Ciao! Raccontaci di te e del percorso artistico fin qui. Come ti sei avvicinata alla musica?
Ciao, volentieri. Ho iniziato a cantare da piccolissima, avevo sei anni ed ero molto timida e mia mamma decise di portarmi al coro della parrocchia. Quando cantavano mi sentivo letteralmente rapita, come avvolta in una bolla, figuratevi che emozione ho provato quando ho iniziato a cantare io. La prima volta che ho cantato da sola è stata un’esperienza che non scorderò mai. Poi a 13 anni ho iniziato musical, sempre in parrocchia, e lì la mia passione per il canto ha incontrato il mondo dell’interpretazione e del teatro. Ho fatto tutto il percorso canonico che fanno tutti… scuola, laurea, lavoro… in effetti tra la laurea e il lavoro c’è stata un’esperienza di sei mesi in Australia e quando sono tornata volevo andare a vivere da sola e ho avuto la fortuna di avere un’opportunità di lavoro grazie ai miei genitori. Questo lavoro, che ho fatto per dieci anni, mi ha permesso di studiare e formarmi, ma poi sono arrivata a passare i 30, mi sono avvicinata al mondo della crescita personale e mi sono chiesta: è la vita che voglio? Mi sono risposta di no e allora, grazie anche al supporto dei miei genitori, ho scelto di licenziarmi e trasformare in obiettivo il sogno di vivere d’arte.
Ostaggi è il tuo primo singolo, da dove nasce l’ispirazione e che messaggio vuoi che arrivi a chi lo ascolta?
L’ispirazione è nata da un’emozione, perché Ostaggi è questo: un manifesto delle emozioni. È l’insieme di tutte quelle emozioni che non mi sono mai permessa di provare perché mi giudicavo quando le sentivo o perché non mi sentivo in grado di gestirle.
Il messaggio che voglio lanciare è che siamo abbastanza così come siamo, anche quando ci sentiamo guasti o sbagliati. Mi piacerebbe che chi si sente come mi sono sentita io, ascoltando Ostaggi, si sentisse capito, non giudicato e non solo… e soprattutto vorrei che gli venisse anche solo il dubbio di essere già abbastanza, già perfetto, così com’è.
Hai partecipato e vinto il Premio Mogol per il Miglior Testo al Tour Music Fest, com’è stata questa esperienza?
È stata la mia prima esperienza in questo mondo. Io scrivo fin da ragazzina, ma non avevo mai neanche immaginato di cantare un giorno quello che scrivevo. Poi un giorno avevo un testo a cui tenevo particolarmente e scrissi su facebook “ho un testo da musicare, qualcuno ha voglia di collaborare?” e mi rispose un amico, che poi ha effettivamente scritto la musica per la prima volta ad un mio testo. Lui mi disse che scrivevo bene e mi incoraggiò. Così decisi di iscrivermi.
Vincere è stato inaspettato, ricordo ancora la telefonata, pensavo di svenire dalla gioia. Poi quando il Maestro Mogol mi ha personalmente consegnato il premio in mano è stato proprio meraviglioso, pensare che lui, un pilastro della musica italiana, ha premiato proprio me, uau.
Quali sono i tuoi Maggiori riferimenti musicali?
Sono cresciuta con gli 883, Laura Pausini e Cristina D’Avena. Da più grande mi sono avvicinata al mondo dei cantautori grazie anche alle serate passate al karaoke. Grazie a mio padre ho assaggiato la musica classica e il blues. Da donna mi sono innamorata dei Queen, di Lady Gaga e di altri artisti del panorama internazionale
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