“Francesco, perdonali: quei contestatori di allora non sapevano quel che facevano ed erano lontanissimi parenti, per non dire estranei, al movimento autentico e spontaneo del Sessantotto”. E’ una sorta di appello o di ‘preghiera laica’ che Mario Capanna, il leader storico del ’68 in Italia, rivolge attraverso l’AdnKronos a Francesco De Gregori, in vista del suo 70° compleanno che festeggerà domenica, il quale nel 1976 fu oggetto di una forte e violenta contestazione durante un concerto a Milano, che fu costretto bruscamente a interrompere, nell’epoca della “musica dei padroni”, della “musica gratis” e degli “espropri proletari” e delle “autoriduzioni”. De Gregori fu sottoposto a un processo sul palco e condannato come “servo dei padroni” per l’alto costo dei biglietti, il ricco guadagno degli organizzatori e il buon cachet dell’artista che “sfruttavano” si diceva “il bisogno giovanile di musica e di aggregazione contro il disagio”.