Inizia così una lunga chiacchierata con Emilio Pappagallo, station manager di Radio Rock, una delle emittenti più ascoltate di Roma, molto seguita anche al di fuori della copertura FM, grazie allo streaming e alle app.
L’idea di entrare nel mondo di Radio Rock nasce dopo la vittoria dei Måneskin al Festival di Sanremo, che ci ha messi di fronte ad una domanda: c’è spazio per il rock italiano nelle emittenti del Bel Paese?
La radio capitolina è sicuramente uno dei pochi esempi virtuosi in questo senso, ma per capirne meglio il contesto, ne abbiamo ricostruito la storia con Emilio Pappagallo.
“Radio Rock è nata nel 1984 da un’idea di Patrizia Palladino – oggi socio unico dell’emittente – e del compianto Paolo Mazzullo. Tra tanta realtà già esistenti all’epoca, il merito è quello di essere stata la prima emittente rock h24″, ci spiega con orgoglio lo station manager, entrato a far parte dello staff della radio vent’anni fa e da otto alla sua guida.
“Il nostro nome ci dà un’identità forte, che però non rispecchia in pieno la nostra programmazione, fatta anche di sonorità elettroniche, di cantautorato italiano, di indie. Per noi il rock è un concetto“.
E questo concetto è ben rappresentato da quanto accade in onda ogni giorno. “Noi siamo ‘liberi e imprevedibili’ come ci ha detto tempo fa Charlie Gnocchi, uno dei tanti ospiti che intervistiamo quotidianamente nei nostri programmi, ma con attenzione al ‘packaging’ di una radio che è un’azienda”.
Questo dettaglio ci incuriosisce e così Pappagallo ci spiega che Radio Rock – la cui programma è in diretta dalle 6.00 alle 2.00 ogni giorno, fino alle 3.00 di notte nel weekend – vuole mantenere un taglio di ‘radio libera’ pur offrendo un prodotto studiato e professionale.
In sintesi, ad ogni ora solo quattro brani sono ‘scalettati’: il resto della playlist è decisa dal conduttore in onda, che a sua volta è autore dei contenuti che propone. E ad aggiungere imprevedibilità a tutto questo è il rapporto con il pubblico, spesso presente nelle dirette dei programmi e quindi ispiratore a sua volta di contenuti.
Sono tanti gli aneddoti che ci racconta Emilio Pappagallo, alcuni dei quali legati all’utilità sociale che ancora oggi ricopre la radio.