Fabri è un giovano cantautore che ha plasmato la propria vita e la propria musica tra l’Italia e l’estero, complici gli anni vissuti in Norvegia, Germania, Austria e addirittura Cina. Tutta questa esperienza si traduce in “Somewhere else”, il suo nuovo singolo. Un pop tipicamente internazionale, cantato in inglese, e un testo che parla di evasione dalla realtà. Noi abbiamo incontrato Fabri per conoscerlo meglio.
Un caloroso benvenuto a Fabri. Domanda all’apparenza semplice: chi sei?
Ciao! Sono un cantautore romano di 26 anni e vivo a Milano. Sono laureato in economia e finanza e lavoro in una società di consulenza strategica, ma la mia più grande passione è la musica. Suono la chitarra e canto da quando sono piccolo e ho iniziato a comporre verso la fine del liceo. Con il tempo ho preso questa passione più sul serio, facendo lezioni di canto e scrivendo sempre più canzoni. Finalmente quest’anno ho deciso di iniziare a pubblicare i miei brani!
Somewhere else è il tuo più recente singolo. Di cosa parla la canzone?
La canzone parla dell’evasione dalla realtà tramite la musica. Nel testo descrivo come la musica può in certi momenti accendermi, darmi energia e portarmi in un’altra dimensione. È una musa a cui mi appello quando voglio fuggire per un attimo dal mondo (“Take me away, give me your wings. You know I’m trying to escape .. escape to somewhere else”).
Come nasce la tua musica? Ci racconti un po’ come funziona per te il processo creativo?
Per me in ogni canzone nasce prima la melodia e poi il testo. Inizio il processo creativo improvvisando melodie con la chitarra (anche con la pianola di recente) e con la voce. Una volta che ho una melodia che mi piace provo a metterci parole sopra senza sapere consciamente di cosa voglio che parli il testo, è la melodia della musica che mi porta a mettere le parole, un po’ come fosse un flusso di coscienza. Poi quando ho un po’ di parole o piccole frasi a macchia di leopardo (parole che quasi sicuramente verranno cambiate in corso d’opera) mi fermo e decido di cosa voglio che parli il brano. Inizia quindi una fase del processo creativo più conscia in cui mi do un obiettivo di scrittura e poi gradualmente completo il testo. Questa ultima parte è per me la più difficile ed è quella che mi impiega più tempo (il flusso di coscienza iniziale che mi porta a identificare la melodia e il tema della canzone è quasi immediato, mentre per completare un brano mi ci vogliono a volte anche anni).
Hai esordito con due brani in inglese, non una scelta di tutti, in Italia. Quindi, da dove vieni e dove vorresti andare, musicalmente parlando?
La maggior parte dei miei brani ad oggi sono in inglese. Ascolto molta musica di artisti inglesi, americani ed australiani che sicuramente mi ha influenzato anche linguisticamente. Poi trovo l’inglese una lingua molto ritmica per la scrittura perché ha parole brevi ed è facile trovare parole e frasi le cui sillabe si sposano bene con la melodia che ho in mente. Però scrivo anche in italiano e finora la mia canzone preferita tra quelle che ho scritto è proprio in italiano. Sono aperto a scrivere in entrambe le lingue – il mio sogno è di riuscire a raggiungere più orecchie possibili sia in Italia che all’estero!
Quali altri progetti stai riservando per noi? Potremo ascoltare presto qualcosa di nuovo?
“Here Tonight” e “Somewhere Else” fanno parte di un progetto di 9 canzoni (tutte in inglese) che ho in programma di fare uscire gradualmente nei prossimi mesi. Poi ho anche un paio di canzoni in italiano nel cassetto che farò uscire in seguito. Poi al di là di questi progetti continuo a scrivere e a cercare ispirazione per nuove canzoni!