Gli HAPNEA sono una band proveniente dalla provincia di Macerata (Marche) formata da PAOLO TASSO alla batteria/percussioni/synth, LORENZO CESPI al basso, GABRIEL MEDINA alla voce/chitarra elettrica e DANILO COSCI alla tastiera/chitarra elettrica.
1. Ciao! Presentatevi ai lettori del MEIWEB: come nasce la vostra passione per la musica e come sono nati gli Hapnea?
Alcuni di noi sono nati proprio in un ambiente molto musicale, con genitori o parenti musicisti e altri hanno voluto prendere questa strada probabilmente come metodo di fuga mentale dalla noia di provincia; fatto sta che per noi la musica è un qualcosa che va oltre il termine “passione”. Abbiamo iniziato a suonare col nome Hapnea verso il 2017. Inizialmente il nostro era uno stile molto più alternative legato a sonorità anni ’90. Poi, con un importante cambio di formazione, sono arrivati il blues e il soul. Abbiamo iniziato ad ascoltare tutti più o meno gli stessi dischi e così è nato un nuovo sound, tuttavia non abbiamo voluto abbandonare le forti distorsioni e i fuzz, quindi abbiamo iniziato a comporre quelli che poi sarebbero stati i brani di “Hangover & Love”: il nostro primo EP.
2. Come è nata l’idea per il vostro ultimo singolo?
Il nostro ultimo singolo è “Panama”. Si tratta della terza traccia del disco e unica ballad.
La canzone è nata principalmente da quel giro di accordi un po’ alla King Krule che si ripete per quasi tutta la canzone e il nostro cantante e chitarrista Gabriel ci ha scritto un testo che narra di una storia ambientata probabilmente negli anni ’80 a Panama in uno scenario alla Scarface in cui amore tossico e sostanze stupefacenti si mischiano. Il videoclip è stato interamente realizzato dal nostro batterista Paolo Tasso realizzando dei collage animati prendendo immagini da vecchie riviste anni ’50 e ’60 in linea con le tematiche della canzone, ma anche con lo stile vintage a analogico col quale sono state registrati i brani dell’EP.
3. Quali artisti vi hanno maggiormente ispirato nel vostro stile e sound?
Per quanto riguarda l’Italia sicuramente i Bud Spencer Blues Explotion, Calibro 35, Jennifer Gentle e i Verdena di “Wow”. Per l’estero dobbiamo citare gli Alabama Shakes, i Black Pumas, Jack White, i Black Keys, i Queens of the Stone Age, i primissimi Tame Impala, gli ultimi Arctic Monkeys di “AM” e “Tranquility Base Hotel & Casino” e primi su tutti i magnifici Beatles.
4. Ci descrivereste la vostra musica con tre aggettivi?
Stupenda, sincera e inutile.
5. Come state vivendo questo periodo di pandemia senza la possibilità di fare dei live?
Stiamo approfittando per andare il più possibile in sala prove, sperimentare, sviluppare brani che avevamo lasciato a metà e comporne di nuovi. Ci è capitato di fare qualche unplugged per delle radio, ma ci manca troppo stare sul palco. La nostra musica è fatta proprio per essere eseguita dal vivo, per trasmettere la nostra energica disperazione e rabbia attraverso i fuzz, le distorsioni, i riverberi, i testi contro gli sbirri e il sudore.
6. Progetti futuri?
Dalla fine della produzione di “Hangover & Love” alla sua pubblicazione è trascorso un anno e in quel lasso di tempo ci siamo dati molto da fare e continuiamo tutt’ora a farlo. Abbiamo molto materiale nuovo e forse quest’estate entreremo in studio per combinare qualcosa. Abbiamo dei piani in mente, ma che preferiamo non svelare troppo.
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