Il senso di solitudine, la paura, le ansie e le incertezze dei giorni del lockdown riecheggiano in Uomo occidentale, l’ultimo singolo del cantautore toscano Benedetto Pennato, già disponibile sulle principali piattaforme digitali. Questa intensa e raffinata ballata acustica sulla presunzione e sulla fragilità della società occidentale esce dalle attuali logiche commerciali e rimanda l’ascoltatore al cantautorato italiano e francese degli anni ’70. Scritta di getto un anno fa dallo stesso Benedetto Pennato con la collaborazione del maestro Simone D’Argliano, è stata vestita da Lorenzo Fiorentinocon un arrangiamento minimalista, in cui il pianoforte è l’assoluto protagonista, che mette in risalto testo ed interpretazione.
1. Ciao Benedetto! Raccontaci di te: come nasce la tua passione per la musica e quando hai iniziato a comporre?
Ciao Valentina e un saluto a tutti i lettori di questa rubrica. La passione per la musica in me c’è sempre stata, da piccolo giocavo con chitarre e microfoni giocattolo (una foto di me bambino con la chitarra in mano si vede nel video di “Siamo caduti in tanti”) e ho ancora molti 45 giri delle sigle dei cartoni animati, che mi divertivo a canticchiare. Con l’adolescenza ho cominciato a scrivere i primi testi, se non ricordo male il primissimo quando ero in terza media… a rileggerli oggi fanno un po’ sorridere per la loro ingenuità… Intorno ai 16-17 anni ho iniziato poi a studiare canto ed a calcare il palcoscenico con i primi concorsi canori locali… In quel periodo ha avuto inizio anche la collaborazione artistica con il maestro Simone D’Argliano, con cui ho scritto decine di brani, la maggior parte ancora inediti.
2. Quale è stata l’ispirazione per il tuo ultimo singolo “Uomo Occidentale”? Quale messaggio vuoi fare arrivare?
“Uomo Occidentale” nasce nella primavera dello scorso anno durante il periodo del lockdown. E’ un brano che è “venuto da solo”, versi e melodia sono cominciati a fluire senza un vero e proprio controllo razionale, ispirati dalle emozioni e dagli eventi di quei giorni… La pandemia che ci stava travolgendo metteva in evidenza la fragilità e la presunzione della nostra società, rappresentate in modo emblematico dall’immagine di “barchette di carta che sfidano il mare”… Stiamo sfruttando il nostro pianeta oltre il consentito e quello stop forzato delle nostre vite avrebbe potuto e dovuto essere l’occasione per metterci in discussione e riscoprire quello che veramente è importante, per un cambiamento di rotta prima che sia davvero troppo tardi… purtroppo così non sembra essere stato…
3. Ad accompagnare l’uscita del singolo c’è un videoclip ce ne parli? Com’è stato realizzato?
Nell’ideare il video ho voluto che le immagini non rubassero la scena ed accompagnassero il testo (senza essere troppo didascaliche), evocando e rafforzandone l’impatto emotivo. Proprio per questo ho anche deciso di non comparire in prima persona, per rendere la canzone la protagonista assoluta… La stessa scelta che avevo già fatto per le copertine dei singoli che ho pubblicato fino ad ora, sicuramente in controtendenza rispetto agli standard attuali, ma credo adeguata e funzionale al mio progetto musicale.
4. Quali artisti ti hanno maggiormente ispirato?
I riferimenti sono tanti. Da adolescente ho ascoltato tantissima musica e da chiunque mi abbia trasmesso emozioni ho imparato (rubato) qualcosa (senza copiare o imitare), arrivando a costruire un mio stile personale e riconoscibile. Le mie radici musicali comunque possono essere ricondotte principalmente al cantautorato italiano anni ’70/’80, direi in particolar modo a Roberto Vecchioni, Renato Zero, Claudio Baglioni, Gianni Togni… a cui però aggiungerei anche i Pooh, i Nomadi del periodo Danilo Sacco, Fiorella Mannoia, Loretta Goggi e, per quel che riguarda la scena internazionale, soprattutto Phil Collins e Billy Joel.
5. Ci descrivi la tua musica con tre aggettivi?
Introspettiva, diretta ed elegante (quest’ultimo aggettivo lo ha usato spesso la mia insegnante di canto quando provavamo i miei brani).
6. Sogni nel cassetto?
Un primo sogno, che era rimasto chiuso nel cassetto per tanti anni, già si è concretizzato, quello di aver pubblicato (autoproducendomi) i primi singoli e di vedere i miei brani (e il mio nome) negli stores digitali accanto a quelli di artisti affermati e di tanti altri indipendenti come me… Il primo Ep, che dovrebbe essere pronto entro fine estate, chiuderà questo cerchio…
Per il futuro, mi piacerebbe riuscire a far conoscere la mia musica ad un pubblico più ampio e magari far arrivare qualche mio pezzo su palcoscenici importanti come quelli del Club Tenco o, perché no, del Festival di Sanremo, proposto in prima persona o anche da uno dei tanti interpreti che negli anni ho apprezzato e seguito.

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