Tre disegni di legge al Senato, una proposta di legge alla Camera e l’impegno assunto dal ministro Franceschini di presentare un testo del governo. C’è fermento normativo intorno alla riforma del settore dello spettacolo auspicata da mesi dai protagonisti del comparto e da tutte le forze politiche. Andando in ordine cronologico, il primo provvedimento a essere stato presentato (10 settembre 2020) è quello delle deputate Chiara Gribaudo (Pd) e Alessandra Carbonaro (M5S) “Disposizioni in materia di tutela assicurativa e agevolazioni fiscali in favore dei lavoratori dello spettacolo”. La pdl n.2658 è stata assegnata alla commissione Lavoro della Camera che però non ne ha iniziato l’esame.
A Palazzo Madama il 9 dicembre 2020 il senatore Francesco Verducci (Pd) ha presentato il ddl n. 2039 “Statuto sociale dei lavori nel settore creativo, dello spettacolo e delle arti performative”, assegnato il 9 marzo in sede redigente alle commissioni riunite Cultura e Lavoro che non lo hanno ancora calendarizzato. Il 9 febbraio scorso la senatrice della Lega, Lucia Borgonzoni, pochi giorni prima di diventare sottosegretaria alla Cultura, ha presentato il ddl n.2090 “Disposizioni in favore delle attrici e degli attori professionisti e delle produzioni teatrali, nonché istituzione del liceo delle arti e dei mestieri dello spettacolo” che non ha iniziato il suo iter in sede redigente in commissione Cultura.
Il 4 marzo c’è poi stato l’annuncio del ministro Franceschini nel corso di un question time al Senato. “E’ mia intenzione presentare un disegno di legge collegato alla legge di Bilancio 2021 – le parole del titolare del MiC – con il quale riaprire la delega prevista dalla legge 175 del 2017 in materia di spettacolo per la realizzazione di un Codice dello Spettacolo. Quella sarà l’occasione, con un meccanismo partecipativo, per andare a censire le varie tipologie dei lavoratori e capire, aldilà delle misure di ristoro per l’emergenza, quali possono essere le garanzie da mettere a disposizione di un settore che va regolamentato, garantito e tutelato come gli altri”.
Neppure una settimana dopo, la commissione Cultura di Palazzo Madama ha presentato un testo firmato dal presidente Riccardo Nencini e sottoscritto da tutti i capigruppo di maggioranza Andrea Cangini (FI), Danila De Lucia (M5S), Albert Laniece (Autonomie), Roberto Rampi (Pd), Maria Saponara (Lega) e Daniela Sbrollini (Iv-Psi), ai quali successivamente si è aggiunto anche Antonio Iannone (Fdi). Il ddl n.2127 “Disposizioni sul riconoscimento della figura professionale dell’artista e sul settore creativo”, presentato il 10 marzo, è l’unico dei quattro sul settore dello spettacolo che ha iniziato l’iter parlamentare. Assegnato in sede redigente alla commissione Cultura, infatti, ha cominciato a essere esaminato lo scorso 30 marzo.
Nel corso dell’ultima seduta della 7a di Palazzo Madama dedicata al ddl Nencini, si è svolto un vivace dibattito intorno alla questione della pluralità delle proposte di legge sul tema. La Lega ha chiesto di rinviare la discussione e riprenderla solamente quando saranno congiunti i tre disegni di legge depositati al Senato. La senatrice Michela Montevecchi (M5S), invece, ha augurato un percorso condiviso e un testo organico frutto dell’impegno delle commissioni Cultura e Lavoro che tenga conto anche della pdl Gribaudo-Carbonaro alla Camera e dell’iniziativa del governo.
Sulla stessa lunghezza d’onda il capogruppo dem Rampi il quale ha giudicato molto apprezzabile un’iniziativa dell’esecutivo che possa tenere conto del lavoro della commissione e ha auspicato un lavoro in armonia con Montecitorio. L’altro senatore Pd in commissione Cultura, Verducci, ha sottolineato l’esigenza di discutere congiuntamente, sin dalle prime fasi, tutti i disegni di legge in materia, anche con il coinvolgimento della commissione Lavoro ed evitare iter asimmetrici. Il presidente Nencini ha chiuso il dibattito annunciando che la 7a commissione proseguirà i lavori sul ddl a sua prima firma in modo da arrivare a una riflessione che potrà essere matura nel momento in cui sarà presentata l’annunciata iniziativa del governo. Ha inoltre assicurato che prenderà contatti con la presidenza della commissione Lavoro, con la presidente del Senato, Elisabetta Casellati e con il governo, auspicando una accelerazione del percorso d’esame.