Una serata / un disco: quindici minuti di silenzio
Quindici minuti senza musica: niente strumenti, niente suoni, niente canzoni. È così che il Mei di Faenza, storico Meeting delle etichette indipendenti, sabato 2 ottobre protesterà contro il disinteresse del governo verso il mondo della musica: stadi, cinema, chiese, ristoranti hanno riaperto, solo i concerti aspettano da mesi il via libera. Per vedere i Maneskin bisogna accendere la tv, e guardarli cantare davanti alla folla di spettatori del Global Citizen Live, un evento che ha unito il mondo intero – Londra, Parigi, New York, Singapore, Rio de Janeiro, Mumbai – ma non l’Italia.
Lo “sciopero della musica” finirà con un minuto di silenzio assoluto dedicato a «tutti gli artisti, le maestranze, gli organizzatori, i booking, le agenzie e i locali che hanno perso il proprio lavoro o hanno dovuto cambiare impego a causa di questa pandemia, ha annunciato il patron del Mei, Giordano Sangiorgi.
Fa silenzio anche questo blog. Ma vi invita comunque a comprare un cd di uno degli artisti che saranno a Faenza (Diana Tejera, Irene Grandi, cmqmartina, Colapesce e Dimartino, Nccp…) per riempire il resto della serata del 2 ottobre…
P.S. Questo post fa parte di una serie di “consigli per gli acquisti” a favore della musica italiana. Siamo stati abituati a comprare un disco solo se pensavamo di ascoltarlo dieci, cento o mille volte. È ora di cambiare. È ora di considerare i cd come i libri: non si compra un libro pensando di leggerlo più di una volta. Fate lo stesso: comprate un cd, mettete la cuffia, isolatevi dal mondo per un paio d’ore e ascoltate, fate passare la serata come se foste ad un concerto. Sicuramente qualche canzone vi piacerà e la riascolterete, ma se anche non fosse così, quanti dei libri che avete comprato li avete letti più di una volta?
Comprate un disco al mese. Mettete un ricordino sull’agenda del cellulare. Date un aiuto concreto a un settore, quello della “musica leggera”, che sta vivendo un momento particolarmente difficile e che, è facile prevederlo, avrà grandi difficoltà a riprendere quota. Rivedere oggi le immagini di uno stadio o di una piazza piena, o anche solo dell'”assembramento” del pubblico di una serata in un club fa stringere il cuore. Quando le vendite dei cd sono crollate, i musicisti e le migliaia di persone che lavorano con loro e per loro hanno scoperto una via di salvezza nella musica dal vivo. Ma adesso? Voi riuscite a immaginare un concerto tenuto “a distanza di sicurezza”?
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