Dopo essersi fatti conoscere con un ottimo debut album solo un paio di anni fa, il quartetto milanese torna con un nuovo EP dal titolo e dal concept importante. “… and Johnny left the gun” parla di antimilitarismo e lo fa con un sound post punk / dark wave che disegna perfettamente il mood dell’argomento trattata. Abbiamo incontrato i ragazzi per saperne di più.
Ciao e benvenuti nella #NewMusicThursday. Avete recentemente pubblicato l’EP “… and Johnny left the gun”. Come sta andando? Siete soddisfatti del lavoro?
Dell’ultimo lavoro siamo abbastanza soddisfatti, Anche se per il mio parere, come ogni lavoro precedente, poteva venire meglio. Io sono sempre molto critico e dato che ho già tutto in testa prima, sono anche molto dubbioso sul risultato finale. Naturalmente è sempre un po’ diverso da quello che ho immaginato. Però credo che abbiamo raggiunto il fine che volevamo.
Con queste nuove canzoni volete lanciare un messaggio importante, che va oltre la musica. Diteci di cosa si tratta.
Non vogliamo lanciare messaggi o slogan, ma vogliamo trattare argomenti e raccontare storie da un punto di vista diverso. In questo caso è la storia del reduce Johnny, traendo spunto dal libro “Johnny got his gun” di Dulton Trumbo. Oltre per il senso critico sulla utilità della guerra, abbiamo scelto questo libro per il contesto storico in cui è nato che è quello del Maccartismo americano, periodo storico dove essere antimilitaristi era una bestemmia e passibile di arresto ed esilio.
Come nasce il sound de I Ragazzi Del Massacro?
Originariamente avevamo un suono più immediato e viscerale, dovuto alle improvvisazioni in saletta. Per questo disco abbiamo più studiato gli arrangiamenti, dato che i brani sono nati in ambito acustico durante il Lockdown. Inoltre,abbiamo aggiunto alcune tastiere di sottofondo che hanno colorito di più il sound.
Avete registrato in EDAC studio, con Davide Lasala e Andrea Fognini. Che clima si è creato con loro e come è stata la vita in studio?
Il clima è stato da subito positivo e soprattutto ci hanno messo a nostro agio, rispetto all’album abbiamo registrato traccia per traccia, quindi, c’è voluta molta concentrazione da parte di ogni singolo elemento. Rispetto alle registrazioni in presa diretta l’energia e l’amalgama la devi trovare dentro di te. Quindi Davide è riuscito a farci completare il lavoro senza problemi anche con molti consigli. Io però ho sempre un’avversione per il lavoro in studio, fosse per me farei solo live e suonerei tutti i giorni ovunque. Però dovrei andare in un altro paese. Qui ormai facciamo i dischi nell’armadio di casa.
Il 19 giugno presenterete l’EP con un live in diretta streaming. Cosa dobbiamo aspettarci da questo concerto speciale?
La possibilità di sentire nuovi brani dal vivo con un suono decisamente migliore di quello che si trova nella maggior parte dei locali. Ci dispiace che non ci sia il pubblico, che è sempre fondamentale.
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Marta Scaccabarozzi – 19 Media Agency