Un volo a planare sul nuovo singolo di Valeria Angelotti in arte VEA che abbiamo ampiamente ospitato sulle nostre pagine in occasione di questo nuovo bellissimo disco dal titolo “Sei chi non sei”. È tempo di nuova voce e nuove attenzioni alla luce di questo nuovo video ancora caldo di pubblicazione. Si intitola “L’esatta combinazione”: geniale idea e ottima produzione per raccontarci qual è il suo punto di vista sul senso finale e la comprensione delle tantissime maschere e dei fin troppo arrugginiti ingranaggi della vita sociale che abbiamo nel quotidiano. Raffinata e sensibile leggerezza dentro tematiche per niente scontate… tanto di cappello per come VEA sa regalarci tutto questo.
Nuovo video. Davvero complimenti per questa produzione. Sei sempre stata molto molto attenta alla produzione dei tuoi video. Che valore ha l’estetica e l’immagine così promozionale secondo te?
Grazie sono felice vi sia piaciuto! Beh i video sono un’altra forma d’arte che adoro esplorare. Ho un passato da “Da grande voglio fare la fotografa” e penso mi sia rimasto un legame indissolubile con l’immagine. E poi il videoclip ti da’ l’occasione di raccontare un’altra storia o di aggiungere significato al testo e/o alla musica. Mi diverto e mi emoziono tutte le volte dal nascere dell’idea fino alla prima visione. L’estetica è molto importante, in quanto veicolo di un messaggio: per esempio i miei capelli sono metà blu e metà grigio (ahimè) naturale per esprimere le sfumature della mia personalità un po’ bizzarra e un po’ saggia, un po’ punk e un po’ cantautrice…
Che poi questo brano sembra davvero mettere a fuoco “chi sei”: la ricerca dell’identità è la prima grande chiave di lettura di questo disco vero?
Si, è un viaggio nei meandri della propria natura e di quella umana, che si pone domande, mete e rivendicazioni.
Ma possiamo chiederti perché l’idea di un funerale, l’idea della morte? È il dopo che affascina in realtà…
L’idea del funerale non è stata mia, ma di Anna Sofia Solano e Guglielmo Loliva, i registi del video. Per una volta mi sono abbandonata all’ispirazione di chi mi guardava e ascoltava dall’esterno e mi sono goduta questa folle idea. Sapevo che sarebbe arrivata questa domanda e mi sono preparata una super risposta d’effetto: “Questa canzone vuole essere un tormentone estivo dal contenuto esistenziale. Bene. Qual è stato il vero tormentone negli ultimi due anni di pandemia? LA MORTE!”
Siamo stati messi spalle al muro dalla possibilità di morire, noi che viviamo in contesti privilegiati, senza bombe che ci piovono dal cielo, che proprio alla morte non ci pensiamo mai! Non so se i ragazzi ne siano consapevoli (o se mi stia facendo un film), ma secondo me tutto questo ha influenzato la scelta di giocare con la morte e ridimensionarla ad un evento naturale della vita.