Si sono ripresentati al pubblico in questo indecifrabile 2021 i Bodoni con il singolo Lipstick che ha anticipato il full length Domestik Violence uscito il 5 Aprile. Per il quartetto ferrarese, questo nuovo album rappresenta un’evoluzione del gruppo, in termini di coscienza artistica e personalità. Di questo e altro abbiamo parlato con Nico P. (chitarra e voce) della band per Mezzogiorno in Musica Indie a cura di Ivana Stjepanovic
1.Ciao! Per chi ancora non vi conosce, presentatevi ai lettori del MEIWEB e ci raccontate del vostro percorso artistico fin qui? Come sono stati i vostri inizi con la musica?
Iniziamo tutti da molto lontano, quando esistevano le rockstar. Credo che l’approccio alla musica sia bene o male comune a tutti i musicisti: senti una canzone o conosci un artista che ti ispira, da ragazzino vuoi emularlo prendendo in braccio il loro stesso strumento, poi con il tempo cresci una tua personalità fatta conseguenza anche dai gusti che maturano e poi si evolvono. Noi siamo cresciuti con quei suoni, in un qualche modo rimaniamo fedeli a noi stessi senza seguire le mode ma facciamo ciò che ci piace e che ci riesce meglio. Abbiamo provato a rappare, ma ci hanno messo una mano sul microfono e fatto cenno di no con la testa.
2.Perché il nome Bodoni?
Quasi per caso in realtà. Io faccio il documentatore tecnico e, alcuni clienti, richiedono informazioni provenienti da documentazioni ancora ferme alla metà degli anni 90. In ufficio teniamo ancora dei PC molto vecchi proprio per queste esigenze e, nell’aprire un file in pagemaker, l’avvio si bloccò dicendo che la font Bodoni non era presente nel sistema. Come un PTSD si riaccesero vecchie ferite scolastiche, inoltre Bodoni era molto simile al font ONYX, quella utilizzata per Bleach dei Nirvana. Bodoni inoltre si presta bene sia per una band che canta in italiano che in inglese, ed al tempo (fine 2017), non avevamo ancora scritto sillaba.
3.In questo indecifrabile 2021 tornate con il nuovo singolo Lipstick che ha anticipato il full length Domestik Violence uscito il 5 Aprile. Quale è stata l’ispirazione per il brano e che messaggio volete trasmettere al pubblico?
In realtà il disco era pronto già da gennaio. Speravamo di farlo uscire in concomitanza della fine della pandemia, per festeggiare. Abbiamo sbagliato i calcoli. Lipstick è la prima (e spero ultima) canzone arrangiata e scritta interamente nel periodo del total lockdown, quindi a distanza tra di noi senza poterci confrontare in maniera diretta e veloce. La canzone è tratta dalla tragica storia di una ragazza uccisa dal fidanzato: prima accoltellandola poi bruciando la macchina pensando fosse già morta. È un fatto noto, in realtà. Abbiamo cercato di capirne il movente, quanta rabbia possa avere una persona da poter compiere un gesto così estremo. Questa canzone rappresenta la rabbia ed è esattamente questo il messaggio che andrebbe colto, in questo caso.
4.Il brano è anche accompagnato da un videoclip, come si caratterizza?
Il video esplora questa rappresentazione sentimentale e la storia da cui ha preso ispirazione ma in maniera più “Lynchesca” e meno esplicativa dell’accaduto. Noi rappresentiamo il “pensiero”, scatenando il “viaggio mentale”.
5.Questo singolo fa parte di un progetto molto più ampio che prevede l’uscita del nuovo album “Domestik Violence”: Cosa ci dobbiamo aspettare? Possiamo definirla come una vostra evoluzione artistica e di personalità?
Non ci sediamo a tavolino e pensiamo ok ci serve una canzone pop, poi una stoner, poi facciamone una strana con mille effetti. Tutte le canzoni, ma proprio tutte, nascono da un riff o una ritmica di batteria. Alle volte le canzoni nascono in un attimo, altre richiedono tempo e più dedizione, altre non hanno mai visto la luce. Domestik Violence racchiude le idee di tutti, democraticamente. Prima di registrare ci siamo chiesti: come sarebbe il grunge se fosse nato oggi, con le tecnologie di ora a nostra disposizione? D’altronde la nostra strumentazione non è cambiata, salvo per l’aggiunta di un ProCo Rat2 e Memo, che ha preso il posto di chitarrista a tempo indeterminato con provvigioni mensili. Anche se salito a bordo a settembre 2019, lo conosciamo davvero da una vita e conoscevamo già le sue capacità, ignoravamo però la sua dedizione e quella è stata una bella sorpresa.
6.È vero che si tratta di un concept album e potete svelarci i temi racchiusi nel disco?
Domestik Violence è un “Almost-Concept”. C’è un tema princpale, che è l’esplorazione dei sentimenti in una relazione intima, dal primo istante al suo termine, dal solo punto di vista del protagonista, ma alcune canzoni se ne discostano.
Dopo l’introduzione, l’accesso all’interno della psiche, in Roving Athwart the Inner Shadow, si passa all’innamoramento, l’accettazione dei compromessi e la speranza\desiderio di una vita comune di Blinding Figure of Desire, per poi arrivare a rabbia e gelosia in Lipstick e Restroom Stigma. Infine con Where the river flows, la mancanza di una persona, viva o morta, ma comunque fuori dalla propria vita. Questa canzone è dedicata a mio padre ed è nata in un momento personalmente difficile.
7.Le vostre influenze musicali che hanno maggiormente caratterizzato anche lo stile e il sound?
Sarebbe una lista di band enorme e verrebbero tralasciati artisti che hanno un posto nelle nostre playlist. Nasciamo culturalmente nella seconda metà degli anni novanta, traiamo liberamente ispirazione da quelle band e alle volte siamo nel vero e proprio “omaggio”, per dirla alla Tarantino. Sta nell’ascoltatore conoscere e cogliere queste dediche.
8.Con chi vi piacerebbe fare un featuring attualmente?
Le featuring non sono proprio del nostro campo, non sapremmo che farcene di Tom Morello.
9.Obiettivi da raggiungere per questo 2021 e progetti futuri?
Sarebbe bello poterseli dare degli obiettivi, ci basterebbe anche solo bere una birra alla spina nel locale peggiore della provincia peggiore per come vanno le cose ora…
Ascolta “Domestik Violence” su Spotify:
https://open.spotify.com/ album/45PwQM4nLlPKOs4nyvB2Cy? si=K3-I9eOeRNuMmhCI_CWrpg&utm_ source=copy-link
Guarda il videoclip ufficiale di “Lipstick“:
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