Come sapete ho lavorato (diretto) con passione per sette anni ad un progetto di orchestra integrata svolto dalla Scuola Popolare di Musica Donna Olimpia e promosso dalla ASL RM1 per i pazienti adulti con particolari fragilità.
Bene il progetto è chiuso, o almeno ci hanno impedito di poter continuare. Ci sono state critiche o problemi direte voi ? No, nessuna anzi abbiamo avuto sempre il massimo sostegno delle famiglie degli utenti ed il riconoscimento avuto pubblicamente tant’è che questa attività è stata presa come esempio in convegni nazionali ed internazionali e in alcuni corsi di Laurea. Ma allora ? La burocrazia che intende con una lettura distorta del codice degli appalti impedire a chi ha fornito un servizio alla persona di poterlo continuare a fare, finanche impedire di poter partecipare a gare pubbliche per farlo. Questo nonostante una sentenza della Corte Costituzionale dello scorso giugno e un DM del Ministero del Lavoro del 31 marzo illustrino per bene tutte le possibilità in merito. Ma non c’è peggior sordo ….
E così da tre mesi gli uffici preposti si sono negati ai contatti e scopriamo per caso che è stata assegnata la ripartenza da zero di un laboratorio musicale ad altri soggetti. Così come si compra un tubetto di un dentifricio, senza considerare né il rispetto del lavoro nostro né sopratutto l’obiettivo finale cioè gli utenti.
Per questo abbiamo inviato una lettera aperta alle autorità competenti per aprire la questione di questi malfunzionamenti (che vi allego per conoscenza se volete approfondire).
Oggi LUNEDI alle 12,30 partirà una campagna social alla pagina Facebook della Scuola https://www.facebook.co m/spm.donnaolimpia/
Vi chiedo di darci una mano. E’ molto semplice basta
1- andare alla pagina Facebook della Scuola poco dopo le 12,30
2- trovare il post e condividerlo con una semplice frase (solo per fare esempi – mettete quello che sentite “ho partecipato a questa bellissima esperienza e mi sembra assurdo finisca cosi”; oppure” i concerti a cui ho assistito sono stati tra i più emozionanti”; oppure “ i servizi alla persona e sulla disabilità non possono essere considerati come l’acquisto di saponette”..