Ciao! Raccontaci di te e del percorso artistico fin qui. Come ti sei avvicinato alla musica?
Ho iniziato a 8 anni Mi ricordo che di punto in bianco chiesi a mia madre di portarmi da qualche parte a cantare, neanche io sapevo dove e il perche. Mi piace credere che è una di quelle cose innate, una di quelle voci che senti dentro e non puoi evitare di ascoltare. Inizialmente c’era questo bisogno inspiegabile di cantare. Poi, nel corso degli anni, c’è stata una grande formazione a 360°, dal canto, fino alla danza e recitazione. Ci sono stati diversi episodi, alcuni più tragici, altri più felici, che mi hanno portato a formare una coscienza, un pensiero. Da qui, è nata la voglia di voler dire qualcosa, di scrivere e trasmettere emozioni…
Qual è per te l’esperienza più importante e significativa nella tua carriera musicale e perché?
Ricordo sempre con grande emozione la finale del Festival Show in una Arena di Verona sold out. Un’emozione indescrivibile. Ricordo che tremavano le gambe prima di salire sul palco, ma nel momento in cui presi il microfono sentii uno switch, un cambiamento. In quella finale cantavo “130 volti” una canzone a sfondo sociale che scrissi contro il femminicidio e che mi portò tantissime soddisfazioni.
Il tuo ultimo singolo “Tutto finisce” nasce in una situazione davvero particolare, raccontaci un pò?
Durante la quarantena, in un momento di difficoltà per noi artisti, ho iniziato a insegnare lingue straniere in una scuola media. Mi sono trovato a confrontarmi tutti i giorni con questi ragazzi giovanissimi, per cui, ho vissuto in prima persona tutte le loro sensazioni, emozioni, dolori, speranze… Questo mi ha spinto a chiedere alle persone che mi seguivano, attraverso una box di instagram, di raccontarmi le loro storie.
Mi sono reso conto che siamo legati tutti da un filo invisibile. Ho ascoltato storie di solitudine, problemi familiari, mancanza di abbracci, sguardi, una semplice carezza. Oppressione generale che si contrastava con un desiderio di “ballare”, un ballare non solo corporale, fisico, ma un tornare alla vita, ritrovare la gioia e la serenità perduta, guardando al futuro con speranza.
Quali sono i tuoi Maggiori riferimenti musicali?
Guarda in realtà durante il corso della mia vita ho passato tante fasi e ognuna di loro ha lasciato in qualche modo qualcosa dentro di me. Sono cresciuto ascoltando i dischi di mio padre. Il cantautorato italiano predominava, Battiato, Dalla e Battisti mi hanno insegnato tanto della vita. Nel periodo adolescenziale ero un fan scatenato dei Blink-182 e dei Green day, fino ad arrivare ad essere un “little Monster” di Lady Gaga per le sue continue lotte sociali. Le più grandi influenze stilistiche le ho avute da Freddie Mercury e Michael Jackson, due incredibili mostri sacri che la musica ha avuto.
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