRI , ARIACS
Ariacs ribadisce in tema di ristori e sostegni la assoluta necessità che si trovino da parte delle istituzioni vie più celeri per la liquidazione degli importi assegnati e che le pastoie burocratiche per gli accessi ai vengano snellite.
I bandi di marzo devono ancora essere in buona parte liquidati a causa della perdita di tempo che si è verificata nei controlli e nelle verifiche dei requisiti richiesti dai bandi.
Inoltre i bandi per l’accesso ai sostegni deliberati dal parlamento nel luglio scorso non sono ancora stati pubblicati e questo non è più accettabile specie perché le aziende dello spettacolo sono quelle che hanno subìto il danno maggiore dalla pandemia: le prime a chiudere, le ultime a riaprire e con vincoli molto restrittivi.
Pertanto si propone e si richiede che nel prossimo bando sostegni a recepimento delle deliberazioni del parlamento, se non per tutte, almeno per le micro e piccole imprese dello spettacolo (ex. fatturato 200/250000 euro), le condizioni accesso ai bandi si riducano a:
– Presentazione modello unico 2019
– Presentazione camerale attestante che la azienda ha uno storico e opera nel settore
– Documento di identità del legale rappresentante
– Liquidazione immediata
Vengano omesse le richieste di:
– Controllo regolarità durc
– Presentazione delle ricevute di versamenti inps/ex enpals che in molti casi vengono fatti direttamente alla fonte dagli organizzatori
Crediamo che queste siano le cose fondamentali per aiutare una parte, importante seppur non definitiva, del settore a ripartire veramente.
GIUSEPPE MARASCO DI IT FOLK , INTERVENTI A FAVORE DELLE PICCOLE REALTA’ INDIPENDENTI, FAVORIRE IL TAX CREDIT MUSICA E CLIP ANCHE AI PIU’ PICCOLI
- a) c’è bisogno di un sostegno ancora per le attività legate ai piccoli concerti, sagre, feste patronali, eventi nei piccoli comuni e nei borghi che nonostante una “ sbandierata ripartenza” dell’estate 2021 (comunque appesantita da importanti restrizioni e costi) non hanno davvero ripreso la loro attività. Quasi al pari del 2020. Da una parte perché logisticamente e organizzativamente impossibile poter realizzare quel tipo di manifestazioni ed iniziative, dall’altra perché essendo gestite da piccole realtà locali (associazioni, comuni) nessuno ha inteso farsi carico dei costii e delle responsabilità connesse. Ricordiamo inoltre ad esempio che le feste patronali sono state per il 90% non consentite.
- b) Tax Credit musica. Abbiamo fatto delle richieste che non sono state assolutamente ascoltate a favore dei piccoli produttori. Inoltre ci sono dei punti nel decreto che riteniamo contraddittori. (segnalato nella lettera precedente)
- c) chiediamo da una parte incentivi alla “regolarizzazione” da parte delle aziende e dei professionisti dello spettacolo. Agevolazioni che possano invogliare a ripartire in regola e in sicurezza. Sia per i professionisti che per gli organizzatori e i gestori. Dall’altra più controlli per garantire che questa ripartenza non voglia dire una torre di babele per operatori improvvisati, musicisti non in regola e organizzatori senza scrupoli che sfruttano la necessità di lavorare degli artisti e delle produzioni e in alcuni casi la “voglia” di giovani musicisti per falsare il mercato a dispetto delle regole.
INTERVENTO DI PAOLO DAMIANI per ASSOCIAZIONE ITALIANA ARTISTI – LA SQUADRA PER LA MUSICA per i Centri Nazionali di Formazione, Produzione e Ricerca
La musica esprime fondamentali valori etici e morali, fa parte del nostro quotidiano perché crea comunità e senso di appartenenza, l’esperienza artistica deve essere condivisa da tutti gli studenti, sia nella produzione che nella fruizione: in ogni essere umano esiste un potenziale artistico e musicale che una società civile deve valorizzare. Formazione, ricerca e produzione artistica sono interdipendenti, vivono l’una in funzione dell’altra. Nella musica, la ricerca consiste in nuove composizioni e nella creazione di gruppi e orchestre, nonché nella individuazione di percorsi originali volti al progredire dei diversi linguaggi.
QUALI MUSICHE?
Tutte quelle di qualità, senza preclusione di generi e linguaggi.
In particolare, per le fondamentali esperienze di musica d’insieme, la musica jazz è uno straordinario campo d’indagine, rappresenta un’attività espressiva in continua evoluzione, governata da regole sempre diverse e in grado di sviluppare l’interazione, la creatività, l’ascolto.
Il jazz – nato negli Stati Uniti più di un secolo fa – è un insieme di musiche che si sono da tempo diffuse in tutto il mondo. Rappresenta un caso straordinario di processo interculturale e di sincretismo: in questa musica – colta e popolare al tempo stesso- il valore fondante è la phoné, la grana della voce, il timbro: ciò che rende unico e riconoscibile ogni singolo strumentista o cantante, ogni gruppo o orchestra. Grazie all’arte dell’improvvisazione, ognuno può sviluppare la propria creatività e immaginazione, inventando musica insieme agli altri, in un progetto di intenzionalità collettiva.
PROPOSTE:
- Centri Nazionali di Formazione, Produzione e Ricerca di Jazz e Musiche Contemporanee.
Creare nuovi Centri Nazionali di Formazione, Produzione e Ricerca specializzati nel Jazz e nelle Musiche Contemporanee, distribuiti su tutto il territorio nazionale e dotati di adeguate risorse per la produzione – dal vivo e su ogni tipo di supporto – di medi e grandi organici specializzati nella musica jazz e nei nuovi linguaggi. In stretta collaborazione tra MIC e MUR, l’attività di questi Centri sarà anche di Formazione didattica e di Ricerca, allo scopo di creare le risorse umane da impiegare nel settore. Per inciso, si ricorda che in Francia i Conservatori Nazionali superiori dipendono dal Ministero della Cultura, non da quello dell’Istruzione. Tra le finalità , l’incentivazione delle residenze d’artista, la nascita di nuove composizioni musicali e di orchestre, di progetti speciali anche multimediali, e di iniziative finalizzate a portare gli artisti italiani all’estero. La creazione di questi Centri deve essere una priorità assoluta per lo Stato, per colmare la distanza che ci divide dagli altri Paesi Europei nel settore degli investimenti sui linguaggi contemporanei. Il settore va ripensato radicalmente a partire dalla Governance (si propone la creazione di un albo di Direttori selezionati tramite concorso internazionale, che garantiscano una adeguata direzione scientifica e orientino l’azione culturale slegati da una eccessiva burocrazia), ridefinendo competenze e programmi. Le risorse economiche dovranno consentire la costruzione di nuove strutture o la ristrutturazione di edifici già esistenti, resi idonei dal punto di vista acustico e tecnologico.
- Interventi strategici e strutturati nella scuola attraverso alcune linee di azione.
Laboratori: Il Laboratorio Musicale nelle scuole italiane è stato inventato nel 1997 per consentire un approccio alla musica basato sull’azione: l’interpretazione vocale e strumentale, la composizione, l’improvvisazione (che, ricordiamo, è produzione dell’evento sonoro in tempo reale, la musica si compone nell’attimo stesso in cui si fa), l’interazione tra suono e movimento. Il laboratorio dovrebbe essere il luogo in cui rendere possibile il pensiero creativo a partire dalle straordinarie possibilità che il linguaggio musicale offre: soprattutto il valore simbolico del suono e il suo rinviare ad altro, a qualcosa che il linguaggio non può esprimere. Il laboratorio è uno spazio di libera sperimentazione, ricerca, innovazione. L’obiettivo è creare un coro e un’orchestra in ogni scuola o rete di scuole, in collaborazione con il COMITATO PER L’APPRENDIMENTO DELLA MUSICA NELLE SCUOLE, presieduto dal prof. Luigi Berlinguer.
Formazioni orchestrali di giovani talenti in cui coinvolgere i migliori studenti selezionati dalle scuole, regionali o interregionali, selezionando ad esempio, 3 Licei musicali per ogni regione a cui assegnare congrue risorse.
Il Concorso nazionale “fare musica jazz a scuola”: istituendo un concorso nazionale annuale sul jazz a scuola riservato alle scuole italiane di ogni ordine e grado.
Luoghi per la musica: istituendo un fondo adeguato a ristrutturare, insonorizzare ed attrezzare le aule delle scuole pubbliche e private più meritevoli, realizzando spazi che consentano esperienze di musica d’insieme per piccoli e grandi organici.
- Interventi strutturali per la digitalizzazione della formazione musicale.
In questo percorso operativo sarà indispensabile curare il rapporto musica e mondo digitale, che in modo capillare sta attraversando, attraverso i suoi strumenti ed i suoi livelli di comunicazione, attualità e prossimi orizzonti delle nuove generazioni.
- Interventi per la divulgazione del jazz e della musica contemporanea.
Lezioni ascolto: progettare cicli organici di lezioni di ascolto, per promuovere nel pubblico la capacità di ascolto, la conoscenza critica e la consapevolezza delle relazioni storiche, stilistiche, formali della musica in una chiave di alta divulgazione, quale già si pratica a vari livelli nel nostro paese. È quindi fondamentale introdurre risorse aggiuntive per dare alle attività di divulgazione, di ricerca e di sostegno allo sviluppo e alla produzione artistica (es. residenze creative) strumenti e finanziamenti congrui, con iniziative dedicate e, in un’ottica di sviluppo strategico e di sistema, consentendo ai soggetti che percepiscono fondi del FUS la possibilità di indicare nei progetti – e di conseguenza poter rendicontare – questo tipo di attività, che sono integrative e spesso generative delle migliori pratiche artistiche e produttive.
Giorgio Zanolini del Tavolo Permanente delle Bande Musicali per un intervento a favore delle Bande Musicali, elemento identitario di una comunita’
Come già illustrato negli interventi di chi mi ha preceduto, i problemi legati alla pandemia hanno toccato tutte le piccole realtà, comprese le nostre Bande Musicali.
Siamo rimasti al palo per quanto riguarda contributi per la ripartenza delle nostre realtà: un surreale rimpallo tra Stato e Regioni ha, di fatto, escluso le Bande Musicali.
Morale: a oggi molte associazioni non hanno ripreso le proprie attività, e talune hanno chiuso definitivamente i battenti, andando a depauperare il patrimonio culturale di vari territori.
Condivido le analisi contenute nel documento di “StaGe!” sul PNRR, rimarcando come sia fondamentale la proposta di realizzare i “Centri della Cultura” soprattutto nelle piccole e medie comunità: tali luoghi diventerebbero punti di riferimento per molteplici attività, quali lo svolgimento di spettacoli, per dare una sede alle associazioni, per creare punti aggregativi sociali e di integrazione ecc. Perché, consentitemi, non esistono solo le grandi città.
La formazione musicale di base è strategica: con essa si creano le nuove leve dei musicisti, sia professionisti sia amatori, così come il pubblico del futuro.
Ma la formazione senza strumenti musicali è un esercizio mentale senza senso: per questo molte Bande Musicali hanno rivoluzionato la propria metodologia d’insegnamento, fornendo subito agli allievi gli strumenti musicali e privilegiando la Musica d’Insieme.
Stiamo sperimentando ormai da anni le metodologie provenienti dai Paesi più evoluti in tale campo, ottenendo risultati molto positivi, ma non c’è un confronto costruttivo con le realtà che, nel nostro Paese, si occupano di formazione musicale.
Anche l’operato del Comitato presieduto da Berlinguer, purtroppo, non è riuscito a smuovere molto in questi anni nella Scuola italiana.
Condivido appieno l’analisi fatta da Damiani: pure nel nostro ambito esiste “buona musica” e “pessima musica”, e quindi l’apertura di un contatto e un dialogo tra mondo accademico e amatoriale non può che essere auspicabile e positiva, nonché foriera di collaborazioni per creare nuove produzioni.
Concludendo: la rete che si è venuta a creare tra i soggetti appartenenti a “StaGe!” è estremamente positiva e non dev’essere smobilitata.
Abbiamo bisogno di un “CONI” della Musica che rappresenti le istanze di tutte le realtà, dall’amatore al professionista, lavorando per una visione strategica da creare e costruire tutti assieme, nel rispetto delle varie peculiarità che ci contraddistinguono.
INTERVENTO DI CLAUDIO FORMISANO DI CAFIM per
Migliorare il fare musica nella scuola.
- Inserire la musica come materia curriculare altamente formativa come tutte le altre materie e indispensabile per la formazione del nuovo cittadino.
- Iniziare la formazione musicale già dall‘asilo nido e renderla parte integrale del percorso scolastico fino alla conclusione delle scuole superiori.
3) Inserimento di Cafim insieme ad altri soggetti nel Comitato Nazionale apprendimento pratico della musica per tutti gli studenti come rappresentante degli strumenti musicali in quanto indispensabile per essere sempre aggiornati sia sulle novità dei prodotti sia sulle esperienze di metodo di insegnamento in altri Paesi
- Riattivazione de Bonus Stradivari per i negozi di strumenti musicali ma impostato in maniera diversa rispetto al passato ovvero indirizzato a una equa e larga distribuzione su tutto il territorio e in particolare a chi si avvicina allo studio di uno strumento musicale o in concomitanza con l ‘inizio delle superiori a chi avesse raggiunto particolari risultati precedentemente e necessitasse di uno strumento adeguato al proseguimento dello studio. Avviare una statistica regionale per incrementare la cultura musicale laddove dimostrasse carenze ed ottenere la più ampia partecipazione da parte dell’intera a popolazione.
INTERVENTO DI RITA ZAPPADOR
inistro Franceschini: “Nel Pnrr siamo il Paese che ha più investito in cultura sia come cifra
assoluta che come cifra percentuale: 6,75 miliardi. Risorse significative che ci siamo impegnati a
spendere bene.”.
Il capitolo del PNRR dedicato a turismo e cultura 4.0 da pag. 143 a pag. 158 è per la massima parte
dedicato al rilancio del comparto turistico in quanto tale e, laddove si cita esplicitamente un
obiettivo squisitamente legato alla cultura, ci si concentra sul patrimonio materiale, quello
archelogico, storico, artistico museale.
La stessa 7a Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali, ricerca scientifica,
spettacolo e sport) nelle parole del Sen. Riccardo Nencini rileva che “la distribuzione delle risorse
nelle diverse linee progettuali appare parzialmente sbilanciata verso asset patrimoniali e sul sistema
pubblico a scapito della produzione culturale e delle componenti anche privatistiche del comparto
(178.000 imprese operanti nel settore)”.
Nel PNRR quindi non e’ esplicitato il coinvolgimento dei settori produttivi che operano nelle
industrie culturali e di come la progettualita’ del PNRR possa tradursi in progetti e occasioni di
lavoro economicamente sostenibili per i professionisti della cultura,.
La domanda e’ quindi: il legislatore ha chiare le interdipendenze cruciali tra le due
dimensioni della cultura e dello sviluppo? Ha chiaro che deve mettere in campo azioni che
incorporino i contenuti culturali immateriali, quei contenuti che danno un senso ai
contenitori, che e’ cio che le arti performative fanno?
Quindi restauriamo, riconvertiamo, innoviamo il patrimonio architettonico e storico di borghi,
parchi e citta’ periferie incluse e riempiamolo di bellezza viva e che si rinnova continuamente nel
processo infinitamente creativo degli artisti e della filiera delle imprese a loro connesse.
Non mi stanco di ricordare che la cultura e’ diventata un fattore produttivo al pari dei parametri
tradizionali della scienza economica come terra, lavoro manuale, capitale, e un motore per
l’economia e la vita sociale.
In conclusione il PNRR si realizza solo rispettandone gli obiettivi dichiarati e interpretando quelli
non dichiarati ma che si rendono necessari per un conseguimento effettivo dei primi.
Punti salienti:
– Digitale
– il digitale e’ un mezzo non un fine. Pertanto le risorse destinate alla digitalizzazione devono
tradursi per il nostro comparto in un servizio atto alla mappatura del pubblico per un piu’
capillare e fruttuoso coinvolgimento e avvicinamento alla fruizione e produzione del. Se nel
PNRR si legge “rimozione delle barriere fisiche e cognitive al patrimonio culturale” lo si
deve declinare anche come l’avvicinamento ai prodotti culturali delle arti performative di
una collettivita’ disabituata alla contiguita’, fruizione, partecipazione della bellezza e
incapace di formarsi un gusto e una capacita’ critica sia estetica che cognitiva (dati
eurobarometro 2018 e 2019, terzultimi per consumi/partecipazione/produzione culturale).
– Altro capitolo della digitalizzazione applicata al settore delle arti performative e’ il
collegamento dell’evento performativo in quanto tale con la specificita’ del luogo che lo
ospita. Nel momento quindi della comunicazione l’interazione e cogestione digitale tra
ospiti e ospitanti deve essere automatica costituendo una rete sinergica tra organizzatore,
artista, comune affinche’ lo spettatore abbia la possibilita’ di godere dell’offerta culturale e
turistica, attraverso soluzioni digitali di ticketing che incentivino l’accesso al museo del
luogo in orari compatibili con lo spettacolo, e di comunicazione social condivisa e detraibile
fiscalmente.
– Inclusione sociale e rigenerazione
– oltre agli evidenti risultati rispetto alla capacita’ aggregativa di qualsiasi evento culturale,
gli investimenti locali in produzioni culturali generano distretti competitivi e dalla capacita’
innovativa (sviluppo economico endogeno della citta’) e un impatto sull’immagine e
percezione delle citta’ stesse (percezione esogena della citta’).
– Turismo
– se le ICC e le professioni culturali sono un volano per l’economia tout court (6% del PIL) sul
turismo il balzo e’ ancora piu’ evidente: il 38% della spesa turistica e’ per consumi culturali
e viene definita come spesa turistica attivata dal sistema culturale (impatto sul PIL
dell’effetto combinato turismo e cultura 17%). Il risultato quindi prodotto dal turismo
dipende in buona parte dai contenuti culturali che si generano nell’ambito dei siti o
localita’ turistiche. Qualsiasi intervento previsto dal PNRR per incrementare il turismo non
puo’ prescindere dal riempire la scatola cosi’ creata (ristrutturazione, riqualificazione siti
ecc.) da contenuti culturali immateriali – leggi nel PNRR “Programmi per valorizzare
l’identita’ dei luoghi”. Quindi essenziali bandi per realizzazione progetti di arti
performative, tax credit per le produzioni di arti performative, credito d’imposta e
defiscalizzazione per investimenti atti al recupero di luoghi per arti performative tanto
quanto nel PNRR si cita esplicitamente il credito d’imposta per le strutture ricettive.
– Riqualificazione urbana, borghi, parchi = devono essere contenitori di 4 aspetti della
produzione artistica: eccellenza, democratizzazione culturale, democrazia culturale,
economia.
– Gender Gap:
WEF gender gap report 4 parametri:
– Partecipazione economica e opportunità (incl. Pay gap) 57% (parita’ tra 275 anni)
– Titolo di studio 90%
– Salute e sopravvivenza 90%
– Empowerment politico. 20/25% (parita’ tra 100 anni)
Vale la pena ricordare che uno studio di McKinsey prevede che in uno scenario a pieno
potenziale in cui le donne partecipano all’economia in modo identico agli uomini, al PIL
globale annuo si aggiungerebbero 28 trilioni di dollari rispetto allo scenario attuale. 28000
miliardi piu’ del pil cina; un po’ meno di usa e eu insieme
ITALIA: 17^ in Europa/ 76^ nel mondo
ART WORLD: in UE le donne sono il 20% delle compositrici e cantautrici registrate e
guadagnano il 30% in meno degli uomini che lavorano nello stesso settore. Lo stesso in
teatro tranne i costumisti. Ancora peggio nelle arti visive: il 3-5% delle artiste è
rappresentato nelle grandi mostre e collezioni e musei, e il 13% è rappresentato nelle
gallerie (pero’ l’85% dei nudi e’ femminile).
Nella musica pop 91 uomini contro 30 donne sono nelle 100 canzoni più popolari (2018)
Pertanto nella realizzazione del PNRR devono essere presenti facilitazioni fiscali per
progetti presentati da imprese femminili, detrazioni fiscali per le assunzioni di sostituzioni
di maternita’ (per ammorbidire l’impatto che sulle aziende hanno le assenze delle madri
lavoratrici), fondi per i progetti culturali che presentano una forte componente femminile
nella loro creazione, progettazione, esecuzione.
I bandi proposti riflettono le suddette
considerazioni e le interpretano in chiave pratica e fattiva.