“Del perché il Green Pass è una roba brutta, classista, discriminatoria e per nulla di sinistra”
Ieri sera sul Lungomare dei Navigatori Etruschi di Marina di Cerveteri si è aperta con il concerto de la Rappresentante di Lista la 15° edizione dell’Etruria Eco Festival, che proseguirà fino al 22 agosto con il concerto dei Subsonica, prima ci saranno altri eventi a ingresso gratuito come Brusco, Piotta, Metal Carter e Iceone il 14, Body Funk il 15, Vasco Brondi il 19, Negrita il 20 e Coma_Cose il 21.
Dopo l’esibizione in apertura dei Melancholia ha parlato il giovane sindaco di Cerveteri, Alessio Pascucci, ricordando come il settore dello spettacolo dal vivo sia stato il più ingiustamente danneggiato e dimenticato rispetto ad altri, nonostante si sia dimostrato che è possibile fare eventi e spettacoli in tutta sicurezza (ha fatto l’esempio del concerto di Daniele Silvestri dello scorso anno a Cerveteri).
Dopo 15 anni l’Etruria Eco Festival torna sul Lungomare di Marina di Cerveteri dove si era svolta la prima edizione. L’ingresso all’area concerti si trova sulla sinistra dopo una serie di stand di artigianato e food, all’altezza dello stand dove si vendono magliette, shopper e borracce con il logo del festival. Diciamo subito che per vedere e sentire il concerto “da lontano” non è necessario avere né il biglietto né il Green pass, che invece sono richiesti per entrare nell’area concerti, delimitata da una “barriera” formata dai vigilantes/addetti alla sicurezza che chiedono il biglietto (gratuito, si può prenotare tramite l’app Dice, anche se è tutto esaurito conviene mettersi in lista d’attesa perché alla fine rimangono sempre dei posti liberi e si viene contattati il giorno stesso, a me è successo così, 2 ore prima dell’inizio del concerto si può attivare il codice d’ingresso e visualizzare il biglietto sul telefonino) e il Green Pass (cartaceo o elettronico, non vengono chiesti i documenti quindi in teoria non è possibile verificare se il QR code corrisponde all’identità della persona).
Una volta superata la barriera B&G (biglietto e green pass) si accede all’area con i posti a sedere, che sono occupabili solo in parte (tipo 2 sì e 1 no, anche se sono tutti vaccinati). Ieri sera c’erano tante sedie rimaste vuote nonostante il “sold out” annunciato, è un peccato perché dietro in fondo al di là della barriera c’erano tante persone che ascoltavano il concerto da lontano. Dario e Veronica de LRdL li hanno salutati durante il concerto e hanno detto che pensavano soprattutto a loro e che cercavano di far arrivare la loro voce e la loro musica fino a quelli “al di là del muro”, il muro del Green Pass che divide vaccinati e non vaccinati. Ora lungi da me fare paragoni col fascismo o altre forme di dittatura ma si tratta oggettivamente di un brutto spettacolo da vedere, oltretutto privo di senso dal punto di vista della “sicurezza”. I posti sono infatti tutti a sedere e all’aperto, non si capisce quindi quale sarebbe il rischio di fare entrare anche i non vaccinati visto che come si sa all’aperto se non ci sono assembramenti (e non ce ne sono dato che le persone sono tutte sedute e distanziate) il rischio di contagio è praticamente zero. Si crea quindi una sorta di area VIP (Vax Important People) di vaccinati che però non è che hanno pagato di più il biglietto (come se fossero nell’area PIT di un concerto) rispetto ai non vaccinati o cmq privi di Green Pass e tampone che sono tenuti fuori dall’area. Quello che salta agli occhi alla fine è solo una discriminazione basata sul possesso o meno di biglietto e Green pass, non certo sulla salute e sulla sicurezza (del resto come ha notato anche Crisanti pensare che il Green pass crei ambienti sicuri è una bufala pazzesca). In altre parole chi si vaccina viene premiato e si può godere il concerto nelle prime file, chi non ha il Green pass o il tampone (per vari motivi, non si tratta necessariamente di no-vax, magari non possono fare il vaccino o non hanno avuto modo di fare un tampone nelle ultime 48 ore) non può entrare e deve assistere al concerto da lontano. Lo trovo ingiusto e discriminatorio, non potevo non notarlo, mio padre è stato definito un “sociologo dell’inclusione”, mentre questo Green Pass è uno strumento di esclusione. Alla fine del concerto il Nanni Moretti (che magari sarà pure favorevole al Green Pass, non saprei) che è dentro di me (che sono pure vaccinato) mi ha detto: “Dai Alex scrivi qualcosa di sinistra” e l’ho fatto.