La pandemia ha rappresentato una condizione di eccezionalità per tutti i settori, anche per quanto riguarda la pirateria audiovisiva, fenomeno ancora importante nel nostro Paese ma che a un anno dal lockdown sta rientrando nei ranghi della “normalità”, con un’incidenza complessiva al 38% negli ultimi 12 mesi e un calo degli atti illeciti a 57 milioni, numero inferiore rispetto a un bimestre medio del 2019. E’ questa la fotografia restituita dagli ultimi dati elaborati dalla società Ipsos per conto di FAPAV – Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali.
Svolta tra il 7 e il 12 maggio scorsi su un campione di 1000 intervistati e presentata da Nando Pagnoncelli, AD di Ipsos, e Federico Bagnoli Rossi, Segretario Generale FAPAV, la ricerca rivela che dopo l’anomalia registrata in piena pandemia, con 243 milioni di atti illeciti durante il primo lockdown e una perdita per l’industria del settore di 591 milioni di euro, nell’ultimo anno il calo (di incidenza e numero di atti) riguarda soprattutto la pirateria fisica e indiretta, mentre quella digitale è in crescita del 4% rispetto al 2019, con una flessione solo nelle sue componenti di download e streaming, ma non IPTV.