Se ami il punk non puoi non conoscerli! I Viboras, combo milanese capitanato dalla vocalis Irene, tornano sulla scena con il nuovo disco Eternal. Un lavoro potente e che al contempo dimostra la maturità compositiva ed interpretativa della formazione milanese. Oggi li incontriamo virtualmente sulle nostre pagine.
Viboras, benvenuti! Un piacere ospitarvi per parlare del vostro disco “Eternal”. Partiamo proprio da queste nuove canzoni. Quando avete iniziato a lavorarci e come è stato il processo creativo?
Ciao a tutti!! Mossi dal progetto che avevamo in testa da tempo abbiamo iniziato a scrivere poco prima del lock down portando a termine il disco durante e poco dopo i mesi duri di chiusura. Per fare ciò ci siamo attrezzati del materiale necessario per realizzare dei demo. Ci siamo accorti che andava talmente tanto bene che la decisione è stata di fare quasi tutto noi voci principali e batteria a parte. Questi ultimi sono stati realizzati al 33HZ studio con Frank Altare (Storico fonico con cui lavoriamo da anni) che si è occupato anche del mix. Grazie a questa libertà di azione abbiamo avuto il modo di far crescere le canzoni, cambiare loro umore e a volte riscriverle da capo. Nella melma del periodo è stato un modo fantastico per creare e vivere le nostre creazioni.
Vi confessiamo di averlo streammato forte e parecchie volte. Ci è piaciuta la sua energia ma anche il retrogusto “amaro” di certe lyrics. Non è facile ma vi chiediamo di scegliere i tre brani per voi più rappresentativi di tutto il lavoro e di descriverli brevemente.
Fin dalle prime composizioni datate 2003 la nostra linea compositiva è sempre stata piuttosto cazzuta con rare incursione nell’happy sound. Anche i brani più melodici parlano di perdite, delusioni, morte e problematiche sociali che si ripercuotono nella vita privata. Su Eternal il concetto si amplifica per ovvi motivi. Abbiamo perso tanto, sono cambiati irrimediabilmente i rapporti tra noi e ciò che abbiamo visto fuori dalla finestra ci ha sconvolto molto. Tre canzoni potrebbero essere Fucking Special, Distopic e Stranger, canzoni che a mio parere riassumono gli umori dell’EP.
“Eternal” è concettualmente legato a “Bleed” che avete pubblicato nel 2019. Cosa accomuna i due lavori e perché la scelta di un concept che si snoda tra il 2019 ed il 2021?
Creare un disco in due parti è stato da subito il nostro la nostra volontà. Io (Sal, il chitarrista) e Irene ci occupiamo da sempre delle composizioni, per ogni disco abbiamo sempre attuato una sorta di progetto logico che ci ha sempre stimolato, ad esempio su “Eleven” il numero 11 è il tema portante dell’album. Per quanto riguarda il progetto “Bleed Eternal” la decisione è stata di scrivere fin da subito due EP in due periodi diversi per poter avere maggiore agilità e concentrazione per quanto riguarda la scrittura. Volevamo essere soddisfatti di ogni singola song evitando riempitivi che non giovano alla qualità di un album. Il sogno fin da subito è stato di vederli fusi un unico vinile.. l’unica “difficoltà” poteva essere quella di mantenere il sound identico tra le due uscite, ma con Frank sapevamo di andare sul sicuro. Il concept del progetto è crederci fino alla fine, sanguinare per le proprie passioni a costo di farlo per sempre. Siamo molto fieri dei due ep, e a mio parere dimostrano quanto crediamo in ciò che facciamo.
Riavvolgiamo il nastro e torniamo al 2005, anno di pubblicazione del vostro primo disco “Wrong”. Cosa è cambiato e cosa no da allora?
Cambiato tutto. Diciamo che fino ad allora e poco dopo ci si comportava come il decennio precedente. Certo eravamo in aria di social (My Space) ma per la musica almeno in Italia non sembrava fosse così determinante. Il gruppo realizzava il proprio demo (inizialmente era in cassetta poi in cd), cercava la collaborazione di una etichetta, dei negozi e delle distro più in voga, contattava le fanzine cartacee e girava gli squat e qualche locale per poter organizzare una manciata di date e per concludere volantinava per la città. Oggi la situazione ovviamente appare completamente diversa, all’apparenza molto meno “impegnativa” e per questo molti ci dormono sopra. I social e lo streaming danno grandi opportunità di contatto che possono fare andare ben oltre la situazione locale. Chiunque può ascoltarti e può vedere la tua faccia in tutto il mondo. Si tratta di una situazione completamente differente ma che richiede l’unica cosa che in questi anni è rimasta immutata; ci devi credere e ti fare un culo così, nessun mezzo parla per te. Lo fa solo la tua musica e la tua tenacia nel proporre la tua arte.
Uno dei punti fermi è forse la collaborazione con Ammonia Records, la punk label italiana per eccellenza. Che rapporto c’è tra di voi?
Io (Sal, il chitarrista) fin dagli esordi ho sognato con la mia precedente band di poter uscire per Ammonia per anni. Con Kappa ci eravamo incrociati diverse volte ma senza mai parlare di qualcosa di concreto. Una volta nati i Viboras è stato per me automatico inviare ad Ammonia il demo allora realizzato e il miracolo è avvenuto! Non troppo tempo dopo ho ricevuto la chiamata di Kappa che senza andare per le lunghe ci ha proposto di realizzare il nostro primo album con lui. Oggi dopo un periodo di autoproduzione siamo tornati a lavorare insieme in un sodalizio veramente stimolante. Ammonia sta vivendo un nuovo splendore, grazie forse al sodalizio con etichette come Professional Punkers e Tufo Records, la nascita di Pogo Zine insieme a Franz di Wild Honey, tutte esperienze che stanno portando a bellissimi risultati nonostante il periodo. Quindi per riassumere ll rapporto tra noi è fantastico.
Siete indiscutibilmente degli animali da palco. Sia in elettrico che in acustico date sempre il meglio di voi. Vogliamo quindi concludere chiedendovi quale concerto ricordate con più gioia e perché e quali saranno i vostri prossimi appuntamenti dal vivo.
Sai è difficile da dirsi, L’esperienza del Bay Fest o del Punkadeka festival è stata incredibile, ma ci sono tutta una serie di concerti e mini tour che ricordiamo con tanto affetto. Per noi il live inizia da quando ci mettiamo in viaggio. Ad ogni evento cerchiamo di cucire dei rapporti con chi ci viene a vedere, di divertirci e goderci tutto il prima, il durante e il dopo dando il massimo. Quindi, scusa il romanticismo, tutti i live per noi sono speciali
Le date le saprete presto seguiteci sui social, basta cercare Viboras e ci siamo solo noi! Grazie di tutto e a presto sopra, sotto, dietro e davanti il palco!