Sulla collaborazione fra pubblico e privato nel mondo della cultura «non sono stati fatti passi avanti, ma solo dei grandi passi indietro». È durissimo Luigi Abete, presidente di Civita cultura holding e dell’Associazione imprese culturali e creative di Confindustria (Aicc), durante
il suo intervento, in mattinata, nel corso degli Stati Generali per la cultura organizzati
dal Sole 24 Ore.
Lo scontro di vedute con il ministro della Cultura, Dario Franceschini, intervistato solo pochi minuti prima dal direttore del Sole 24 Ore Fabio Tamburini, è totale. E Abete di sicuro non le manda a dire, considerando da parte sua sin troppo evidente una tendenza che sta portando il Governo a scivolare, dice il presidente dell’Associazione imprese culturali e creative (Aicc), verso una sorta di statalismo dirigista. Una critica, questa, arrivata ieri da Abete come in altre occasioni da chi vede avanzare incontrastato uno schema della collaborazione fra pubblico e privato in cui il pubblico viene nei fatti considerato il soggetto chiamato a operare, con il privato relegato alla sponsorizzazione.