Succede che Olivia sia nata e cresciuta fra i libri, e venga da un’isola in cui ancora risuona il richiamo lasciato all’umanità dalla tragedia greca, e che in questo posto incantato, crudo e meticcio abbia deciso di vivere; succede che abbia una voce, e una voce in capitolo, nel suo specialissimo capitolo, e cuore di carta e sangue d’inchiostro per scrivere canzoni, come queste pagine di vita, che adesso chiama a raccolta e canta nel nuovissimo album.
Da anni impegnata nel rinnovare la tradizione musicale della sua terra, il suo lavoro, oggi, è un mosaico nel quale convivono interpretazioni di riconoscibile impronta jazz con vocalità mediterranee e africane, latinoamericane e neolatine, che si fondono nelle canzoni che dal 2014 canta e scrive per le serie del commissario di Vigàta raccolte e pubblicate da Warner Music in “Zara Zabara”.
Dodici brani della cantautrice palermitana, ancora una volta capace di trasformare racconto e sentimento in musica, tra atmosfere mediterranee, sonorità dell’Atlantico, polvere d’Africa e folk americano, nella sua voce piena di reminiscenze e di parole attente a intrecciare storie al melos siciliano e a mille radici di altri modi e mondi, e fare spola tra la Sicilia e altrove.