Papa Fral, il Jungle Prince capitolino, torna a farci ballare con il nuovo singolo “Downtown”, una mina dancehall pronta ad esplodere! Abbiamo incontrato il rude boy per conoscere meglio il suo mondo, nel quale i ritmi jamaicani si intrecciano all’urban e all’hip hop.
Ciao Papa Fral! Partiamo subito in quinta: “Downtown” è una bomba! Come è nata?
Downtown nasce principalmente dalla mia malinconia per la scomparsa delle dancehall che fino a qualche anno fa caratterizzavano le mie nottate lungo il litorale romano. Man mano che ho iniziato a crearla con TheEve abbiamo capito sempre più quanto potesse essere un sound caratterizzante per le danz italiane e internazionali, non vedo l’ora di metterla alla prova seriamente.
Ora che siamo caldi, ci vuoi raccontare quando e come hai deciso di dedicarti anima e corpo alla dancehall?
In realtà non ho mai fatto questa scelta, diciamo che ne sono stato investito in Jamaica. Sono arrivato lì senza apprezzare molto la wave del periodo, parlo di Kartel e Alkaline in primis, per poi tornare indietro e capire che era l’ingrediente mancante per far filare l’intreccio di afropop e rap che da anni continuava a caratterizzare il mio stile. Da quel momento ho iniziato a non fare più molta distinzione tra un genere e l’altro e ho iniziato a unire tutto in un unico stile. Effettivamente mi sto dedicando alla dancehall, intesa come luogo più che come genere. La stessa dancehall dove possono coesistere tranquillamente afrotrap, hip hop, bashment e reggae allo stesso tempo. Voglio farvi muovere. Punto.
In Italia la dancehall ha davvero un suo spazio. Pensiamo a quanto si sia radicata nel sud del nostro Paese. Ma anche al nord (almeno prima del Covid) le serata a tema non mancavano. Tu sei di Roma. Come vedi la scena italiana?
Ho amato e amo tutt’ora la scena italiana, ma ho sempre pensato che manchi una sorta di senso di comunità. Spesso noto una certa frammentazione e una scarsa inclinazione al cambiamento che rende tutto troppo legato allo standard giamaicano, per cui una tune è una big tune quando ricalca il sound di qualche produzione giamaicana di successo, spesso in maniera imprescindibile. Non faccio di tutta l’erba un fascio, anzi, per fortuna conosco moltissimi artisti e sound innovativi pronti a sperimentare e soprattutto a tollerare che in una dancehall possano coesistere più generi musicali. Anche io amo profondamente il sound classico delle dancehall originali, ma non potrei mai non includere le contaminazioni e le influenze esterne solo per una questione di principio.
Il tuo sound è molto particolare e soprattutto hai un flow che ti rende unico. Le produzioni di The Eve fanno il resto. Come nasce questa miscela vincente?
Come accennavo prima, adoro fondere tutto quello che amo per non rinunciare a niente, è sempre stata una regola per me.Sicuramente posso dire che questo melting pot è la causa del mio sound e del mio flow, infatti non mi sento di appartenere né a un genere né a un determinato stile di vita.
Seguo la mia wave, ecco perché appartengo al bashment, alla trap, al reggae, all’afropop, e all’hip hop. Tutti generi che possono essere tranquillamente applicabili a una dancehall.Come avete ben detto le produzioni di The Eve fanno il resto, conosce bene il mio modus operandi e sa meglio di me come valorizzare tutto al meglio.
Cosa dobbiamo aspettarci dopo “Downtown”? Puoi anticiparci qualche cosa del prossimo futuro?
Non spoilero niente, posso solo dirvi che finalmente qualcuno comincia ad accorgersi di me e che qualcun’altro se la sta facendo sotto. Sto lavorando con la mia family Mitraglia Rec. a un progetto che sarebbe stato impensabile fino a qualche anno fa, ma non dirò nulla né farò nomi. Ci stiamo preparando a fare qualcosa di grosso, tutto portato avanti insieme alla squadra. Sicuramente vi farò muovere il culo però.
Ultimo spazio completamente dedicato a te: usa questo megafono virtuale per aggiungere ciò che vuoi.
Vi dico che la mia squadra è pronta per qualcosa di grosso, ognuno il suo. Ho la fortuna di avere Arakne che pensa ai miei outfit e tutto il resto della Mitraglia che pensa al resto. Ringrazio col cuore Beppe di High Grade per avermi portato qui e per il rispetto e la passione che dimostra in ogni occasione.Se dovessi aggiungere ciò che voglio staremo qui fino a domani, quindi vi dico direttamente che il 10 luglio sarò live come guest al Porto Turistico di Roma a Ostia e che voglio vedere il fuoco sotto al palco; tra l’altro metterò alla prova la mia band per la prima volta. Preparatevi. Sarà un’estate calda, la dancehall sta tornando back in town bwoys.
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Marta Scaccabarozzi – 19 Media Agency